Oggi inizio la
stesura dell’articolo in un giorno speciale per tanti innamorati…è San
Valentino.
Anche io
appartengo a questa categoria ma limiterò i miei festeggiamenti non solo a
questa data,sarà banale ma per me non è una data sul calendario,ogni
anniversario,ogni giorno per me è speciale.
Sembrerà strano
questo collegamento viaggi e amore.
Tutti i viaggi
che ho fatto negli ultimi 4 anni e 10 mesi gli ho fatti con il mio fidanzato e
spesso vorrei raccontarvi i miei aneddoti di ogni viaggio ma poi non lo faccio
solo perché quei momenti sono nostri e quindi vi descrivo in modo freddo ogni
mio viaggio.
Vorrei che i
miei viaggi siano per voi un buon inizio o idea per i vostri viaggi.
Torniamo a
noi,quella che vi descrivo è la quarta tappa Altoatesina del mio viaggio 2010
diviso tra 4 giorni in Austria e 7 giorni in Sudtirol.
Questa tappa è
molto importante non solo perché abbiamo visitato il capoluogo di provincia
della zona ma soprattutto ho potuto visitare e vedere la mummia Ozi.
Sicuramente
questo articolo lo dividerò in due parti visto che suppongo sarà molto lungo.
Bolzano o Bolzen (in tedesco) è un comune italiano di
105684 abitanti,capoluogo dell’omonima provincia autonoma in Trentino Alto
Adige. La popolazione della città di Bolzano, secondo il censimento del
2011, è per il 74% di lingua italiana, per il 25,5% di lingua
tedesca e per lo 0,68% di lingua
ladina. L'agglomerazione bolzanina, comprendente i comuni di Appiano
sulla Strada del Vino, Bronzolo, Cornedo, Laives, Ora,San Genesio, Terlano e Vadena,
al 31 dicembre 2009 contava 151 642 abitanti.
Bolzano è
situata alla quota di 264 m nella parte orientale dell'ampia conca
originata dalla congiunzione delle valli dell'Isarco, Sarentina e dell'Adige. La conca è delimitata ad
ovest dalla catena della Mendola,
a nord-ovest dell'Altopiano del Salto (Salten, 1.500 m), a nord-est
da una cima minore del Renon(Ritten)
chiamata Monte Tondo (Hörtenberg), e a sud-est dal Monte Pozza (1.619 m) sul cui versante
settentrionale si trova la località Colle,
il cui nome è spesso impropriamente usato per designare l'intero monte.
Una piccola
balza rocciosa di quest'ultimo, chiamata Virgolo,
si erge verticalmente a ridosso della città.
La città è
collegata ai tre monti più vicini da funivie che superano ciascuna circa mille
metri di dislivello.
Bolzano è
attraversata dal torrente Talvera
che confluisce in città nel fiume Isarco,
il quale a sua volta si getta nell'Adige pochi
chilometri a sud della città stessa.
STORIA DELLA
CITTA’ DALLA PREISTORIA AI GIORNI NOSTRI:
PREISTORIA:
A est della città, si scoprì un'antica necropoli
risalente al primo millennio a.C., con annesso villaggio retico. In questa zona doveva essere
molto sviluppata la lavorazione dei metalli, poiché si rinvennero un centinaio
di anelli di bronzo. Molto importante è stata la scoperta del 1999, nel cuore della città, con
l'abbattimento di un'ala del vecchio ospedale, di materiale risalente al V-IV
millennio a.C., all'età del Rame, del Bronzo, del Ferro e anche dell'età
romana, che costituisce una continuità abitativa millenaria e che rappresenta
il luogo antropizzato più antico di tutta la conca di Bolzano.
ETA’ ANTICA:
Nel 1948,
con i lavori di ricostruzione del duomo bombardato, si rinvenne il perimetro
di una basilica paleocristiana risalente al IV-V secolo d.C., grande e
rettangolare, con un banco presbiteriale, nel quale sedevano i vescovi. Inoltre
si scoprì la lastra di Secundus Regontius, la quale fa supporre l'esistenza di
un sepolcreto.Altre evidenze archeologiche emersero:
·
gli scavi effettuati nel convento dei Cappuccini, in cui si rinvennero muri
di epoca romana forse riferibili ad un edificio della statio
·
lo scavo del 1984 in piazza Walther (Waltherplatz)
per la realizzazione di un parcheggio sotterraneo, in cui si scoprirono monete
e frammenti di tegoloni romani e del primo Medioevo;
·
nella chiesa dei
Domenicani, in cui si scoprirono monete e frammenti di tegolone romano e del
primo Medioevo;
·
nell'attuale sede dell'Università, dove furono scoperti resti di
un focolare e di una casa.
Nel quartiere di Gries emersero negli anni ottanta furono
numerosi i ritrovamenti archeologiche molto importanti: infatti nel vicolo
della Fossa (Winklergasse) fu scoperta una villa degli inizi del I
secolo d.C. con annesso un altro edificio abitativo, più modesto. La
villa, originariamente, era decorata da mosaici, rivestita di marmo e aveva
pitture parietali, cosa dedotta dalla presenza di numerosi ritrovamenti di
tessere musive. Inoltre furono scoperte tre lucernette bollate, anelli, macine,
attrezzi da lavoro, utensili e, molto importante, una gemma in corniola
raffigurante Ercole con alcune lettere incise. Poco lontano, in vicolo del
Bersaglio, negli anni sessanta si rinvenne una statuetta acefala di Diana, in marmo bianco di Lasa/Laas, risalente al II secolo d.C.
Sotto l'attuale chiesa parrocchiale di Gries, si scoprirono i muri di un
edificio pagano, di cui però non si sa la funzione. Al Castello di Treuenstein, ovvero la
Torre Druso/Gscheibterturm, si rinvennero capitelli e monete di epoca
romana, anche se il castello è solo del primo XIII
secolo. A Oltrisarco si rinvenne un muro medievale usato
come argine, mentre ad Asiago si rinvenne un peso da telaio risalente al 350d.C. A Castel Firmiano/Schloss
Sigmundskron oltre a muri,
monete e resti di anfore dell'epoca romana si rinvenne una piccola statua di
Mercurio di bronzo.
ETA’ MEDIEVALE:
Nel tardo XII
secolo,nel territorio compreso tra l'Isarco e
il Talvera, sorse il nucleo urbano di Bolzano a carattere spiccatamente mercantile,
fondato dal vescovo tridentino. Questo
era costituito da una via lunga all'incirca 350 metri, in direzione est-ovest
per ripararsi dai venti prevalentemente meridionali, la via Portici (Laubengasse,
anticamente:Gewölbe), affiancata da case alte e con al piano terra il
portico, in cui veniva esposta la merce riparata dal caldo, dal freddo e dalle
precipitazioni.Tra le case, alte e strette, passavano dei vicoli taglia fuoco,
ancor oggi percorribili, per scongiurare incendi, anche se verso il Trecento ne avvenne uno che dimezzò la
popolazione. Al centro sorgeva il castello vescovile, dove risiedevano i
funzionari del vescovo di Trento,
corrispondente all'attuale Casa della Pesa (Waaghaus). L'attuale piazza
del Grano (Kornplatz), chiamata così fin dal 1277, era il cortile del palazzo, sede
anche della chiesa di S. Andrea, distrutta alla fine del Settecento e ricordata da un'iscrizione. Oggi
nella piazza sono conservati resti di tubature medievali in pietra e un pezzo
del muro che delimitava la piazza e la via. Ancora oggi nel vicolo
della Pesa (Waaggasse) si scorgono i cardini dell'antico portone
d'accesso per il cortile. La città era difesa da 5 torri, da 3 porte (Niedertor – "Porta inferiore", Obertor – "Porta superiore", e la Südtor) e da una cinta muraria,
il tutto abbattuto nel 1277 con la conquista della città da parte
del conte di Tirolo Mainardo II. La chiesa parrocchiale
(l'attuale duomo), in stile romanico, fu costruito nel 1078-1082 e aveva solo due navate. Nel 1180, i mercanti bolzanini, diventati molto
ricchi, decisero di costruire una nuova chiesa, molto più grande, per cui
abbatterono la struttura romanica ad eccezione della facciata; questa peraltro
fu leggermente ingrandita. Bolzano all'epoca era sotto la diocesi di Trento, e solo nel 1963 fu creata la Diocesi di Bolzano-Bressanone; prima
di allora Bressanone/Brixen era sede di una diocesi autonoma, con
giurisdizione anche su territori dal 1918 rimasti a far parte dell'Austria. Sul
Virgolo/Virgl esisteva un
castello di proprietà del vescovo di Trento, chiamato Castel Weinegg(Schloss Weineck),
menzionato per la prima volta nel 1170-1175 e distrutto da Mainardo II nel 1277.
Sotto il promontorio del Virgolo esisteva una chiesa di proprietà
dell'ordine Teutonico, con annesso ospedale, costruita nel 1202, che, distrutta da una piena, fu
ricostruita nel palazzo Weggenstein del centro storico poco dopo il 1400.
Nel 1268,
Bolzano era divenuta "città" (Stadt). Nel XIV secolo Bolzano contava circa tremila
abitanti. Da sempre era stata frequentata ed abitata da mercanti di diversa
origine, vi si svolgevano numerose fiere annuali e la posizione favorevole ai
traffici attraeva anche famiglie di banchieri.
Nel 1363 con un atto rogato proprio a Bolzano,
venne ceduta i diritti sulla contea del Tirolo agli Asburgo, che vi vantavano diritti
ereditari,e da tale momento la città e l'intera regione del Tirolo storico
avrebbero seguito sostanzialmente le vicende di tale casata fino alla caduta
dell'Impero austro-ungarico.
DAL XV SECOLO AL 1918
Nel 1525 la città e l'intero Tirolo, furono contagiati dalla rivolta contadina, capeggiata da Michael Gaismair. A Bolzano si ebbero
saccheggi seguiti da una forte repressione da parte del potere asburgico.Anche le
varie forme di protestantesimo che si erano diffuse nella popolazione
cittadina e regionale, vennero represse con forza, tant'è che gli Hutteriti emigrarono.
Un'importante spinta per l'economia locale fu il
privilegio del 1635, emanato
dall'arciduchessa del Tirolo, Claudia de' Medici, vedova di Leopoldo V d'Austria, grazie al quale
fu istituito un Magistrato mercantile (Merkantilmagistrat) che regolava
i contenziosi dei commercianti provenienti da mezza Europa e che annualmente si
riunivano a Bolzano in occasione dei mercati. Il Magistrato mercantile
espletava le sue funzioni sia in lingua
tedesca che in lingua italiana, divenendo così una
vera istanza interculturale dell'età premoderna.
In seguito alla rivoluzione francese ed alla Pace di Presburgo che seguì alla sconfitta dell'Austria,
la città venne annessa dapprima, dal 1805 al 1809, alla Baviera e successivamente al Regno d'Italia tra il 1809 ed il 1813.Nel 1809 i
bolzanini parteciparono alla lotta armata, condotta da Andreas Hofer, contro le truppe francesi
che avevano occupato il territorio.
Durante l'occupazione napoleonica Bolzano fu a capo di un distretto del dipartimento dell'Alto Adige (Haut-Adige od Ober-Etsch),
il cui capoluogo era Trento. In questo periodo Bolzano venne privata dei suoi
privilegi mercantili e, pur rimanendo un centro economico e commerciale, non
ebbe più fiere fino al 1948,
quando venne costituito l'Ente Fiera. Dopo la caduta di Napoleone tornò all'Impero austriaco (dal 1866
austro-ungarico), alla quale rimase fino al 1918.
Dopo il ritorno all'Austria la città ritornò a
crescere dal punto di vista edilizio, ma anche economico. Nel 1910-1911 il territorio cittadino si espanse
costituendo la cosiddetta "Groß-Bozen", dato che il comune di Dodiciville (Zwölfmalgreien) decise di costituire
un unico comune con Bolzano.
DAL 1918 AL 1945
Nel 1919, dopo la prima guerra mondiale, Bolzano,
insieme al resto dell'attuale provincia
autonoma di Bolzano, venne annessa all'Italia. La primissima fase liberale
degli anni 1919-21 finì già il 24 aprile 1921 con i fatti del cosiddetto Bozner Blutsonntag ("Domenica di sangue"),
quando squadristi fascisti, provenienti da varie regioni italiane,
terrorizzarono la popolazione cittadina e uccisero il maestro Franz Innerhofer
nel palazzo Stillendorf. Con l'avvento del fascismo poi, nel 1922-1923, il territorio di Bolzano
venne massicciamente italianizzato,
tanto che oggi è uno dei cinque comuni della provincia di Bolzano a maggioranza
italofona (gli altri sono Laives, Salorno, Bronzolo e Vadena).
Il comune di Gries,
fino al 1925 autonomo, venne inglobato a Bolzano
per creare i presupposti urbanistici alla creazione della "Grande
Bolzano" fascista che doveva, per espressa volontà di Mussolini arrivare in poco tempo a 100.000
abitanti. Nel 1926 venne costituita la "Provincia di
Bolzano", e negli anni 1926-28 si costruì il Monumento alla Vittoria che doveva esaltare il carattere
italiano della nuova provincia e umiliare l'Austria sconfitta. È da quel punto, vicino al
ponte Talvera, che si diramano le
nuove assi cittadine, sulla scorta del piano regolatore di espansione disegnato
da Marcello Piacentini, che
puntavano a dare un nuovo volto monumentale, consono ai fini propagandistici
del Ventennio, a Bolzano. In
questa fase la città duplica la propria grandezza con la costruzione
dell'attuale zona industriale, dei rioni "Littorio" (oggi Novacella),
"Dux" (oggi Don Bosco), "Venezia" (oggi San Quirino).
Questi quartieri servivano ad ospitare gli impiegati statali e gli operai delle
nuove industrie nell'estate del 1935 fatti migrare dal fascismo sia per ovviare
alla disoccupazione diffusa in Italia (cosa che riguarda anche altre città
fondate o rifondate dal regime) sia per mettere in minoranza la popolazione di
lingua tedesca: a quest'ultima venne precluso l'accesso al pubblico impiego e
anche i posti nelle fabbriche erano sostanzialmente riservati agli italiani
provenienti dalle regioni più povere del paese.
I primi cenni della disfatta della guerra da
parte italiana avvennero il 2 settembre, quando Bolzano fu bombardata per la
prima volta assieme a Trento, in contemporanea con la strage della Portela. Durante la seconda guerra mondiale,
successivamente all'armistizio italiano, Bolzano, insieme al resto dell'Alto
Adige e delle limitrofe province di Trento e Belluno, venne inclusa nella Operationszone Alpenvorland - Zona
d'Operazione delle Prealpi creata
da Adolf Hitler (quindi annessa de facto al Terzo
Reich seppur appartenente de jure alla Repubblica
Sociale Italiana e ne divenne il capoluogo, con l'istituzione del Campo di transito di Bolzano.In questo
periodo vennero ripristinati i toponimi tedeschi anche in città, mantenendo
però il bilinguismo. È in questo periodo che vengono utilizzati i diversi
rifugi antiaerei, di cui molti scavati nella roccia, anche per poter proteggere
i prigionieri presenti a Bolzano, come quelli del campo di via Resia: Bolzano
subi' il suo primo bombardamento alleato il 2 settembre 1943. Oggi, nonostante gli anni, alcuni di
questi sono rimasti praticamente integri, e sempre più nascosti, come quello di
via Fago (rifugio Hofer) che nel dopo guerra ospitò alcuni sfollati del
Polesine; nel 1966 sono divenuti di proprietà del Demanio Solo nel 2013, uno di questi rifugi,
forse il più grande in provincia con i suoi circa 4500 m² di superficie, viene riaperto
alle visite pubbliche, grazie alla cooperativa Talia.Attorno alla città si
sviluppa lo sbarramento Bolzano
Sud facente parte del Vallo Alpino in Alto Adige, messo in
atto ancora dal regime fascista.
DAL 1945 AI NOSTRI GIORNI
Dopo la seconda guerra mondiale Bolzano rimase
all'Italia, tuttavia nell'accordo tra i ministri degli esteri italiano ed
austriaco – De Gasperi e Gruber –
era prevista una forte autonomia per il Trentino-Alto Adige con precise
garanzie per la minoranza di lingua tedesca che abita in provincia di Bolzano.
Il primo statuto del Trentino-Alto Adige
ripristinò l'insegnamento del tedesco e ristabilì la toponomastica bilingue, ma
gli abitanti di lingua tedesca non accettarono l'arrivo di immigrati,
soprattutto a Bolzano, da altre zone dell'Italia e rifiutavano categoricamente
la presenza maggioritaria di italiani nelle pubbliche amministrazioni della
provincia di Bolzano e il centralismo regionale trentino. Ne scaturì una lotta,
culminata nel terrorismo del BAS (Comitato per la liberazione del Sudtirolo) a
favore di un'autonomia provinciale, dove gli abitanti di lingua tedesca
avrebbero potuto contare su una propria maggioranza a scapito della minoranza
italiana.
Italia e Austria si accordarono allora su un
"Pacchetto" di misure a favore della popolazione di lingua tedesca,
base del secondo statuto del Trentino-Alto Adige, che creò una forte autonomia
per l'Alto Adige e venne considerato completamente attuato nel 1992. Questa circostanza permise
all'Italia ed all'Austria di accordarsi sul rilascio da parte di quest'ultima
di una "quietanza liberatoria" che riconosceva l'adempimento da parte
dello Stato italiano degli obblighi di tutela delle comunità tirolese e ladina,
storiche abitatrici della provincia di Bolzano, ancor prima che questa, dal 1918, costituisse parte del territorio
nazionale. In base a tale documento, sottoscritto dai ministri degli esteri
Mock (per l'Austria) e De Michelis (per l'Italia), si stabiliva inoltre da
parte di Vienna l'accettazione perpetua del confine fra i due paesi lungo la
linea del Brennero. Ciò avrebbe dovuto chiudere definitivamente la questione
sudtirolese, ma il testo della "quietanza" fu volutamente ambiguo, in
modo da favorirne l'interpretazione più gradita ai rispettivi establishment
politici e dell'opinione pubblica. Infatti da parte italiana si ritenne che il
documento Mock-De Michelis, chiudendo definitivamente la lunga querelle
diplomatica intercorsa fra i due paesi sull'Alto Adige, esprimesse anche la
pietra tombale, da parte di Vienna, su qualsiasi considerazione futura circa il
ruolo dell'Austria "nazione tutrice" delle comunità tirolese e
ladina, ritenuto a questo punto inammissibile.
Nel 1992 la Repubblica d'Austria ambiva ad
entrare nella Comunità Europea ed era consapevole che l'unico impedimento
poteva provenire dall'Italia, se avesse esercitato il suo diritto di veto alla
richiesta austriaca, come già accaduto nel 1967,
in quel tempo proprio per il perdurare della crisi diplomatica sulla questione
sud tirolese, allora al più alto grado di tensione. Quindi fu suo interesse non
rimarcare la sua opinione discordante sul significato proprio della
"quietanza", che molto probabilmente avrebbe rimesso in discussione
il cammino di adesione alla Comunità Europea, che si era già avviato. In realtà
l'Austria non ha mai rinunciato – dal suo punto di vista legittimamente – a
svolgere una funzione di controllo sulle modalità con cui si esercita il
"dominio" statuale della provincia di Bolzano da parte italiana. Su
questo punto non esiste accordo fra Italia ed Austria neppure oggi, anzi si
evidenzia nella sostanza lo stesso forte contrasto esibito negli anni
cinquanta-sessanta, sebbene oggi si esprima con azioni diplomatiche molto più
controllate. Tuttavia, l'intenzione di inserire, nella nuova Costituzione austriaca,
un preambolo o un articolo che sottolinei proprio la "funzione
tutrice" dell'Austria sulle comunità tirolese e ladina della provincia di
Bolzano, inteso più grossolanamente come una tutela tout court su un territorio
posto al di fuori del suo dominio statuale, sta appesantendo i cordiali
rapporti fra Italia ed Austria dal 2006.
La convivenza pacifica fra i gruppi linguistici
italiano e sud tirolese-ladino è stata messa a dura prova soprattutto negli anni sessanta, quando diversi
attentati dinamitardi sul territorio della provincia di Bolzano, compiuti da
elementi estremisti del contro-irredentismo sudtirolese, diedero vita ad un
movimento terroristico, provocando danni soprattutto ai tralicci della rete
elettrica nazionale e più di venti morti, appartenenti per lo più ai vari corpi
dello Stato, di presidio militare o della sicurezza pubblica, alloggiati in
caserme sul territorio. L'intento degli attentatori terroristi era di ottenere
l'attenzione nazionale ed internazionale intorno alla questione sudtirolese,
utilizzando la leva della violenza. A seguito di questi atti criminali si corse
invece concretamente il rischio di provocare il totale annientamento della
convivenza civile fra i gruppi linguistici, già molto fragile. Per fortuna
l'intelligenza dei ministri degli esteri italiano ed austriaco dell'epoca – Aldo Moro e Kurt
Waldheim – nonché l'atteggiamento
generalmente responsabile del partito "di raccolta" delle comunità
tirolese e ladina, la Südtiroler
Volkspartei, permise di avviare, proprio nel 1969 una soluzione politica del problema
sudtirolese, riuscendo a scacciare i fantasmi di un Alto Adige alla deriva,
come era ormai l'Irlanda del Nord.
Fu così sconfitta la soluzione ormai antistorica
auspicata dai terroristi contro-irredentisti, ma cui guardavano con inquietante
interesse – all'opposto – anche certi altri gruppi sciolti di
"legittimisti italiani", probabilmente simpatizzanti di nuclei di
estrema destra o forse in contatto con elementi dei servizi segreti, che
sostenevano l'utilità di una provincia di Bolzano in stato di polizia
permanente, che avrebbe consentito di affermare in modo definitivo l'italianità
del territorio e quindi, estirpando le cellule terroristiche, anche di mettere
la sordina a qualsiasi disagio di identità delle comunità tirolese e ladina
espresso in forme pacifiche.
Negli ultimi decenni tuttavia, grazie
all'approvazione delle misure contenute nel "pacchetto", la
situazione è mutata progressivamente verso il meglio, sebbene vi siano stati
sporadici strascichi di violenza anche negli anni
settanta e ottanta, anche perché dal governo
centrale italiano arrivò un fiume sempre più copioso di denaro a sostegno delle
nuove prerogative dell'autonomia, sino a quando a partire dal 2010 a Roma si
cominciò a ritenere troppo oneroso questo eccezionale sostegno economico, sotto
la spinta della crisi economica e della propaganda in Veneto del partito della
Lega Nord, che evidenziava le molto minori risorse assegnate al Veneto da essa
amministrato. Alcuni comuni veneti hanno chiesto così provocatoriamente
l'annessione alla provincia di Bolzano, staccandosi dal Veneto, per poter
usufruire delle molto maggiori risorse che la provincia di Bolzano riceve.
MONUMENTI D’INTERESSE DELLA CITTA’:
CASTELLI E RESIDENZE NOBILIARI
Numerosi sono i castelli e le residenze storiche sul territorio
comunale o nelle immediate vicinanze: per questo motivo la conca di Bolzano è
stata dichiarata la zona con la più alta densità di castelli in Europa
·
Castel Firmiano (Schloss
Sigmundskron): domina dall'alto il corso del fiume Adige. È stato ristrutturato ed ora è
la sede principale del Museo
della Montagna ideato dal famoso
alpinista Reinhold Messner.
·
Castel Flavon (Haselburg):
castello medievale dei signori von Haselberg, domina il rione di Aslago (Oberau-Haslach)-
·
Palazzo Gerstburg (Ansitz Gerstburg): dimora seicentesca dei Gerstl von Gerstburg, poi dei
Giovanelli, con dipinti settecenteschi di Martin
Knoller, oggi sede del Tribunale
amministrativo regionale.
·
Castel Hörtenberg (Schloss Hörtenberg): situato nel quartiere di
S. Osvaldo (St. Oswald), eretto nel XVI
secolo dalla famiglia Hörtmair,
poi dei signori Fuchs von Fuchsberg e dei Giovanelli.
·
Castel Mareccio (Schloss
Maretsch): situato in pieno centro storico, lungo il corso del Talvera, circondato da vigneti. Affreschi
del XVI secolo; alcune sale vengono adibite a numerose e prestigiose mostre
temporanee
·
Palazzo Menz (Ansitz Menz): residenza della famiglia patrizia dei
Menz, banchieri settecenteschi, in via della Mostra, adornato all'interno di
pregevoli affreschi di Karl
Henrici.
·
Castel Novale (Schloss
Ried): situato all'imbocco della Val Sarentina (Sarntal)
·
Palazzo Pock (Palais Pock): già dei signori von Liechtenstein,
storica sede del primo Teatro a Bolzano e dell'albergo Kaiserkrone, in piazza
della Mostra.
·
Castel Rafenstein (Burg
Rafenstein): rovine dal Due al Cinquecento, risanate dal 2010
·
Castel Rendelstein (Burg
Rendelstein): castelletto del 1200,
lungo il corso del Talvera
·
Castel Roncolo (Schloss
Runkelstein): situato all'imbocco della Val
Sarentina. È detto "il maniero illustrato" (Bilderburg) per gli
affreschi tre e quattrocenteschi.Ampio spazio dedicato a mostre permanenti e
temporanee
·
Residenza Rottenbuch (Ansitz Rottenbuch): dimora nobiliare del XVII secolo, eretta da David Wagner,
originario di Augusta,
capostipite dei conti von Sarnthein, oggi sede della Soprintendenza ai beni
culturali (Landesdenkmalamt)
·
Castel Sant'Antonio (Schloss
Klebenstein): dimora nobiliare del XIII
secolo
·
Palazzo Stillendorf (Ansitz Stillendorf): dimora dei nobili von
Zallinger, presso la Chiesa al Sacro Cuore
·
Palazzo Toggenburg (Ansitz Toggenburg): già sede dell'antico
giudizio dei signori di Wanga,
poi dei conti Sarnthein, dal XIX
secolo proprietà dei conti Toggenburg
·
Palazzo Trapp (Ansitz Trapp): residenza dei conti von Trapp, in
via della Mostra
·
Castel Treuenstein (Burg
Treuenstein): torre merlata del XIII secolo, nota anche come Gescheibter Turm
·
Castel Weinegg (Burg
Weineck): ne è rimasto solo la cappella
di San Vigilio alle pendici del Virgolo (Virgl)
CHIESE
Numerose sono le chiese di religione Cattolica:
·
Duomo di Bolzano, concattedrale della Diocesi di Bolzano-Bressanone in stile gotico e romanico dedicata a
Santa Maria Assunta
·
Chiesa dei Domenicani, con chiostro in stile gotico
·
Chiesa dei Cappuccini, risalente al XVII secolo con sotterraneo contenente reperti
archeologici di epoca romana e medievale
·
Chiesa dei Francescani, con chiostro in stile gotico
·
Chiesa dei Carmelitani, in stile moderno del 1948
·
Abbazia di Muri-Gries, antico castello principesco medievale, dai
primi del Quattrocento monastero prima agostiniano, poi benedettino
·
Chiesa di Sant'Agostino in
stile barocco contigua all'abbazia di Muri-Gries
·
Chiesa di San Giovanni in Villa, piccola chiesa del XII secolo nell'omonimo quartiere a ridosso del
centro
·
Chiesa dell'Ordine Teutonico, complesso del XIV secolo
·
Vecchia Parrocchiale di Gries, contiene un crocifisso romanico del 1200 e
il prezioso altare a scrigno di legno dello scultore Michael Pacher
·
Chiesa di Santa Maddalena, chiesa del XII secolo nell'omonimo quartiere vinicolo
·
Chiesa del Calvario al Virgolo, chiesa barocca del Settecento su una rupe dominante la città
·
Chiesa di San Vigilio al Virgolo, chiesa romanica del XIII secolo
·
Chiesa di San Martino a Campiglio, chiesa situata nella zona di
Campiglio oggi a fianco all'autostrada
·
Chiesa di Cristo Re (Bolzano) in stile moderno
·
Chiesa del Sacro Cuore, del XIX secolo
ARCHITETTURE CIVILI E MONUMENTI:
In questo caso mi limito ad una
descrizione solo a quelle che ho visitato.
·
Municipio di Carl
Hocheder
·
Palazzo delle Poste, progetto di Albert Canal
·
Monumento a Walther
von der Vogelweide, nell'omonima piazza, opera dello scultore Heinrich Natter
·
Monumento alla Vittoria, nell'omonima piazza, opera
dell'architetto Marcello
Piacentini
MUSEI E GALLERIE D’ARTE
Questo trafiletto sarà molto veloce perché
ne vorrei riparlare nella seconda parte di questo articolo in particolare mi
riferisco al Museo Archeologico Provinciale dove è conservato il corpo di
Otzi,il famoso uomo dei ghiacci o del Similaun (museo più importante di rilevanza
mondiale con una media al giono di 800 visitatori).
I musei della città sono:
·
Museo archeologico provinciale di Bolzano
· Museo civico – Attualmente è chiuso per un lungo restauro e non è
chiaro quando dovrebbe riaprire i battenti: il comune ha infatti problemi a
sostenere l'intera somma necessaria e chiede un grosso contributo alla provincia. Nel progetto attuale, la
ristrutturazione comprende una nuova ala, costituita da un cubo di cinque piani
(progetto Hitthaler-Schwienbacher. È previsto un collegamento sotterraneo con
il museo archeologico.
·
Museion – Il museo
di arte moderna e contemporanea della città. Nato nel 1985, fino al maggio 2008 è
stato ospitato nell'edificio dove ha sede anche la Libera Università di Bolzano.
Successivamente si è spostato nella nuova sede, in via Dante: un avveniristico
cubo in vetro e acciaio.
·
Museo di scienze naturali –
Disposto su tre piani: il piano terra dedicato alle mostre temporanee, gli
altri due alle mostre permanenti ("Geologia dell'Alto Adige" e
"Ambienti naturali dell'Alto Adige") - considerato particolarmente
interessante ed educativo per i bambini
·
Museo della Scuola –
Primo Schulmuseum in Italia. Ospitato all'interno delle
elementari Dante Alighieri, raccoglie materiale documentario storico e
didattico. Importante la raccolta di cartelloni e l'archivio fotografico
·
Museo Mercantile – All'interno del Palazzo Mercantile, ospita una
collezione di ritratti della Casa
d'Austria ed una sezione dedicata
alla storia del magistrato mercantile e di Bolzano come capitale del commercio
·
Museo dei Presepi –
All'interno dell'abbazia benedettina di Muri nel quartiere storico di Gries
·
Museo del duomo/Dommuseum – Allestito nel 2007 nella
prepositura del duomo di Bolzano,
mostra i tesori della chiesa collegiale di Bolzano
·
MMM Firmian - Messner Mountain Museum – Ospitato all'interno di Castel Firmiano è il nuovo museo dedicato alla
«montagne e le sue genti» e realizzato per volontà di Reinhold Messner.
Lo spazio polifunzionale del Centro Trevi ospita frequenti mostre d'arte, ma
anche convegni.
La città è ricca di belle e importanti gallerie
d'arte:
·
Galleria Civica/Stadtgalerie
·
ar/ge kunst Galleria Museo
·
Galleria Prisma
·
Galleria foto-forum
·
Galleria Goethe
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ECONOMIA
Bolzano, città di origini mercantili, era stata
trasformata dalla politica italiana in città industriale, ma nell'ultimo
trentennio si è trasformata da città industriale a centro
terziario con una buona attività
industriale e nelle campagne della periferia è presente un'attività agricola (mele, uva) di qualità, molto
importante è anche il turismo (culturale, business e
escursionistico). A Bolzano esistono una vasta e attiva zona produttiva, già
industriale (ricerca scientifica, autoveicoli pesanti, acciaio ecc.) in cui
sorge il centro d'innovazione Techno
Innovation Park South Tyrol (TIS,
nato dal BIC-Businness Innovation Center) e anche alcune aree artigianali dedite alle produzioni e alle attività
più varie. Il settore tradizionalmente più ricco e redditizio è in ogni caso il commercio (si nota nella zona
centrale, la più antica, con i caratteristici Portici o il quartiere
fieristico.
La maggiore dimensione internazionale e
l'incremento della ricerca scientifica delle principali aziende richiede anche
un maggiore spazio edificabile. Una nuova area a Bolzano Sud, lungo via
Einstein, è stata strappata alla campagna per poter ospitare nuovi insediamenti
commerciali. In seguito alla sempre minore disponibilità di terreni edificabile
(Bolzano è un comune con un territorio molto ridotto rispetto alla popolazione
residente ed alle attività operanti), sono stati comunicati nel corso dei primi
mesi i progetti per la
costruzione di tre nuovi grattacieli: due torri gemelle ai Piani di
rispettivamente 39 e 40 metri e una torre di 50 metri nell'area della nuova
sede della Salewa, progettata
dagli architetti Cino Zucchi e Park Associati, che ospita una
palestra per l'arrampicata, un hotel, una caffetteria e un asilo, oltre al
centro ricerca e sviluppo, uffici e sale conferenze. La nuova torre sarà il
grattacielo più alto della regione, superando di mezzo metro le due torri
residenziali nel quartiere Europa a Don
Bosco, attualmente le più alte. In zona Piani è sorta la City Tower di 45
metri. Il primato della torre Salewa è stata però superato nel 2011 da una
nuova torre in zona ex Magnesio di 57,50 metri, la torre Hafner.
Con il cambiamento di legislatura nel 2006 sono
entrati in vigore le nuove leggi provinciali sul commercio al dettaglio nella
zone produttive; infatti molte erano e sono tuttora le richieste di aprire
spazi commerciali nella zona produttiva di Bolzano Sud e in quella di Bolzano
Est. A seguito di ciò sono sorti nella zona di Bolzano Sud un ipermercato Interspar di 3.500 m² e un centro
commerciale (Centrum) di circa 15.000 m² con un ipermercato Poli di
2.500 m², un negozio di elettronica Euronics, una palestra, un negozio di
calzature Pittarello, uno di prodotti ittici surgelati e diversi altri esercizi
commerciali minori. Da molto tempo si parla della realizzazione di un piccolo
centro commerciale nel centro storico in un edificio ancora in fase di
pianificazione e di un più grande centro commerciale nella zona dei Piani di
Bolzano o nel futuro areale ferroviario.
Aspetti negativi della vita a Bolzano sono la
non ancora completa comprensione reciproca fra abitanti di lingua italiana e
tedesca, il relativo inquinamento (traffico veicolare, riscaldamento
prolungato, industria) aggravato dalla mancanza di una vera e propria
circonvallazione, i costi elevati delle merci di prima necessità e soprattutto
degli alloggi. Quest'ultimo punto è aggravato dalla scarsa disponibilità di
immobili privati destinati all'affitto, anche se è molto forte la presenza
dell'edilizia pubblica (tramite l'IPES, l'Istituto provinciale per l'edilizia
sociale).
Secondo dati Eurostat Bolzano con la sua provincia è l'area
più ricca d'Italia e all'ottavo posto nell'Unione Europea. Nel 2010 la
città giunge prima nella classifica del giornale Il Sole 24 ore, precedendo Trento al secondo posto.
Bolzano è sede di aziende piccole, medie e
grandi, con un numero maggiore di quelle medio-piccole. Molte operano anche su
un mercato internazionale, mentre altre svolgono un ruolo di primaria
importanza solo in Alto Adige.
Bolzano è il maggior polo produttivo della provincia ed annovera le aziende tra
le più grandi dell'Alto Adige.
I media, nel novembre 2006 avevano
riferito che la Fercam sarebbe dovuta essere la prima azienda
altoatesina ad entrare alla borsa
di Milano nel corso del 2007. Nell'estate successiva l'azienda ha
comunicato un rinvio a data da destinarsi. Quasi contemporaneamente,
il 18 luglio 2007, era la Fri-El Green Power a comunicare l'intenzione di approdare
a Piazza Affari. L'autorizzazione alla quotazione è arrivata il 29 ottobre: il collocamento aveva avuto inizio il
12 novembre,ma proprio al termine del periodo di offerta, il 20 novembre lo
sbarco a Piazza Affari saltava.
Vi ricordo alcune delle ditte più famose:
-
ASPIAG (Despar)
-
Lanzardo
-
Fercam
-
Fiera Bolzano
-
Iveco
-
Bignami
-
Mila
-
Acciaierie Valbruna
-
Salewa
-
Thun
Vi aspetto nella seconda parte
dell’articolo,intanto vi lascio ammirare le foto realizzata in una calda
giornata estiva di agosto (40°C gradi con umidità al 80°C,insomma una
stangata).Piazza e dintorni Walther von der Vogelweide |
Vie del centro affrescate |
Facciata duomo |
Fontana del tritone nella piazza del Mercato Antico |
Interno duomo |
Funivie |
Piazza Walther von der Vogelweide con monumento |
Vi aspetto numerosi al prossimo articolo.
A presto!