giovedì 16 maggio 2013

19° tappa: Isola del Piano (PU)


Finalmente vi descrivo un nuovo articolo dedicato alla nostra provincia: Pesaro  - Urbino.
E’ un piccolo centro quello che vorrei descrivervi che si trova nella valle del Metauro, Isola del Piano un comune di 654 abitanti nelle Marche.
Situata a ridosso dei monti delle Cesane  e dista 30 km da Fano.
Di questo luogo vi sono documenti del XII secolo,la cittadine di origine ghibellina venne bruciata da parte di Rimini che invece era guelfa. Negli anni successivi Isola del Piano passò sotto il Ducato di Urbino fino al 1574 quando passò ai Castiglioni di Mantova.
Monumenti e luoghi d’interesse sono:
-                      Convento di Montebello XIV secolo ora sede del Museo della civiltà contadina;
-                      Chiese dell’Annunziata  dove vi sono alcuni affreschi di età rinascimentale in parte dipinti da Giovanni Santi (padre di Raffaello);
-                      Canonica di Castelgagliardo edificata intorno al 1300 con mura di cinta in ottimo stato ora è la sede del museo “Trecce e Intrecci”.
A differenza di Firenze e dei vari musei questi sono articoli sono più brevi perché non ci sono numerosi monumenti ed ho passato solo un paio di ore in questi luoghi.
A presto!

AHIME' NON RIESCO A TROVARE LA FOTO QUINDI VI POSTO QUESTO ARTICOLO SENZA FOTO

giovedì 2 maggio 2013

GALLERIA D’ARTE MODERNA - Palazzo Pitti

E’ uno dei musei ospitati in Palazzo Pitti a Firenze.
Offre una vasta collezione del panorama italiano completo dal periodo artistico del fine Settecento (epoca neoclassica) ai primi decenni del Novecento,basata sulla pittura italiana ma con qualche importante scultura coeva e con significativi esempi artistici stranieri.
E’ suddivisa in ordine cronologico nell’ala nord del Palazzo al secondo piano inpiù di trenta stanze,una delle ultime are del palazzo ad essere convertite in museo,dove fino agli anni’30 del Novecento hanno saltuariamente vissuto i rappresentanti di Casa Savoia in visita alla città e dove era ospitate la Biblioteche Palatina confluita in parte nella Biblioteca Magliabechiana nonché una parte nel mezzanino detto degli occhi,da tema della decorazione.
Quando io ho visitato questa area museale erano esposte delle opere dei macchiaioli italiani,mostre – evento che collaborava con i Beni Culturali.
A mio parere quest’area del Palazzo è molto bella e sinceramente è stato un peccano e forse in quel momento non ci avevo pensato ma potevo farmi guidare da una guida poiché le opere sono numerose e vederle tutte nei minimi particolari si fa un po’ fatica,per fortuna poi quando uscita dal museo mi sono fermata nell’area dedicata al Book Shop ho potuto acquistarne una guida che tengo custodita in casa con la speranza di ritornarci e visitare l’aree che non ho fatto.

STORIA
La collezione della pinacoteca si formò nella seconda metà dell’Ottocento dalla raccolta delle migliori opere provenienti dai concorsi dell’Accademia delle Arti e del Disegno un tempo esposte nella galleria dell’Accademia e più tardi fu arricchita dal confluire di numerose collezioni cittadine di arte del periodo come quella di Diego Martelli acquisita nel 1897. L’allestimento attuale risale al 1972 – 1979 ma dei restauri nelle sale si sono svolti anche nel 2005. La collezione gode di una disciplina giuridica particolare con una convenzione tra Stato e Comune di Firenze.

OPERE PRINCIPALI
Il percorso espositivo inizia dal neoclassicismo con opere di Napoleone di Pietro Benvenuti come Il giuramento dei Sassoni di Giuseppe Bezzuoli come la grandiosa tela de L’entrata di Carlo VIII e di Francesco Hayez (Sansone 1842 sala 2; I due Foscari 1851 – 52 sala 5). Le sculture più importanti nelle prime sale sono la Calliope di Antonio Canovo, la Psiche di Pietro Tenerani e il famoso Abele di Giovanni Duprè.
Numerosi sono i dipinti di soggetto storico,contemporaneo e più antico che documentano bene questo aspetto della cultura artistica del Risorgimento: fra le tele più importanti La cacciata del Duca d’Atene di Stefano Ussi.
Fra le opere più conosciute vi sono quelle appartenenti alla scuola dei macchiaioli l’anticipazione italiana dell’espressionismo,in larga parte proveniente dalle raccolte di Diego Martelli che fu un critico d’arte e amico dei  principali esponenti di questa corrente. I macchiaioli,con le loro ricerche innovative sulla luce e sulla stesura del colore “a macchie”,svilupparono il loro linguaggio artistico: accanto alle avanguardie francesi.
Fra i capiscuola Giovanni Fattori presente con una cospicua collezione  di opere sia caratteristiche storico sia i celebri paesaggi maremmani fra le quali l’Autoritratto (1854 sala 13),Il campo italiano dopo la battaglia di Magenta (1862 sala 18), La cugina Argia (1861 sala 23), La staffato (1880 sala 24), La rotonda calmieri e il Ritratto della figliastra (1889 sala 24).
Silvestro Lega fra le tele più significative La visita alla balia (1873 sala 17) e Telemaco Signorini fra le varie opere la Leith del 1881 (sala 23).
Altri pittori presenti sono Giovanni Boldini con i famosi ritratti dal rapidissimo ed elegante tratto,Federico Zandomenighi (Ritratto di Diego Martelli 1879 sala 16),Francesco Podesti (Ritratto della poetessa Elizabeth Barrett Browing con il figlioletto Robert) Antonio Donghi,Giorgio Moranti,Filippo De Pisis, i Futuristi come Giacomo Balla e Filippo Martinetti,Elisabeth Chaplin. Sono presenti anche opere di scultura come Adriano Cecioni e incisioni.
Questo è il mio ultimo articolo dedicato alla città di Firenze e legato ad un viaggio che ho fatto nel 2008.
Vi aspetto con nuovi articoli che sto trascrivendo in questo periodo e che riguardano i miei viaggetti nella provincia di Pesaro - Urbino e dintorni.

SALA DI VENERE Galleria Palatina - Palazzo Pitti

Oltre al movimentato affresco sulla volta di Pietro da Cortona dedicato all'operato di Venere e Cupido,qui si conserva una famosa Venere italica di Antonio Canova. Sono quattro i capolavori esposti di Tiziano: Concerto opera giovanile,Il Ritratto di Giulio II copiato da Raffaello (opera alla National Gallery di Londra) ma diverso nei risultati soprattutto legati al magistrale uso del colore tipico di Tiziano, La Bella dipinto per il duca di Urbino (1536) e il Ritratto di Pietro Aretino (1545) dove si manifesta appieno la ricchezza cromatica e la complessità stilistica delle opere della maturità del maestro,per esempio il contrasto tra i rossi della barva e il blu della veste che esalta la figura e da una sfumatura inquietante al personaggio,girato schivamente di profilo.
Vi sono opere che ricordano lo stile di Rubens di Pietro da Cortona che le sue opere di equivalente stile fiammingo come Tiziano,infatti qui sono collocate due suoi grandiosi e solenni paesaggi,il Ritorno dei contadini dai campi e Ulisse nell’isola dei Faeci. Infine sono degne di nota due marine (Marina del Faro e Marina del Porto) dipinte tra il 1640 e il 1649 dal celebre paesaggista napoletano Salvator Rosa.

SALA DI APOLLO Galleria Palatina - Palazzo Pitti

Domina la sala una grande pala con la Sacra Conversazione di Rosso Fiorentino (1522),il più importante artista fiorentino del primo manierismo assieme a Jacopo Pontormo,la cui tela fu ampliata in epoca barocca per essere adattata alla cornice. Qui si trovano anche due opere di Andrea del Sarto,la Pietà di Luco (1523 – 1524),maestosa ed equilibrata e la Sacra Famiglia Medici,uno dei suoi ultimi lavori,mentre altre due opere di Tiziano sono esposte vicino:l’Uomo  dagli occhi glauchi (1540 circa) e la famosa Maddalena,anteriore al 1548 e molto copiata dagli artisti che ebbero modo di ammirarla.
Si trovano qui anche altre opere importanti della scuola veneziana come il Ritratto di Vincenzo Zeno di Tintoretto,la Ninfa e il satiro di Dosso Dossi ( in realtà il titolo tradizionale è incorretto perché si tratta di una scena ispirata dall’Orlando Furioso).
L’Ospitalità di san Giuliano (1612 – 1618 circa) esemplifica lo stile monumentale del fiorentino Alessandro Allori,mentre la Risurrezione di Tabita del giovane Guercino e la Cleopatra,opera matura di Guido Reni,mostrano la grandiosità della scuola bolognese del Seicento.
L’arte fiamminga è rappresentata dal celebre Doppio ritratto di Carlo I d’Inghilterra e di Enrichetta di Tranciai ispirato a Van Dyck,dal Ritratto dell’infanta Isabella Clara Eugenia di Spagna in abito di clarissa di Rubens (1625) e dal Ritratto della Granduchessa Vittoria della Rovere di Giusto Suttermans (1640 circa).
Ritratto di Vincenzo Zeno opera di Tintoretto

SALA DI MARTE Galleria Palatina - Palazzo Pitti

In questa sala sono collocati due capolavori di Rubens LE CONSEGUENZE DELLA GUERRA (1638), una allegoria grandiosa in sintonia con il tema degli affreschi di Pietro da Cortona sul soffitto e i QUATTRO FILOSOFI,di grande intensità. Entrambe le tele sono ricche di citazioni letterarie e filosofiche e vi compaiono spesso figure della mitologia greca.
Arricchiscono la sala anche una serie di ritratti fra i quali i più importanti sono di Van Dyck,Tiziano,Tintoretto e Paolo Veronese.

Le conseguenze della guerra di Rubens