giovedì 22 novembre 2012

Museo Uffizi XXII parte - SALA 28 di Tiziano e di Sebastiano del Piombo

Questa sala è dedicata alla pittura veneta dei primi decenni del Cinquecento.
Il caposcuola Tiziano è rappresentato da un’ampia antologia di ritratti da quello del CAVALIERE DI MALTA  (150) a  quelli dei duchi di Urbino FRANCESCO MARIA DELLA ROVERE E ELEONORA GONZAGA fino al RITRATTO DI LUDOVICO BECCARDELLI del 1552.
Opera celeberrima è la VENERE DI URBINO di raffinata sensualità evidenziata dalla piena plasticità del colore che dà corpo al volume corporeo della dea. Sempre a tema mitologico sono i dipinti della FLORA e della VENERE CON CUPIDO (1550 circa). Completano la sala anche alcune  notevoli opere di Palma il vecchio come la SACRA FAMIGLIA CON SAN GIOVANINO E LA MADDALENA del 1515 circa. Il suadente stile di Sebastiano del Piombo è illustrato dalla MORTE DI ADONE  e da un RITRATTO DI DONNA. 
Queste sono una di quelle sale che vengono snobbate dai turisti di mezzo mondo ma che hanno una notevole importanza.
Ritratto di Donna - Sebastiano del Piombo

Cavaliere di Malta - Tiziano

Venere di Urbino - Tiziano

Ritratto dei duchi di Urbino Francesco Maria Della Rovere ed Eleonora Gonzaga

Museo Uffizi XXI parte - SALA 27 del Portoro e del Rosso Fiorentino

L’arte fiorentina della prima metà del Cinquecento sviluppò varie correnti;oltre al classicismo di Andrea del Sarto,ebbe un ruolo rilevante il cosiddetto manierismo caratterizzato da un linguaggio più innovativo e per certi versi di vera e propria rottura con la tradizione: si svilupparono rappresentazioni di figure innaturali (nei colori,nelle pose,nell’anatomia) ma dotate di grande eleganza e di una forte carica emotiva.
Jacopo Pontormo né fu caposcuola,sebbene non amato dai contemporanei,che trasse ispirazione anche dalla coeva pittura tedesca desunta dalle incisioni di Albrecht Durer è presente con la CENA IN EMMAUS del 1525 un SANT’ANTONO ABATE,la NATIVITA’ DI SAN GIOVANNI BATTISTA e il RITRATTO DI MARIA SALVIATI.
Rosso Fiorentino fu un altro importante esponente dell’epoca,caratterizzato però da una forza pittorica dirompente e per certi versi irriverente,quasi blasfema; sua è la PALA DELLO SPEDALINGO (1518)  e il MOSè CHE DIFENDE LE FIGLIE DI JETRO (1523 circa),opere tipiche del suo stile voluttuoso e di rottura con gli schemi tradizionali.
Corredano la sala anche degli interessanti lavori di artisti dell’epoca,come Agnolo Bronzino,allievo del Pontormo con il COMPIANTO SUL CRISTO MORTO e la SACRA FAMIGLIA PANCIATCHI opere raffinate e preziose,frutto della più alta committenza aristocratica fiorentina. Francesco Salviati prese le mosse dalla pittura sinuosa del Pontormo e l’arricchì di esperienze dell’epoca,è il Bacchiacca,caratterizzato da uno stile minuzioso,quasi fiammingo.
Pala dello Spadaligo - Rosso Fiorentino

Compianto Cristo Morto - Bronzino (purtroppo non ho trovato foto moderne con colori nitidi dell'opera,è un peccato...ma se avrete l'occasione l'ammirerete come me dal vivo)

Incisione Ultima Cena - Durer

giovedì 8 novembre 2012

Museo Uffizi XX parte - SALA 26 di Raffaello e di Andrea del Sarto

Le prime opere di Raffaello Sanzio sono quasi contemporanee al TONDO DONI di Michelangelo,ma denotano un’impostazione ancora legata al passato,alle opere di Pietro Perugino,anche se la quantità pittorica aveva già superato il maestro. In questa fase l’artista aveva sviluppato un’arte estremamente dolce e pacata,sia nel controllo della resa pittorica,sia nella scelta delle pose dei soggetti,con un’arte estremamente dolce e pacata,sia nel controllo della resa pittorica,sia nella scelta delle pose dei soggetti,con risultati di estrema armonia e bellezza. Sono qui custoditi i RITRATTI DEI DUCHI DI URBINO ELISABETTA GONZAGA e GUIDOBALDO DA MONTEFELTRO nonché quello del loro nipote ed erede GUIDOBALDO DELLA ROVERE; la famosa MADONNA CON IL CARDELLINO,armonica sintesi di diverse esperienze pittoriche (Perugino,Leonardo da Vinci,Fra Bartolomeo) è datata al soggiorno fiorentino del pittore tra il 1505 e il 1506.
Il periodo successivo dell’arte di Raffaello,il cosiddetto periodo romano,quando divenne pittore principale della corte vaticana,è caratterizzato da una maggiore monumentalità e un pieno possesso della tecnica del colore,qui ben rappresentato del sommo RITRATTO DI LEONE X CON  I CARDINALI GIULIO DE’MEDICI E LUIGI DE’ ROSSI.
Un altro capolavoro è rappresentato dalla MADONNA DELLE ARPIE di Andrea del Sarto (1517) esemplare del periodo centrale della sua produzione pittorica,dinamico e con una piena padronanza del colore,influenzato dai coevi risultati pittorici di Michelangelo mentre il SAN JACOPO (1528) è tipico dello stile più maturo,l’ultimo periodo dell’artista,dove ormai aveva sviluppato un proprio linguaggio di forte carica monumentale quasi scultorea come figure più isolate sullo sfondo e marcata in tutta la loro solennità.

Madonna con il Cardellino - Raffaello

Ritratto di Leone X  con i Cardinali Giulio De'Medici e Luigi De'Rossi - Raffaello

Guidobaldo della Rovere - Raffaello

I ritratti dei Duchi di Urbino Elisabetta Gonzaga e Guidobaldo Montefeltro - Raffaello

Madonne delle Arpie - Andrea Del Sarlo

Museo degli Uffizi XIX parte - SALA 25 di Michelangelo e dei fiorentini

Questa sala,la prima dell’ala ovest,è dedicata al Cinquecento fiorentino. L’opera esposta che attira subito l’attenzione è il magnifico TONDO DONI di Michelangelo Buonarroti, una SACRA FAMIGLIA altamente innovativa,sia per la composizione che per l’uso dei colori,che oltre a rappresentare uno dei rarissimi dipinti su tavola del maestro è anche l’archetipo di tutto il manierismo,l’opera con la quale si confrontò tutta la generazione seguente di pittori. Dipinta verso il 1504 è un’opera non convenzionale per la posa,con il bambino in braccio a San Giuseppe piuttosto che alla Madonna,voltata di spalla. I soggetti in primo piano creano una strutture triangolare sul cui sfondo si staglia la fascia orizzontale dei putti nudi,forse un riferimento al mondo pagano escluso dalla salvezza. I colori usati sono sorprendentemente accesi e la cornice è originale forse disegnata da Michelangelo stesso con le graziose teste intagliate che guardano il dipinto. Un’inquietante SALOME’ (1515) del pittore ispanico Alonso Berruguente attivo a Firenze nel primo Cinquecento,si trova pure nella sala,così come opere coeve di Fra Bartolomeo (come l’APPARIZZIONE DELLA VERGINE A SAN BERNARDO  del 1504 – 1507) e di Mariotto Albertinelli (come la VISITAZIONE del 1503) che risultano ancora più tradizionali del confronto con le innovazioni di Michelangelo,opere ispirate agli insegnamenti religiosi di Girolamo Savonarola.
Tra la sala 24 e la sala 35 si trova l’accesso per il CORRIDOIO VASARIANO
Tondo Doni o Sacra Famiglia di Michelangelo Buonarotti