giovedì 21 giugno 2012

Esplorazione nel hinterland perugino: Pietralunga (PG)

Mi piace in estate per superare il caldo e l’afa andare in giro per paesi  e questo è stato uno di quelli.
Pietrolunga è un comune dell’Umbria in provincia di Perugia. Il suo territorio è molto esteso ma conta 2270 abitanti.
E’ situato nella parte nord – orientale dell’Alta Valle del Tevere,a 566 metri di altitudine sul livello del mare.
La città ha origini preistoriche ed il flauto su tibia umana conservato presso il Museo archeologico di Perugia,i vari castellieri sparsi nel territorio ed i ritrovamenti di materiali litico ne sono la tangibile testimonianza.
Durante il periodo romano,il più florido è conosciuta col nome di Forum Julii Concupiensium.
L’oppidum dei foroiulienses cognomine concupienses elevato a Municipium (municipio) nell’età augustea,è citato anche da Plinio il Vecchio nella “Naturalis historia” (III. 14.112 – 113).
Di questo periodo restano significative testimonianze come ville,acquedotti,fistulae aquariae,monete e importanti strade (diverticela) con tratti internamente basolati.
Secondo la leggenda durante l’affermazione del Cristianesimo nel territorio ci è pervenuta notizia attraverso il martirologio di san Crescenziano,un legionario romano al quale si attribuisce la sacra uccisione di un drago alle porte di Tiferno (Città di Castello). Crescenziano,messaggero della nuova dottrina venne decapitato e sepolto a Pieve de’Saddi dove,a tifernate,per accogliere le spoglie del martire.
Durante le invasioni barbariche venne riedificata tra il VI secolo e il VII secolo dopo cristo nell’odierno colle assumendo il nome di Plebs Tuphiae. A questo periodo risalgono la costruzione della Pieve di Santa Maria e l’edificazione della Rocca longobarda pentagonale.
Nel XI secolo fino al XIV secolo Pietralunga prese il nome di Pratolonga,in quel periodo si sottomise e divenne parte integrante di Città di Castello, Questo status politico amministrativo durò fino al 1817 anno in cui Pratalonga venne italianizzato in Pietralunga e venne elevato al grado di Comune.
Durante la Prima guerra Mondiale (1915 – 1918) oltre cento cittadini perirono per il bene e la difesa della Patria. A ricordo la popolazione ed il Comune eressero un monumento al centro dei giardini nella piazza principale. Pietralunga è tra le Città decorate al Valor Militare per la Guerra di Liberazione,perché è stata insignita della Medaglia di Bronzo al Valor Militare per i sacrifici della sua popolazione e per la sua attività nella lotta partigiana durante la Seconda Guerra Mondiale ed è sede del Monumento regionale al partigiano umbro.
L’8 settembre 1943,presso il voc. San Salvatore,e il 13 settembre 1943 in loc. San Faustino del Comune di Pietralunga,si costituivano i nuclei di resistenza ai nazi – fascisti. Dai primi nuclei nasceva una Brigata organizzata in seguito denominata Brigata Proletaria d’urto San  Faustino. Dopo un inverno di  resistenza e vari scontri militari,finalmente il 30 aprile 1944,la Brigata occupava la caserma dei Repubblichini di Pietralunga e dichiarava Pietralunga Zona Libera insediando di nuovo il sindaco Luigi Pauselli cacciato dai Fascisti nell’aprile del 1921; festeggiando nella massima libertà dopo 23 anni,la festa del 1° maggio. Dopo questa data,il 7 maggio 1944 Pietralunga subiva un disastroso rastrellamento che culminò con la fucilazione di sette ragazzi nella piazza centrale del paese e con quella,il 9 maggio 1944 a Città di Castello,senza processo, del martire della resistenza Venanzio Gabbiotti. Il territorio divenne un teatro sanguinoso di scontri tra alleati e partigiani da una parte,e nazi – fascisti dall’altra,con devastazioni e perdite umane anche tra i civili,sino alla definitiva liberazione avvenuta il 29 luglio 1944.
Unico Comune dell’Umbra decorato al Valor Militare,per unanime volontà di partigiani e istituzioni è stato identificato come simbolo regionale della Resistenza.
Quando leggo e poi riassumo questi fatti di notevole importanza e di un valore comune mi rendo conto  che quel periodo della Seconda Guerra Mondiale c’erano persone che hanno reso l’Italia ed il loro valore di Patri un ideale bellissimo che molto spesso visti i tempi stiamo perdendo.
Mi viene da dire GRAZIE a voi l’Italia ha dato una svolta positivo visto che in quel periodo nero siete riuscita a vedere la luce.
Chissà se anche noi un giorno saremo eroi comuni del nostro vivere?
Dopo tutto questo riflettere vorrei cambiare discorso descrivendovi chiese e luoghi d’interesse a Pietralunga.
Pieve di Santa Maria (VIII secolo/X secolo): al suo interno sono conservate affreschi del martirio di San Sebastiano di Raffaellino del Colle e la copia del Polittico di Ottaviano Nelli,il cui originale,tempera su tavola datata maggio 1403 è conservata dal 1955 presso la Galleria Nazionale dell’Umbria. L’odierna facciata della chiesa è frutto di una sostanziale modificazione (rotazione di 180°),eseguita alla fine del XIX secolo che ha comportato l’abbattimento dell’abside per fare posto alla nuova entrata e la chiusura di quella originale.
Di fatti della chiesa originale si può ancora oggi vedere il retro della chiesa,è veramente strano ammirare il rosone superiore e un portale romanico nel retro di una chiesa. Sul fianco destro,all’altezza di circa 3 metri vi è un iscrizione in caratteri gotici che attesta la vetustà dell’edificio.
Chiesa del Gonfalone (XIV secolo) si trova sul retro della Pieve di Santa Maria,oggi non è più officiata ma nei secoli passati venivano celebrati i Consigli.
Santuario della Madonna dei Rimedi (non l’abbiamo ancora visitata ma spero di provvedere quest’anno e poi ovviamente inserirò un articolo nuovo di ZECCA).
Pieve de’Saddi,idem come la precedente anche se ho letto che questa chiesa ha origini paleocristiane venne edificata sopra un preesistente tempio romano.
La Rocca longobarda pentagonale: si trova nel centro della piazza si possono ammirare i resti della porta di accesso alla struttura difensiva. Costruita in epoca longobarda (attorno all’VII secolo d.c.) come sede gastaldale e avamposto militare. Il torrione pentagonale di avvistamento e difesa comunemente chiamato Rocca.
All’interno erano collocati: il cassero,il mastio,gli alloggi per le truppe,le cucine,le stalle e il pozzo per il rifornimento idrico.
Originariamente il piano di compagna del castello si trovava all’altezza della porta d’ingresso. Il livello odierno è dovuto a scavi e rimozioni nel volgere dei secoli.
Porta medievale del Cassino:una delle tre porte della cittadella ben conservata. Questa porta si chiamava così perché fungeva anche da posto di guardia vi erano collocate lagaritti e cassino,dove i soldati a turno sorvegliavano l’accesso alla cittadella.
La torre dell’Orologio del XVII secolo il macchinario e le campane dell’orologio pubblico sono stati collocati lì dal 1645.
Il Palazzo comunale fu eretto tra il 1498 e il 1502 da Mons. Giulio Vitelli arciprete come sede di rappresentanza dell’arcipretura pietralunghese sopra una parte del maschio della fortezza longobarda. Questo palazzo dal XVII secolo al XIX divenne prima sede municipale pietralunghese,è stato di proprietà e utilizzato dal Sacro Ordine dei Cavaglieri di Malta.
Mi auguro che questo nuovo articolo vi piaccia e vi sia utile.
Tornerò presto con un nuovo articolo!



Rocca Longobarda

Chiesa Santa Maria

facciata palazzo municipale

visuale delle campagne dal borgo di Pietralunga

retro Chiesa Santa Maria

Porta del Cassero

particolare visuale della Rocca longobarda

Vicolo per il centro della cittadella di Pietralunga

venerdì 15 giugno 2012

Fine settimana Svizzero: San Gallo

Il tempo è passato,quasi due anni da questo viaggio.
Scoprire nuovi paesi e nuovi stili di vita per me sono un arricchire la mia cultura ed aumentare la mia curiosità.
Ovviamente tutti i miei viaggi salvo alcuni,gli ho fatti con il mio compagno di vita,il mio fidanzato.
Uno di questi aspetti importanti a mio conto ci unisce.
Questo è stato il nostro primo viaggio in Svizzera,siamo andati a trovare degli amici.
Appena superato il confine,dopo Chiasso ci siamo diretti per il passo del San Bernardino e con grande meraviglia del meraviglioso paesaggio alpino abbiamo notato il “leggero” cambio climatico ed abbiamo notato anche che l’autunno da quelle parti era molto avanti rispetto da noi. Le foglie stavano cadendo dagli alberi salvo ovviamente le conifere era di un verde scuro.
All’inizio il percorso è stato tortuoso poi superato completamente il confine e superata la dogana ci siamo organizzati con il bollino per l’autostrada che è obbligatorio avercelo (noi abbiamo preso quello valido per 10 giorni ma so che esiste uno per tre mesi fino ad un anno,salvo cambiamenti).
Le autostrade svizzere come quelle austriache sono molto ordinate,per andare a San Gallo che si trova a nord – est della Svizzera è il cantone più a nord ad un’ora da Zurigo e confina a pochi chilometri dall’Austria e Germania.
Arrivati a San Gallo avevamo appuntamento con i nostri amici ed ancora non eravamo organizzati con quel marchingegno chiamato Tomtom quindi è stato un po’ faticoso trovarli e soprattutto ogni 10 mt. il paesaggio è sempre uguale stessi negozi e per questo motivo che all’inizio ci siamo confusi ma per fortuna alla fine ci siamo incontrati.
La città a primo acchito in periferia sembra molto ordinaria,gente aspetta il bus,gente che compra il giornale o va fare la spesa,una città qualunque di qualunque paese sia italiano che straniero.
Mentre il centro storico è poco frequentato forse dipendeva del periodo  dell’anno (ottobre) oppure il centro storico è pieno di uffici e forse è più frequentato di giorno.
I negozi come in tutta la fascia austriaca –germanica chiudono durante la settimana alle 17.30 mentre il sabato chiudono tutti alle 17.00.
La città conta 72600 abitanti,è posto ad una altezza di 700 metri sul livello del mare,è una delle città Svizzere situata ad un livello sul mare fra i più alti.
Le sue origini risalgono ad un eremo fondato nel 614 dall’irlandese san Gallo che era uno dei 12 monacicolombaniani che accompagnarono nell’Europa continentale san Colombano,il fondatore dell’Abbazia di San Colombano di Bobbio.
San Gallo non giunse in Italia,ma si trattenne sulle rive della Steinach nei pressi di Arbon,per vivere come eremita. Sul luogo dove era situato il suo eramo,nel 747,l’alemanno monaco benedettino San Omaro trasformò la piccola comunità venutasi a creare in una comunità monastica,riunita sotto la Regola benedettina,erigendovi un’Abbazia che porta il nome del santo.
Nonostante le ostilità del vescovado di Costanza,divenne uno dei più importanti centri culturali e di potere dell’Europa,possedendo una splendida biblioteca (ancora oggi visitabile). Nel 920 la sua scuola contava 300 allievi e i suoi domini comprendevano circa 48000 Ha di territorio.
Nel 1026 l’abate Ulrico II ricevette il titolo di principe dell’impero formando un suo Principato che durò fino al 1808.
Attorno all’abbazia si formò la città che nel corso del tempo si ingrandì trovandosi in contrapposizione con il potere politico ed ecclesiastico del monastero. Durante la Riforma protestante la città scelse la Confessione Luterana. Da quei giorni,una delle porte del monastero è intitolata a Carlo Borromeo,vescovo di Milano perché la sua uscita dalla città segnò la vittoria della parte riformata. Alleata dai riformati alla Conferenza Svizzera dal 1648 perso il voto alla Dieta imperiale e fu distaccata dall’impero finchè nel 1798 è assimilato dalla Repubblica Elvetica e l’anno dopo ricostituito come principato. Nel 1803 si formò il Cantone di San Gallo che poi abolì definitivamente il Principato. L’Abbazia nel 1836 diventò la sede del Vicariato ecclesiastico e nel 1846 fu elevata a Cattedrale e sede dell’attuale Vescovado.
Dopo avervi descritto un po’ di storia vi posso dirvi che il suo corso o via principale è molto caratteristico con tante terrazzi chiusi e decorati allo stile austro – bavarese. Di fatti né ho fotografati alcuni veramente spettacolari.
Quando si arriva all’abbazia/cattedrale e tutto il suo complesso è veramente maestoso.
Si presenta molto simile a Pisa nella Piazza dei Miracoli,un grande spiazzale verdeggiante che crea un paesaggio suggestivo.
Mano a mano che ti avvicini alla cattedrale hai quella sensazione che poche volte si ha,sentirsi piccoli e la paura che questi edifici maestosi ti cadano addosso.
L’Abbazia di San Gallo (in tedesco Furstabtei Sankt Gallen) fu per molti secoli una delle principali abbazie benedettine d’Europa. E’ situata nella città di San Gallo nell’odierna Svizzera.
Venne fondata nel 612 come eremo e prese il nome da san Gallo,un monaco irlandese.
Seguiva la regola celtico – irlandese scritta dal maestro Colombano a Luxeuil.
Il monastero dopo la morte di san Gallo andò in rovina ma il conte di Waltram di Turgovia,nel 719 incaricò il monaco benedettino Omaro di ripristinare la funzionalità. Omaro lo ricostruì radicalmente ex novo come abbazia,prevedendo che i monaci colombaniani potessero viverci in comunità ed adottò per loro una regola nel 747 venne trasformata in regola benedettina abbandonando quella adottata da San Colombano il che lasciò per degli strascichi che sfociarono in una congiura contro l’abate dell’Abbazia. In essa furono poste in custodia le reliquie di San Gallo.
Durante il regno di Pipino il Breve venne fondata la famosa scuola di San Gallo,in cui le arti,le lettere e le scienze fiorirono.
Sotto l’abate Waldo di Reichenau (782 – 784) vennero copiati molti manoscritti formandosi così una nutrita biblioteca. Numerosi monaci anglosassoni e irlandesi si riunirono per dedicarsi alla copia dei libri. Su richiesta di Carlo Magno e del Papa Adriano,gli inviarono molti dei salmodianti da Roma,i quali propagandarono l’uso dei canti gregoriani. Nel secolo seguente l’abbazia di San Gallo entrò in conflitto con quella vicina di Reichenau sull’omonima isola,nel lago di Costanza.
Tra il 924 e il 933 i magiari minacciarono l’abbazia ed i libri furono spostati a Reichenau per sicurezza. La maggior parte di essi, fece ritorno all’abbazia di San Gallo.
Nel 1032 san Poppone divenuto abate,v’introdusse la riforma cluniacense.
Nel predicesi secolo,l’abbazia e la città divennero un principato indipendente su cui gli abati regnarono vantando il titolare di principe del Sacro Romano Impero.
Sotto la guida dell’abate Pio (1630 – 1670) venne iniziata la stampa dei libri. Nel 1712,l’abbazia subì grandi cambiamenti a seguito del saccheggio della Svizzera,gran parte dei libri e manoscritti vennero portati a Zurigo e Berna. Dopo il ripristino dell’ordine,San Gallo divenne la residenza del vescovo ed ospitò gli uffici amministrativi del cantone,oltre ai resti dell’antica biblioteca.
E’ rimasto ben poco dell’originale monastero medioevale. La maggior parte delle strutture compresa la cattedrale vennero progettate in stile tardo barocco e costruite tra il 1755 ed il 1768.
La biblioteca di San Gallo è considerata una delle più ricche di tutto il Medioevo,ospita una delle più impressionanti collezioni di libri in lingua tedesca del primo Medioevo. Nel 2005 conteneva più di 160000 libri di cui  2200 scritti a mano e 500 risalenti a prima dell’anno 1000. In seguito la Stiftbibliothek diede inizio ad un progetto per la digitalizzazione dei manoscritti.
La libreria contiene il Codex Abrogans uno dei più antichi testi in lingua tedesca esistente risalente al ottavo secolo e generalmente attribuito a Arbeo von Freising,vescovo e letterato austriaco dell’epoca.
E’ presente inoltre un cartiglio senza eguali del nono secolo noto con il nome di Pianta di San Gallo che racchiude gli unici documenti d’architettura risalenti a 700 anni fa circa,tra la caduta dell’Impero ed il tredicesimo secolo. I piani non vennero mai eseguiti,ed il loro nome è divenuto al fatto di essere stati conservati all’interno dell’abbazia dove possono tutt’ora essere trovati. I piani rappresentano del monachesimo nell’Impero franco,durante i primi anni dell’imperatore Ludovico I (tra l’814 e l’817).
Nel 1983 il convento di San Gallo venne inserito dell’UNESCO tra i Patrimoni dell’Umanità come “perfetto esempio di grande monastero Carolingio”.
L’interno della chiesa si presenta maestosa come l’esterno,non si potrebbero fare foto ma questa volta ci siamo fregati delle regole e né abbiamo approfittato con l’aiuto dei nostri amici,peccato che poi Ricky si è scordato di togliere il flash nella fotocamera e ci hanno quasi scoperto guardandoci in cagnesco.
Abbiamo passato una bella serata ma poi purtroppo ci eravamo organizzati diversamente per la notte ed a loro è dispiaciuto molto ma purtroppo ormai avevamo prenotato la stanza per dormire.
Di notte si fa fatica a ritrovare le autostrade perché purtroppo non hanno ottime segnalazioni e gli incroci quando si entra in autostrada sono bui quindi un paio di volte abbiamo sbagliato ma poi per fortuna siamo riusciti ad arrivare in hotel.
L’hotel era nella vicina Austria solo a 10 km da San Gallo, a Dornbirn.
In quel periodo a San Gallo si tiene l’Olma è una specie di festa agricola con vari stand che porta molto turismo dalle zone limitrofe e dai vicini Paesi Europei.
Gli hotel sono troppo costosi,pure i B&B ma oltre tutto non si trova neanche una stanza per questo abbiamo scelto di andare in Austria.
Dornbirn,a primo acchito salvo la sera di venerdì fino a domenica mattina ci è piaciuta.
L’Austria ci è sempre piaciuta e ci è rimasta nel cuore <3
Questa città austriaca è  di 46000 abitanti situata nella Land Voralberg capoluogo dell’monimo distretto. E’ la decima città più grande dell’Austria e un importante centro commerciale. Posta sulla riva destra del Reno a poca distanza del confine svizzero e non distante da Bregenz e del confine tedesco. E’ attraversato dal Dombirmner Ach immissione del lago di Costanza.
Abbiamo visto anche il Reno e siamo rimasti molto male perché a differenza dei nostri fiumi che sono di tipo torrenziale e nei mesi estivi sono a secco qui essendo un fiume alpino è tutto il contrario e quindi abbiamo visto il grande letto del fiume.
Un po’ mi è dispiaciuto,ammetto avrei voluto vederlo pieno,ho capito che se andrò in Germania o in Svizzera devo andarci assolutamente in estate per godermi il bel paesaggio.
Sabato mattina dopo colazione ci siamo subito ritrasferiti a San Gallo a fare un po’ di shopping,seconda alcune amiche che poi erano la famiglia che andavamo a trovare in Svizzera era tutto economico.
Scusate la parola ma era una CAZZATA pazzesca con il fatto che il Franco Svizzero è meno dell’Euro ma nonostante ciò molti prodotti anche quelli di base alimentare sono ultra costosi.
La vita in Svizzera penso che sia troppo alta ma la qualità è media.
Quindi ci siamo limitati di fare compere e poi se presenti l’Euro in Svizzera ti storcono il naso perché ci vanno a perdere con il cambio.
Quando sono andata in banca  mi hanno confermato che accettavano anche gli euri visto che commerciano con l’Europa normalmente e mi avevano sconsigliato di cambiarli in Franchi perché ci andavo a perdere e poi solo per due giorni non né valeva la pena.
Mentre sia la famiglia che le nostre amiche ci avevano detto il contrario.
Nonostante ciò,non abbiamo pagato molto l’albergo visto che era prevista solo la prima colazione ed i pranzi e cene abbondanti ce li preparavano i nostri amici.
Ho notato a parte a livello economico,la Svizzera come altri paesi europei sono molto fantasiosi a livello di allestimenti dei negozi,allestimenti di aiuole e pure molto ordinati.
Abbiamo fatto un salto anche all’Olma (tanto per digerire quello che avevamo mangiato,avere amici calabresi in alcuni casi  è deleterio per lo stomaco ma l’ottima compagnia ripaga tutto il loro affetto),una bella festa di paese con stand gastronomici,mercatini e giostre molto simile ma leggermente in grande alla festa di San Gregorio che fanno nel paese natale di mia madre (Morciano di Romagna in provincia di Rimini).
Io fifona come sono non mi sono sentita di fare nessun gioco,per me solo quelli che fanno i bambini di  4 anni penso che già l’altalena sia il massimo che potrei fare di azzardato!
Mentre Ricky che non si tira mai indietro ha fatto un paio di giochi.
Il ritorno è stato molto belle peccato che avevamo la macchina strapiena di oggetti da portare alle nostre amiche.
Abbiamo visto la nostra prima neve al ritorno per il valico del san Bernardino.
E’ stato un bel viaggio abbiamo visto tanti luoghi interessanti e un po’ mi è dispiaciuto che sia passato tutto così in fretta.
Vi aspetto la prossima settimana con un nuovo articolo.
A presto!         
Ingresso all'OLMA

Parco

Museo della città


Balcone tipico di San Gallo

Facciata esterna biblioteca

particolare campanile della Cattedrale

Facciata esterno cattedrale

interno cattedrale

particolare affreschi nel soffitto
altro balcone particolare a  San Gallo

Alien particolare in un centro commerciale di San Gallo

La prima neve nel passo del Bernardino




venerdì 8 giugno 2012

18° Tappa: Tavoleto (PU)

Vi avevo promesso che in questa settimana avrei aggiornato il blog almeno per tre volte purtroppo devo deludervi…se va bene riesco ad aggiornarlo solo due volte.
Voglio parlarvi di un altro paese della provincia di Pesaro – Urbino a pochi chilometri dalla Romagna e dalla limitrofa provincia di Rimini.
Tavolato è un comune italiano di 923 abitanti,comprende nel territorio un’exclave identificabile nelle frazioni di Ripamassana e Valle Fuini comprese tra i comuni di Auditore,Mercatino Conca,Sassocorvaro e Montecerignone.
Il borgo sorge tutto attorno al castello,opera della famiglia Malatesta del 1300 e fu conteso tra la famiglia Malatesta e dei Montefeltro.
Nel 1631 diventa di dominio diretto del Papato e successivamente nel 1885 vene donato assieme ai territori circostanti all’Avv. Petrangolini assegnato con il titolo di Conte.
In seguito negli anni’60 venduto a privati che lo trasformarono in ristorante e lo ristrutturò secondo i canoni di quegli anni.
Gli attuali proprietari lo acquistarono e lo hanno riportato alle origini.
Attualmente il castello è gestito da una associazione e vi lascio il sito ufficiale www.castelloditavoleto.it e spesso viene utilizzato per cerimonie e feste.
Le foto non rendono la bellezza di questo luogo.
Vi aspetto presto con un nuovo articolo più dettagliato e dedicato ad una città Svizzera famosa per il suo pizzo particolare (decoro tessile e non il pizzo che richiedono i mafiosi per aprire o tenere aperto un negozio) e  non solo!
facciata castello di Tavoleto

Le mura del castello

castello

martedì 5 giugno 2012

17° Tappa: San Giorgio di Pesaro (PU)

Ieri,4 giugno era lutto Nazionale per i terremotati dell’Emilia per questo non ho scritto per rispetto un nuovo articolo.
Mentre oggi posso descrivervi uno dei tanti paesini della mia provincia, San Giorgio di Pesaro di 1450 abitanti.
L’attività più sviluppata  è l’agricoltura fin dai primi insediamenti preistorici,successivamente abitate da popolazioni di area nord – marchigiana quali i Pelasgi,Siculi,Viburni,Umbri e i Galli Senoni e di seguito i Romani.
Con il declino dell’Impero Romano porterà in queste terre altri popoli quali Goti,Bizantini,Longobardi,Franchi e Bulgari: il nome stesso del Castello di San Giorgio,ripreso dall’omonima chiesa e il Sant’Apollinare della chiesa del Castello di Poggio.
Il primo documento risale da una bolla papale che nomina del Poggio che quello di San Giorgio del 777 d.c. e del 875 d.c.
I due castelli abitato da poche famiglie povere addette tutte ai lavori di campagna,pur essendo autonomi passarono attraverso alterne vicende della storia subendo spesso le conseguenze di fatti e decisioni prese altrove. Nel Trecento subirono le conseguenze delle lotte tra Guelfi e Ghibellini; nel Quattrocento furono coinvolti nelle sanguinose lotte tra i Malatesta (signori di Fano) e i Montefeltro (duchi di Urbino) e all’inizio del Cinquecento tra i Della Rovera e i De’ Medici. Alla fine del Seicento,sotto il dominio della Repubblica imposta dalle truppe napoleoniche e nel 1955 quando per scempiaggine l’archivio storico del Comune venne mandato al sottoposto a macerazione.
Con la fine del ducato di Urbino (1631) i due castelli tornarono sotto il diretto governo pontificio. Nel 1797 sotto l’amministrazione napoleonica,il castello del Poggio perderà la propria autonomia ed infatti verrà unificato sotto in un unico Comune con il Castello di San Giorgio,trasformandosi in un posto umile e spopolato,l’antica strada maestra che correva ad ovest dei due castelli era scomparsa e sostituita dalla strada provinciale orcianese costruita nei primi anni dell’Unità d’Italia,dove il borgo a subito una notevole espansione.
L’attuale territorio comunale si estende per 21 kmq su una superficie collinare costellata di borghi,castelli e case rurali da altitudine minima di  51 mt ad una massima di 263 mt sulla riva sinistra del Metauro a circa 20 km da Fano e la costiera Adriatica. Il territorio è ricco di storia su una altura tufacea.
Le testimonianze artistiche e storicie si conservano numerose chiese presenti sia all’interno dei centri abitati che nei dintorni.
I monumenti e luoghi d’interesse si trovano nel centro storico entro la cinta muraria,la chiesa parrocchiale a tre navate di stile neoclassico risale al 1842. Al suo interno si trovano opere notevoli come il Crocefisso ligneo del Trecento e tele di pittori marchigiani del Cinquecento al Settecento tra cui anche una Annunciazione di Francesco Mancini.
La chiesa dello Spirito Santo ad unica navata con leggere decorazioni in stile neoclassico,vi sono conservate tele di pittori ignoti dell’area marchigiana del Cinquecento e del Seicento.
Nelle campagne si possono visitare le varie frazioni ed ammirare i boschi limitrofi di querce e pioppi.
In questi giorni di primi caldi vi consiglio di visitare paesi collinari o montani per godervi la natura ed i centri storici.
Io amo il mare ma non molto nella stagione estiva forse per la mia pelle lattea e che ogni volta che vado al mare mi guadagno un’abbronzatura da peperone rosso ed eritemi che prediligo stare in montagna o andare a visitare.
Mi auguro che questo articolo vi sia piaciuto.
Vi aspetto in tanti,a prestissimo!!!!

LA FOTO E' STATA REALIZZATE NELLA STAGIONE AUTUNNALE 2011
CHIESA PARROCCHIALE (c'era la messa serale per questo motivo non siamo entrati)