mercoledì 30 maggio 2012

16° Tappa: Sant'Ippolito (PU) città degli scultori

Sono tornata con un nuovo paese della provincia di Pesaro – Urbino, conosciuto come il paese dei scultori.
Sant’Ippolito è un comune di 1600 abitanti.
Situato in cima di un colle,a breve distanza dalla sponda destra del basso Metauro (9 km da Fossombrone) circondato da un grazioso paesaggio verdeggiante  di campi coltivati,filari di viti e alberature sparse.
Fu fondata dai fossombronesi tra il VI e il VII secolo,deriva il suo nome da un’antica basilica di V secolo che sorgeva un tempo lungo la via Flaminia ed era dedicata ai Santi Ippolito e Lorenzo.
Il luogo è conosciuto per l’attività dei scalpellini e marmisti che fin dall’epoca romana iniziarono a sfruttare le locali pietre e marmi nelle cave. Quest’arte artigiana si può osservare per le vie del paese nelle nicchie con immagini,portali,mensole,cornici e decorazioni varie.
Interessante è la torre dell’Orologio con elegante cella sormontata da un capulino a cipolla del XVIII secolo.
Fanno parte oggi del territorio comunale di Sant’Ippolito anche gli antichi castelli di Reforzate e Sorbolongo che sono due vere chicche.
A presto!
particolare portale per le vie del paese

Torre dell'Orologio e portale di entrata nel paese



martedì 29 maggio 2012

15° Tappa: Cerase (PU)

Dopo tutte queste grandi e medie città vi propongo un piccolo centro che è nella mia provincia.
Per noi è stata una scoperta,né avevo sentito parlare che era un posto veramente carino e che vi era un piccolo borgo.
Cerasa è un piccolo borgo nei pressi di San Costanzo in provincia di Pesaro – Urbino a pochi chilometri dal mare.
Pare che risalga al Monte della Cereria dove il castello fu ricostruito dopo la distruzione del primo, detto castello di Quercifissa e dipendente dall’abbazia di San  Paterniano di Fano come confermano alcuni documenti del 1156.
La cinta muraria rimane intatta con tracce di beccatelli,torri e porta. Oltre alla piazza e ai suggestivi vicoli tra piccole case a schiera con orti,sulla piazza si può notare il portale in mattoni e arenaria di casa Girali con lo stemma in cotto.
Nei dintorni di Cerasa vi è la cosiddetta Grotta di San Paterniano (io non l’ho visitata perché purtroppo non ho visto le indicazioni di questo luogo,ma ritenterò),sembra che qui vi abbia trovato rifugio durante le persecuzioni cristiane il santo patrono di Fano nel IV d.c.. Dovrebbe essere una grotta artificiale,si accede attraverso una scala e un portalino in mattoni con cuspidi laterali e cancellata in ferro. Il vano è in pianta a croce greca con dimensioni di circa 18 mt. Di lunghezza e 15 di larghezza e tre di altezza,in origine doveva avere solo apertura sulla volta.
Se vi capita di essere nei pressi di Fano vi consiglio di venire sia a San Costanzo che qui a Cerasa che né vale la pena.
Sembra in questi luoghi che il tempo si sia fermato,ideale per chi come me è curioso  e per chi ama la tranquillità.
A presto!

la torre dell'orologio

particolare scultura nella piazza

chiesetta all'interno del borgo

ponte  ed entrata

il portale





lunedì 28 maggio 2012

Umbertide e Montone (PG)

Mi sono presa una settimana di pausa per poter realizzare questo triplo articolo in uno.
Mi rendo conto che non sto realizzando un articolo importante come una grande città ma anche se descrivo due località di media – piccola grandezza ci sono dei luoghi veramente incantevoli e molto interessanti. Io amo i piccoli tesori quelli nascosti che in pochi conoscono.
E questi sono Umbertine città ed il Santuario di Montecorona ed il borgo di Montone tutti in provincia di Perugia.
Umbertide è un comune di 16800 abitanti si trova nell’alta valle del Tevere attraversato dallo stesso Tevere e dal torrente Reggia,presenta un centro storico circondato ancora dalle mura medioevali nei tratti che costeggiano i corsi d’acqua. E’ un centro importante della metalmeccanica dai tessuti,dell’imballaggio e della ceramiche industriali ma anche della tabacchinacoltura e dell’agricoltura biologica.
I primi insediamenti umani si ebbero sulle rive del fiume Tevere nel periodo del bronzo con il popolo degli Umbri. Secondo la tradizione la città venne ricostruita nel IX secolo sotto il nome di Fracta filiorum Huberti o Fratta. I primi documenti che ci confermano questo nome risalgono al 12 febbraio del 1189 quando il marchese  Ugolino di Uguccioni signore di Castiglione Ugolino e di Fratta sottoscrisse l’atto di sottomissione pacifica alla città di Perugia,atto di sottomissione pose fine ad ogni tentativo di trovare alleati in Toscana.
La mattina del 25 aprile 1944,nel corso di un primo tentativo di bombardamento il ponte sul Tevere da parte degli alleati anglo – americani,diverse bombe caddero sulla parte più antica della città,il quartiere medioevale di San Giovanni (proprio in prossimità del ponte),uccisero settanta persone.
Questo evento molto simile è accaduto anche nella mia città il 23 gennaio 1945 (domenica),gli anglo  - americani colpirono il centro storico del mio paese alle 12.30 le bombe colpirono una chiesa gremita di persone che uscivano da messa,il tendone di un circo gremito di bambini.
Certo che questi due eventi di guerra passata che mi trasmettono tanto dolore e sgomento sono lontani ma due città vicine e nello stesso tempo lontane (ci divide la catena dei monti Appennini) hanno subito un destino molto simile e vedendo il loro centro storico ed il mio presentano delle analogie sia per i deceduti che proprio strutturalmente ed architettonici.
I principali monumenti del paese sono la Rocca medioevale ora adibita come centro di esposizione e le chiese,fra queste c’è la Collegiata di S. Maria della Reggia con tele al suo interno del Pomarancio. La gotica chiesa di San Francesco, la chiesa e museo di Santa Croce con la deposizione di Luca Signorelli,la chiesa di Santa Maria del 1486 con un affresco del Pinturicchio.
Un luogo interessante di Umbertide e poco conosciuto è l’Abbazia di San Salvatore a  Montecorona,si trova a pochi chilometri dalla città ed ai piedi dell’omonimo colle.
Risale al XI secolo ed è un gioiello storico – architettonico.
Secondo la tradizione sarebbe stato San Romualdo a fondare nel 1008 il monastero di San Salvatore di Monte Acuto,una delle più importanti abbazie benedettine umbre. Nel 1050 il monastero fu retto da San Pier Damiani. I monaci si dedicavano al lavoro individuale e comunitario concedendo un privilegio quello agricolo ed artigianale. L’antica cripta seminterrata  è  composta da un vasto locale diviso in cinque navate,con colonne di vari stili che sorreggono le basse volte. Purtroppo non sono riuscita a fotografarla visto che la stavano sistemando per un matrimonio e sinceramente mi piace come locations per un evento del genere rende tutto molto più confortevole,avvolgente e famigliare. Se potessi scegliere mi sposerei li ma dubito che qualcuno possa sostenermi nella scelta visto che il luogo è lontano dalla mia città e non è nello stesso comune del mio futuro marito.
La chiesa superiore è a tre navate,fu consacrata nel 1105 conserva i resti di affreschi ed un coro ligneo di buona fattura. Il campanile è a pianta ottagonale e circolare forse serviva per la difesa con l’orologio recentemente restaurato. In occasione della celebrazione per il millennio dell’abbazia nel 2008 è stato inangurato un museo di oggetti religiosi e di materiale archeologico rinvenuto durante gli scavi di ristrutturazione della chiesa.
A pochi chilometri da Umbertide  vi è il comune di Montone di 1600 abitanti,è un paese immerso nelle colline umbre settentrionali nella Alta Valle del Tevere a 40 km da Perugia e nelle vicinanze di Città di Castello e Umbertide,edificato nella parte più alta del colle che domina la confluenza dei fiumi Tevere e Carpina. E’ inserito tra i Borghi più belli d’Italia.
E’ un paese di origine medioevale fu il feudo dei marchesi di Colle e in un secondo tempo dei Del Monte.  Già borgo fortificato seppur sotto il diretto controllo di Perugia.
Passato ai Vitelli agli inizi del XVI secolo ,Montone fu annessa allo Stato Ponteficio verso la metà del’500.
Luoghi d’interesse sono la rocca di Braccio e D’Aries,chiesa di San Gregorio Magno.
Il mio articolo è verso la conclusione ma nello stesso tempo sono contenta di essere riuscita a descrivervi spero al meglio questi luoghi nelle campagne umbre.
Vi aggiornerò presto con un nuovo articolo.
A presto!
Arrivo a Montecorona - Abbazia San Salvatore

Abbazia San Salvatore

Chiesa Superiore

Io non sono riuscita a fare la foto ma il mio fidanzato velocemente è riuscito 

La rocca di Umbertide

La Collegiata

centro storico Umbertide





nei pressi di Montone

Chiesa di di San Gregorio Magno (interno)


centro storico Montone



lunedì 21 maggio 2012

Santuario e città di Loreto (AN)

Sono religiosa a mio modo,non sono una osservante delle regole e non vado tutte le domeniche alla messa,preferisco andarci alle feste comandate o mio malgrado ai funerali.
Negli ultimi tredici anni mi sono avvicinata alla Chiesa Cattolica con Papa Beato Giovanni Paolo II che tramite il suo modo di essere mi ha avvicinato soprattutto con la malattia di mio nonno (ora non c’è più).
Grazie a lui ed alla figura della Vergine Maria mi sono attaccata alla religione. In un modo incredibile tanto da emozionarmi in modo profondo.
Tanto che nel 2003 ho fatto un voto alla Madonna e si è realizzato solo nel 2009 quando ho conosciuto Riccardo.
La mia ripromessa è stata di andare in quei luoghi dove è venerata la figura della Vergine e così siamo andati a Loreto.
Nella mia regione Loreto in provincia di Ancona è molto adorata perché qui si trova secondo la leggenda e verità la Santa Casa. Uno dei più antichi luoghi di pellegrinaggio mariano del mondo cattolico.
Secondo il parroco che mi aveva battezzato il mio nome Laura, doveva essere festeggiato il 10 dicembre proprio perché lui diceva che il mio nome derivava dalla Madonna Lauretana (di Loreto) e quindi ogni anno da più di 30 anni festeggio il mio onomastico quel giorno.
Loreto sorge sulla sommità d’una dolce collina,con un’ampia campagna attorno caratterizzata dalla coltivazione dell’ulivo. La cupola ed il campanile della Basilica svetta sulla cima in cui si trova la figura della Madonna. Il panorama che si gode spazia dal mare a Monte Conero fino all’Appennino umbro – marchigiano.
La città si è sviluppata intorno alla nota Basilica che ospita la celebre reliquia della Santa Casa dove secondo la tradizione,la Vergine Maria nacque e visse ,e dove ricevette l’annuncio della nascita miracolosa di Gasù.
Fin dai primi secoli dell’era cristiana,la tradizione affermava che a Nazaret si trovasse la piccola dimora della Vergine,qui nacque,ebbe l’annuncio dell’Arcangelo Gabriele e dove visse con Gesù e Giuseppe nella Sacra Faiglia. Dopo la Resurrezione,gli Apostoli si sarebbero riuniti in questa casa e avrebbero celebrato l’Eucarestia confermando l’insegnamento di Gesù. Agli inizi di maggio del 1291,Nazaret e tutta la Palestina erano ormai sotto il dominio dei Turchi allora alcuni angeli scesi dal cielo prelevarono la Santa Casa e la portarno in volo.
Il 10 maggio 1291 gli angeli lasciarono la casa a Tersetto,nei pressi della città di Fiume,furono dei boscaioli a trovare la piccola dimora. In quel luogo visitato dai pellegrini spesso invece era preda di ladri e malfattori così, tre anni e sette mesi dopo gli angeli ripresero la casa di Nazareth e che essa si alzarono in volo. Attraversarono l’Adriatico e appena giunti nelle Marche la portarono nei pressi di Ancona,nel luogo in cui oggi sorge la Chiesa di Santa Maria Liberatrice di Posatora,il cui nome deriva dalla tradizione,cioè dell’evento: posa-et-ora (fermati e prega). La Santa Casa restò in quel luogo otto mesi,poi gli angeli la sollevarono nuovamente e la posarono nei pressi di Porto Recanati,in località “Banderuola”. Questa volta furono i pastori a vedere una luce abbagliante uscire dalle nubi e dietro la luce,la casa. Il luogo però risultava essere troppo vicino al mare e dunque esposto ai nuovi pericoli delle escursioni turche;inoltre si ripresentarono ladri e malfattori per rubare i fedeli che andavano in pellegrinaggio. Otto mesi più tardi gli angeli spostarono di nuovo la casa,il terreno dove la posarono era di proprietà di due fratelli che presto iniziarono ad approfittarsi dei pellegrini e poi anche a contendersi i guadagni. Di nuovo gli angeli sollevarono in volo la Santa Casa e la posarono nella notte fra il 9 e il 10 dicembre 1294 al centro della strada che da Recanati va al suo porto e dunque in un luogo pubblico che nessuno avrebbe potuto reclamare e sfruttare. Il luogo scelto si trovava sulla cima di una collina coperta da lauri. Dal termine latino/aurus il luogo si chiamoò Lauretum e quindi Loreto. Questo viaggio della casa di Nazaret verso Loreto è chiamato “traslazione della Santa Casa” e con tale nome  è rappresentato nelle opere degli artisti passati. Nella mia regione è molto viva la tradizione di accendere grandi fuochi nella notte della Venuta e di suonare le campane delle chiese alle 3 di notte quando per l’ultima volta la casa scese sull’ultimo luogo prescelto tra la notte del 9 al 10 dicembre per rischiarire il cammino alla Santa Casa,si tratta dei fuochi della notte della Venuta, intendendo per “venuta” l’arrivo  della Santa Casa. Nel 1617 grazie all’iniziativa del frate cappuccino anconetano fra Tommaso,l’usanza si diffuse capillarmente in tutta la regione. Per questo motivo nel calendario cattolico la festa della Madonna di Loreto cade il 10 dicembre e la giornata delle  Marche si celebra nello stesso giorno. La Madonna di Loreto è venerata come patrona degli aviatori,infatti il 12 settembre 1920 ebbe luogo a Loreto la festa per la proclamazione delle Madonna di Loreto quale “Patrona degli Aeronauti” decretata con breve di Papa Benedetto XV del 24 marzo dello stesso anno.
Con l’arrivo dell’importante reliquia contribuì immediatamente a fare dell’antica Silva magna de laureto una delle mete più ambite di pellegrinaggio del mondo cattolico.
Dopo una ventina d’anni dell’arrivo della Santa Casa si era già formato un borgo abitato. L’afflusso dei pellegrini portava generose offerte tanto che insieme ai devoti arrivarono anche i malfattori che assaltavano pellegrini in cammino. I rischi maggiori erano anche gli ex voto di materiali preziosi e le donazioni che i Papi cominciarono a inviare a Loreto nel XIV secolo. Si iniziò gradualmente a costruire le mura di protezione. Per un circa un secolo si protrasse la costruzione di quadrilatero fortificato con quattro torri angolari sorvegliato giorno e notte da guardie.
Dal 1468 per il volere del vescovo di Recanati si diedero inizio ai grandi lavori della Basilica – Fortezza,protetta da ben imponenti muraglioni che le danno ancora oggi un aspetto rocchesco. L’anno seguente,il Papa Paolo II diede forte impulso al cantiere. Da qualche tempo gravava una forte minaccia,i Turchi che facevano continue scorribande nell’Adriatico e quando approdavano a terra compivano violente razzie,distruzioni e uccisioni.  Si hanno notizie di vari tentativi di sbarchi nel 1456 a Porto Recanati col pieno proposito di assaltare il Santuario,coraggiosamente respinto dagli abitanti,un altro nel 1479 a Grottammare con gravi conseguenze; ancora l’anno seguente con stragi in Puglia. Il 5 giugno 1518 successe un grave fatto. Selim I detto il crudele,assaltò Porto Recanati riuscendo a penetrare nel castello e depredarlo. Il terrore scaturito da questo gesto spinse Papa Leone X a ordinare di costruire un nuovo forte con nuove cinte murarie in breve tempo. Furono impiegati tre grandi architetti del tempo: Cristoforo Resse da Imola,Andrea Sansovino e Antonio da Sangallo il giovane e messi al lavoro ben 400 operai.
Nel 1482 Loreto viene elevata a parrocchia dal sempre più crescente numero dei residenti e da quanti operavano per e che attiravano popolazioni da altre zone. Venne costruito un ospedale e dimore per i pellegrini che arrivavano da ogni parte del mondo. L’indulgenza plenaria che Papa Gregorio XIII concesse ai fedeli che avessero visitato il luogo sacro nelle “Feste principali del Signore e della Madonna” contribuì a far lievitare il flusso dei pellegrini. Papa Sisto V diede un forte impulso allo sviluppo urbanistico di Loreto. Col suo promulgazione del 1586 elevò il borgo a città e così Loreto vide notevolmente aumentare la sua popolazione e crebbe il numero di pellegrini,tanto che si dovette pensare a un nuovo acquedotto atto a condurre l’acqua delle vigne di Recanati alla piazza del Santuario,completato il 2 dicembre 1606. Spariti i Turchi arrivò un nuovo nemico,le truppe napoleoniche,Napoleone Bonaparte stava svolgendo la sua Campagna d’Italia e vittorioso,costrinse il 23 giugno 1796 Papa Pio VI a firmare l’Armistizio di Bologna in cui permetteva l’occupazione di Ancona (assieme alla stessa Bologna e Ferrara) da parte dell’esercito francese. Mentre le principali città delle Marche settentrionali spingevano per la proclamazione della Repubblica Anconetana alla fine di non tornare sotto lo Stato Pontificio. Loreto, da sempre papalina,trepidava per il saccheggio al tesoro del Santuario. Il 9 febbraio 1797,alle sette di sera,Napoleone diretto a Tolentino, giunse a Loreto fermatosi a Porta Romana. Qualche notabile lo accolse offrendogli anche le chiavi della città ma su bastione vicino era appostato un uomo armato di fucile aprì il fuoco. La carica fece cilecca e l’attentatore fu preso e fucilato in Piazza dei Galli. Il giorno seguente i soldati francesi portarono via tutto quanto trovarono. Nonostante il tesoro fosse già stato stipato in tante grosse botti da vino e trasportato a Roma  e nascosto a Castel Sant’Angelo per ordine di Pio VI,sembra che i francesi requisirono 94 chili d’oro e 17 quintali d’argento,quadri di cristalli di Boemia degli armadi. Napoleone entrò anche nella Santa Casa e pose il suo sigillo sulla statua della Madonna ordinando di spedirla a Parigi insieme al tesoro. Durante il periodo di esilio il culto della Vergine Lauretana nella Santa Casa di Loreto fu affidata al simulacro in legno di pioppo (identico all’originale) oggi conservato a Cannara (PG) e che attualmente rimane l’unico esemplare del periodo napoleonico,dopo l’incendio della statua originale del 1921 ad essere stato venerato nella Santa Casa. Con il Trattato di Tolentino statua originale finì a Roma e poi rinviata  con un viaggio da “Madonna pellegrina” do otto giorni a Loreto dove giunse il 9 dicembre 1801.
Nel 1921 nel Sacello della Santa Casa divampò un furioso incendio che incenerì la scultura della Madonna Nera. Venne subito rifatta per il volere del Papa Pio XI utilizzando il legno di cedro del Libano proveniente dai Giardini Vaticani,venne modellata da Enrico Quattrini ed eseguita e dipinta da Leopoldo Celani. Nel 1922 il Papa la incoronò nella Basilica di San Pietro in Vaticano e la fece trasportare solennemente a Loreto dove si trova ancora oggi.
Il 15 settembre 1934 Papa Pio XI con la bolla Lauretanae Basilicae soppresse la cattedra vescovile di Loreto,ponendo il Santuario sotto la diretta autorità della Santa Sede.
L’11 ottobre 1935 venne estesa la giurisdizione dell’Amministratore Pontificio al territorio della città di Loreto.
Infine,il 24 giugno 1965 Papa Paolo VI con la bolla Lauretanae Almae Domus soppresse l’Amministrazione Pontificia e creò la Delegazione Ponteficia per il Santuario di Loreto e la Prelatura della Santa Sede,istituendo nello stesso tempo la cattedra vescovile nella basilica.
Oggi la cattedra arcivescovile della Prelatura territoriale di Loreto è nella Basilica della Santa Casa.
I luoghi maggiori d’interesse sono di carattere religioso come la Piazza della Madonna dove si apre  nell’asse principale del borgo come un vero e proprio spazio monumentale attorno al quale si dispongono i massimi capolavori  architettonici di Loreto. E’ tutta incentrata verso l’imponente mole del Santuario della Santa Casa iniziata nel 1468 terminata solo verso il XVUU secolo e completato dal suo campanile dal Vanvitelli nel 1755. Vi lavorarono i migliori architetti del tempo:Baccio Pontelli,Bramante Andra Sansovino,Giuliano da Sangallo e Antoni da Sangallo il Giovane. La Basilica di stile gotico – rinascimentale a pianta croce latina,nata da una antica struttura a tre navate con un’altra che reca al centro una croce greca. La cupola ottagonale fu eretta tra il 1498 e il 1500 da Giuliano da Sangallo. Anche il Bramante partecipò alla realizzazione della maestosa facciata ma non si può vedere l’opera del maestro in quanto fu edificata da Giovanni Boccalini,l’interno è a tre navate separate da colonne quadrate con sopra crociere a costole. Un ricco e sontuoso recinto marmoreo riveste la Santa Casa,il rivestimento progettato dal Bramante fu edificato da Sansovino. La Cappella dell’Annunciazione fu decorata con affreschi di Federico Zuccai,le sagrestie di San Marco e di San Giovanni rispettivamente da Melozzo da Forlì e da Luca Signorelli,il soffitto ed il padiglione della sala del Tesoro dal Pomarancio. I lati nord ed est sono chiusi dal grandioso Palazzo Apostolico progettato da Giancristoforo Romano e costruito da Andrea Sansovino,Antonio da Sangallo e Giovanni Boccalini. Nel progetto originario avrebbe dovuto circondare completamente la piazza ma per il mancato esproprio del lato destro attuale occupato dell’edificio dell’ex Collegio Il lirico venne realizzato il solo lato di fronte alla Basilica,conforme al disegno primitivo ad opera dello stesso Vanvitelli.
Sul lato sinistro del sagrato si scorga i monumento a Papa Sisto V opera eseguito da Antonio Calcagni con collaborazione di Tiburzio Vergelli. Al centro della piazza si eleva un’artistica fontana,opera di Carlo Marno e dello zio Giovanni Fontana . Le sculture di bronzo vennero realizzata da Tarquinio e Pietro Paolo Jacometti.
Non ho potuto realizzare foto e video interni della chiesa perché è vietato e ci vuole un permesso speciale,e comunque non mi piace non rispettare le regole.
E’ uno tra i più importante e visitati santuari mariani del mondo cattolico: numerosi personaggi e santi vi hanno fatto visita, fra questi Camilla da Varano,santa Teresa di Lisieux, santa Gianna Beretta Molla, papa Giovanni XXIII,papa Giovanni Paolo II.
Venne iniziata nel 1468 su probabile progetto del veneziano Marino di Marco Cedrino, in uno stile gotico ma già di un certo sapore rinascimentale. La realizzazione e continuazione spetta al grande architetto toscano Baccio Pontelli. La sua superba opera, eseguita a partire dal 1487-1488, è ben visibile nei semplici fianchi in cotto e negli imponenti volumi dei transetti-presbiterio circondati da innumerevoli cappelle. In Questa complessa parte "absidale", tutta giocata in un susseguirsi di innumerevoli absidi semicircolari, risulta più evidente la struttura a fortificazione, quasi fosse una "fuga" di torrioni di una rocca, volta a difendere il santo luogo dalle incursioni turche. Coronata in alto da un vero e proprio cammino di ronda su beccatelli, è solo appena ingentilita dagli alti finestroni gotici in pietra bianca del Conero opere di ripristino realizzati sotto la campagna di restauri del Sacconi. Costituisce un mirabile esempio di connubio fra l’esigenze pratiche della difesa militare e il gusto estetico rinascimentale.
Di chiaro stile rinascimentale è la bellissima cupola che caratterizza il panorama lauretano, visibile in un vastissimo territorio che va dal mare alle valli collinari vicine. Il tamburo ottagonale è stato elevato, fino al cornicione, da Giuliano da Maiano, e compiuta nella calotta da Giuliano da Sangallo. Voltata in soli nove mesi, dal settembre 1499 "alle ore XV del 23 maggio" del 1500, come l'architetto annota nel suo diario. Era sabato e «...io Giuliano di Francesco di Sangallo fiorentino, con grandissima solennità e devozione e precisione, murai l’ultima pietra». La cupola, dal diametro di ben 22 metri, all'epoca della sua costruzione era inferiore solo a quella bruneleschiana del Duomo di Firenze, a cui è palesemente ispirata.
Per la facciata venne chiesto il progetto al Bramante, ma eseguita solo molto tempo dopo, il disegno originale venne molto rielaborato in stile tardo-rinascimentale da Francesco Boccalini, che iniziò nel 1571 la parte inferiore fino al cornicione; fu da qui continuata da Giovan Battista Chioldi e terminata nel 1587 da Lattanzio Ventura per volere di Papa Sisto V, il cui nome è scritto nel cornicione superiore. Si presenta in pietra bianca d'Istria divisa, verticalmente, in tre parti da quattro coppie di pilastri a suggerire le tre navate interne.
Vi si aprono tre magnifiche porte bronzee frutto della prestigiosa Scuola di scultura che fiorì a Recanati tra la fine del '500 e gli inizi del '600. Furono volute dal cardinale Antonio Maria Gallo, rettore del santuario fra 1587 e il 1620, per il Giubileo dell'anno 1600. Rappresentano scene del Vecchio Testamento atte a guidare spiritualmente il pellegrino verso il mistero dell'Incarnazione, di cui Santa Casa ne è testimonianza. La porta centrale fu realizzata da Antonio di Girolamo Lombardo, con la collaborazione dei fratelli Pietro, Paolo e Giacomo. Iniziata nel 1590 fu portata a termine solo nel 1611. Al di sopra, in una nicchia, è posta la statua bronzea della "Madonna col Bambino", del 1583. La Porta destra, ritenuta la più bella, fu commissionata ad Antonio Calcagni nel 1590 che la ideò e in gran parte la modellò. Morto nel 1593 fu completata nell'anno 1600 dal nipote Tarquinio Jacometti e da Sebastiano Sebastiani, i quali rielaborando e integrando il progetto originale. La Porta sinistra fu commissionata nel 1590 a Tiburzio Vergelli che in collaborazione con Giovan Battista Vitali, la terminò nel 1596. È ritenuta un capolavoro di maestria tecnica, di armonia composta  e di decorazione ornamentale. Precede la facciata una scalinata che ne determina il sagrato. Sui suoi gradini del lato sinistro è collocato il monumento aPapa Sisto V, co la statua bronzea benedicente dalla sedia gestatoria, opera del 1587-89 dovuta ad Antonio Calcagni con la collaborazione di Tiburzio Vergelli. Venne realizzata a spese della Provincia della Marca e di otto prelati piceni creati cardinali da Sisto V. Sul lato sinistro della Basilica svetta l'alto campanile di 75,60 m. Venne realizzato su disegno del grande architetto italiano di origini olandesi Luigi Vanvitelli, autore della nota Reggia di Caserta, tra il 1750 e il 1754. Ospita un carillon di nove campane[1] che intonano le note delle "Litanie lauretane". Nella cella campanaria ottagonale è collocata la campana maggiore, denominata affettuosamente Loreta, fusa nel 1515 da Bernardino da Rimini, che con il suo diametro di 184 cm. e peso di 73 quintali risulta essere la più grande delle Marche ed una delle prime 10 d'Italia. Come già evidenziato precedentemente nella sezione Architettura, la basilica è fortificata nella parte alta con un cammino di ronda e beccatelli in pietra, che li sostengono con funzione anche decorativa, su incarico del cardinale Girolamo Basso della Rovere la costruzione fu iniziata da Giuliano da Maiano e successivamente modificata e portata a termine da Baccio Pontelli in stile tipicamente rinascimentale. I camminamenti di ronda della basilica sono corridoi coperti e sporgenti con una serie continua di finestre a volta attorno alla parte superiore della basilica, per consentire una agevole difesa in caso di attacco, come era avvenuto da parte dei turchi in maniera sanguinosa ad Otranto nel 1480, l’anno prima nella vicina Grottammare e nel 1518 a Porto Recanati, attacco che provocò per ordine di papa Leone X anche una ulteriore fortificazione di Loreto, che fortunatamente non fu mai attaccata. Dietro i camminamenti, nella parte alta interna della basilica, si trovano le stanze che un tempo erano adibite ad alloggio delle guardie per la difesa del santuario, oggi adibite a museo e raccolta di oggetti antichi, cimeli sportivi dell’aeronautica e ad altri usi religiosi e culturali, si può anche ammirare il manichino di una guardia in abiti dell’epoca con le alabarde e altri oggetti. I camminamenti sono stati restaurati e si possono visitare dal 2009, dall’alto si può ammirare una bellissima vista sulle campagne circostanti e sulla costa del Conero.
Mentre le architetture civili il Palazzo della Provincia di stile rinascimentale in corso Boccalini arteria principale della cittadina; il Palazzo del Comune con la torre civica leggermente inclinata eretta nel XVII secolo,la merlatura venne aggiunta nel 1887.
L’acquedotto degli Archi voluto da Papa Paolo V in seguito al vertiginoso sviluppo della città e dal sempre crescente flusso di pellegrini. Venne iniziato con il Capitolato d’appalto del 2 dicembre 1606 e terminato nel 1620.
Le mura della città che circonda da una cinta muraria eretta a partire già dal XIV secolo come difesa soprattutto dalle incursione turche nell’Adriatico. Il cantiere doveva terminarsi in fretta c’erano tempi precisi e gli ordini papali così venne impiegato il materiale da costruzione preparato per il porto di Recanati,e furono messi al lavoro 400 operai anche di domenica. Le mura vennero dotate di merli arcuati binati e di bastioni,muniti di 26 pezzi d’artiglieria. Sul lato meridionale si apre la Porta Romana,edificata dall’architetto maceratese Pompeo Floriani verso il 1590 e decorata con due statue di profeti scolpite da Simone Cioli nel 1538 – 41,destinate in un primo momento al rivestimento marmoreo della Santa Casa. Sul lato nordico dietro le absidi della Basilica si apre le cosiddetta Porta Marina,aperta al tempo di Papa Clemente VII (1523 – 1534) costruita da Giovanni Branca nel XVII secolo con l’ornamento delle caratteristiche api barberiniane di Urbano VIII (1623 – 1644). Il Bastione Sangallo,dal  nome dell’architetto che la progettò conserva al suo interno le antiche casematte da cui si difendeva la città per di più una piazza d’armi. Oggi ospita una sala – teatro polifunzionale. 
Piazza e Fontana dei Galli o Piazza Leopardi ma conosciuta in città come piazza dei “Galli” si apre davanti alla cinquecentesca Porta Romana. Deve l’aspetto attuale all’impianto di urbanizzazione settecentesco, in quel tempo la costruzione del campanile del Vanvitelli,infatti sistemata inizialmente col materiale ricavato dalla demolizione del vecchio campanile. Al lato della piazza si apre un loggiato detto “Portico delle Transenne” eretto nella seconda età del XVIII secolo come riparo ai pellegrini che arrivavano di notte al santuario e che trovavano chiuse le porte della città. In seguito vi si aprirono botteghe.
Vi è anche il cimitero militare Polacco di Loreto (che io non ho visitato) si trova di fronte a Porta Marina,vi sono sepolti 1080 soldati polacchi caduti nelle Seconda guerra mondiale.
L’atmosfera che si vive in questi luoghi è spirituale l’unica pecca che mi è capitata di vedere sia qui a Loreto,Assisi e Lourdes è che questi posti sono diventati poco spirituali e molto consumistici.
Però una volta arrivati nella Basilica si viva un’atmosfera diversa e io con la mia emozione l’ho vissuta come un misto di estasi.
Penso che una volta nella vita che siate atei o cristiani cattolici questo luogo va visitato tanto per non chiudere la nostra mente e soprattutto il nostro cuore.
A presto!

Panorama da Loreto

Panorama 2 da Loreto

Piazza ed ingresso alla Basilica

Ingresso dalla porta Romana di Loreto

Palazzo del governo

giovedì 17 maggio 2012

Le mie NUVOLE ed i loro PAESAGGI

Soli pochi giorni fa ho inserito delle mie foto che ho realizzato nell'anno 2009,queste sono altre foto che ho realizzato in questo periodo.

Nuvole sul tetto di casa


Nuvole da casa di mia zia

Nuvole sopra il Palazzo Ducale - Urbania(PU)

Nuvole sul borgo Porta Celle - Urbaia

Nuvole sopra Urbania

Terra e Nuvole

Nuvole sulla sassonia di Fano
Le nuvole mi hanno sempre affascinato,le loro forme che si spaziano sul cielo,il loro modo di mutarsi e cambiare colore.
Rendono il paesaggio unico,del resto fanno parte del nostro habitat!
A presto!

mercoledì 16 maggio 2012

Monte Gridolfo (RN)

Altro comune dell’entroterra riminese è Montegridolvo,un comune di  1046 abitanti della provincia di Rimini. Si trova fra due valli,quella del Conca sul versante romagnolo e quella del Foglia sul versante marchigiano. Si trova sul crinale che divide le due regioni. Da sempre è stata terra di confine,Montegridolfo conobbe nel corso dei secoli sia l’influenza del Docato di Montefeltro che proprio per questa sua peculiaria difensiva che Montegridolfo fu progettata e costruito come “cassero”,ovvero un borgo con pianta rettangolare dotato di una torre posta a rinforzo del complesso murario.
La zona di Montegridolfo un tempo venne chiamato col nom di Monte Lauro,dati i numerosi allori che rigogliosi coprivano il colle.
La storia recente la vede inserita nel tracciato della Linea Gotica,la linea di difesa tedesca che era battezzata da Hitler stesso “Goten Linie”,cioè “Lina dei Goti” e che proprio in queste zone vide lo svolgimento di scontri cruenti fra i tedeschi e le truppe alleate,in quanto lo sfondamento delle truppe alleate nella pianura padana avrebbe reso la Germania prendibile in pochi mesi. Negli ultimi anni il borgo è stato oggetto di un amplio restauro che mantenendo intatta l’architettura,ha fortemente rivalutato ed abbellito Montegridolfo.
Luoghi d’interesse sono:
-          La chiesa di San Rocco,ex lazzaretto situata appena fuori le mura;
-          Museo della Linea dei Goti;
-          Il Santuario della Beata Vergine delle Grazie situata a Trebbio (frazione di Montegridolfo).
Feste interessanti sono tra luglio ed agosto,rassegna musicale ,lirica e classica dove si esibiscono artisti affermati della scena nazionale ed internazionale e la festa dell’olio novello nel mese di dicembre.
E’ stata una bella scoperta visto che in tanti anni che andavo a trovare i miei nonni non sono mai andata in questo piccolo borgo e né vale la pena per il magnifico spettacolo visto dal castello,si può ammirare tutta la riviera riminese e il crinale roccioso della Repubblica di San Marino.
A presto con un nuovo articolo!

All'interno del borgo

Per le vie del borgo

Ingresso principale

Sotto le mura

martedì 15 maggio 2012

Monte Fiore Conca (RN)

Dallo scorso anno fino alla fine del mese di giugno nel castello di Montefiore Conca nelle colline sopra Rimini vi è una mostra sponsorizzata dai Beni Culturali. Penso che la scenografia scelta sia l’ideale questo castello domina la vallata ed è famosa per la leggenda che lega la principessa del castello al castello e del suo adulterio. In tutti i castelli ci sono leggende e fantasmi del genere. Il castello ed il borgo circostante rendono l’atmosfera magica,sembra a volte di tornare indietro nel passato. Montefiore Conca è un comune italiano di 2200 anime nella provincia di Rimini. Piccolo borgo dell’entroterra Riminese,un tempo era un importante avamposto dei Malatesta con una maestosa rocca (iniziata nel 1307 e finita di costruire nel 1337 da Sigismondo Malatesta) che dominia con la sua imponente mole,,tutta la zona circostante. Montefiore Conca non è famoso solo per la sua rocca ma anche per il famoso santuario dedicato alla Madonna (si trova nella frazione Cella di Bonora che ogni anno viene visitata da migliaia di fedeli) dove vi è un antico dipinto con la Madonna che allatta suo figlio. Io conosco molto bene questi luoghi perché la mia mamma è di Marciano di Romagna nella pianura a pochi km da San Giovanni Marignano e Cattolica. Quando ero bambina andavo spesso a trovare i miei nonni e mi ricordo che nell’estate 1987 ho passato un’intera estate con loro e spesso sono andata al santuario visto che i miei nonni erano molto devoti. Tanto che mia zia si è sposata lì. Il comune è gemellato con il quartiere londinese di London Borough of Hammersmith and Fulham.
L’origine del paese è molto antica e altrettanto oscura,secondo la tradizione lo vede sorto da “Crustumium” che fu distrutta dal mare 3000 anni fa. Nel 1136 Papa Innocenzo II dichiara che la chiesa di San Paolo è sotto la protezione Apostolica. Nel 1320 Papa Giovanni XXII cedette Montefiore ai Malateste. Nel 1371 furono censite le aree delle Marche e della Romagna,ciò permise di sapere che la popolazione di Montefiore ascendeva a  160 focolari. Nel 1372 il controllo della signoria passa a Galeotto che poi la darà al figlio Galeotto Belfiore. Dopo la morte di Galeotto Belfiore (a  23 anni per un’epidemia). Successe Carlo detto il Catone che sosteneva la Chiesa durante la scisma d’Occidente. Morte anche Carlo nel 1429 gli successi il nipote Roberto detto beato. Dopo la morte di Roberto (a 21 anni) subentrò il fratello Sigismondo Malatesta che regalò al suo territorio culturale,arte e prosperità. Però anche lui commise degli errori:il più fatale fu l’inimicizia col Papa che lo portò alla scomunica e alla sottrazione dei suoi territori. Tra questi vi fu anche Montefiore. Dal 1500 al 1503 fu sotto il dominio di Cesare Borgia. Dal 1504 al 1505 fu sotto il dominio della Repubblica di Venezia. Dal 1506 al 1514 fu sotto il dominio della Santa Sede. Nel 1797 entrò a far parte della Repubblica Cisalpina. Nel 1815 fu inglobato dal Regno Italico di Napoleone. Dopo il Congresso di Vienna fu riaffilato alla Chiesa. Dopo la II Guerra d’indipendenza entrò a far parte del Regno d’Italia. Nel 1863 gli vienne cambiato il nome in Montefiorito e solo nel 1917 venne rinominato in Montefiore su proposta di Do Paolo Palmerini.
Nel mese di ottobre si tiene la festa del Mangiar Sano dove si possono degustare ortaggi e frutti ma anche da valutare alla mostra mercato. Tutte le domeniche di ottobre si tiene la Sagra della Castagna.
Le foto realizzate le ho fatte nel 2010 ed in una delle due ci siamo noi due (io e Riccardo) a testimoniarvi che siamo stati anche qui.
A  presto!

lunedì 14 maggio 2012

14°tappa: Eremo Montegiove

Prima di trascrivervi l'articolo vi voglio lasciare il link ufficiale di riferimento http://www.eremomontegiove.it/
Dopo l’articolo dedicato ad Arezzo vi voglio proporre questo a Montegiove nelle campagne interne di Fano nella nostra provincia. E’ un luogo tranquillo,spirituale e per gli amanti del clima fresco e naturale è l’ideale. Qui,si trova un monastero di frate Camaldolesi dove si può trovare al suo interno un negozietto di farmacia dove i frati vendono i loro prodotti naturali per la salute. Oltre a dedicarsi alla salute realizzano anche arazzi di varia fantasia.
Attualmente la comunità è formata da 8 monaci ed una monaca,appartengono come già detto alla Congregazione Camaldolese dell?Ordine di San Benedetto. Qui applicano il classico schema benedettino dell’”Ora et Labora” (preghiera e lavoro),orienta i giorni dei monaci e scandisce gli orari,determinando gli spazi logici della comunità.
Si hanno notizie della comunità nella prima metà del 1500 dove alcuni eremiti appartenenti alla Congregazione di Monte Corona giungono in città per amministrare i beni ricevuti dal loro confratello Galeazzo Gabrielli,nobile patrizio e con l’appoggio della comunità fanese dal 1600 al 1631 venne costruito tutto il complesso monastico.
Per l’instabilità del terreno nel 1700 la chiesa primitiva venne demolita e posta nella posizione  che oggi conosciamo. L’eremo fu al centro delle varie e tumultuose vicende della nostra storia; i suoi padri fondatori furono cacciati prima con la dominazione napoleonica e poi con le leggi di soppressione di alcuni ordini religiosi nel 1860. In quest’ultima situazione in diversi si rifugiarono presso alcune località limitrofe dal monastero. Ritorneranno a Montegiove nel 1870 non come proprietari ma solo come custodi e più tardi ne divennero affittuari. Il declino del monastero fu evidente e con la chiusura nel 1902 dopo che già aveva perso il suo carattere di luogo sacro. Finalmente nel 1924 da proprietà comunale passa definitivamente nelle mani di Camaldoli che provvide ad interventi di restauro.
Durante il secondo conflitto mondiale,l’eremo divenne rifugio per la popolazione e custodi di preziosi calici malatestiani e i libri più rari della biblioteca Fediriciana di Fano.
Fino al 1972 la vita dei monaci non avveniva in comune,vi erano orari stabiliti per poter dialogare uno con l’altro. Una volta al mese c’era completa autonomia,altrimenti  la loro vita prevalentemente di contemplazioni e penitenza si svolgeva all’interno delle celle come luogo del rientro in se stessi e spazio,con la presenza dell’orto e di un pozzo,per esercitare la propria laboriosità ritrovando così una unità indistruttibile tra la vita attiva e la vita contemplativa. 
Questo luogo è magico come tutti i monasteri dove c'è silenzio e tanta spiritualità.
Se avete bisogno di rilassarvi questo è un buon posto.
A presto con un nuovo articolo!

Ingresso al cortile davanti alla chiesa
Paesaggio visto dal monastero

domenica 13 maggio 2012

Arezzo

Loggia Vasari

Chiesa

Piazza Grande

Piazza Grande

Il duomo e cattedrale

Qualche settimana fa, vi avevo promesso di inserirvi presto un articolo dedicato ad Arezzo,una città italiana di  100.447 abitanti,capoluogo dell’omonima provincia in Toscana.

In occasione oggi,13 maggio 2012 della visita del Papa Benedetto XVI,ho pensato di recensire l’articolo.

La città di Arezzo ha un territorio molto grande e vario:si passa dalla pianura che si apre sulla Val di Chiana e sull’Arno,alle colline,a sud della città ed alle zone montuose soprattutto ad est.

Arezzo sorse in epoca pre – etrusca,era abitato fin dalla preistoria come dimostrano i numerosi ritrovamenti in pietra,risalenti al paleolitico nei pressi della frazione dell’Olmo durante i lavori di scavo di una breve galleria della linee ferroviaria Roma – Firenze nel 1863.

La zona posta alla confluenza di Valdarno, Val di Chiana e Casentino,vi si stabilirono in epoca pre –etrusca ,il colle di San Comelio,sono lì rinvenute delle cinte murarie di difficile datazione poiché sovrimpresse dalle poderose mura romane. L’abitato etrusco sorse invece sulla sommità del colle di San Donato,occupata dall’attuale città.

Al sorgere della potenza romana,la città insieme alle consorelle etrusche tentò di arginare le tendenze espansionistiche ma l’esercito messo insieme da Arezzo,Volterra e Perugia fu sconfitto a  Roselle presso Grosseto nel 295 a.c. e così nel III secolo a.c. Arezzo fu conquistata da Roma che latinizzarono il suo nome etrusco in Arrentium.

Durante l’epoca romana,in particolar modo del periodo repubblicano Arezzo divenne un simbolo importantissimo dell’espansione romana a nord,ed un bastione difensivo del nascituro impero grazie alla sua locazione strategica che la rendeva tappa d’obbligo per chiunque volesse raggiungere la città di Roma.

All’inizio dell’età imperiale la città divenne ricca ed operosa come al tempo delle guerre puniche quando era stata la principale fornitrice di armi per la spedizione di Scipione in Africa. Sorsero numerosi stabilimenti pubblici come il teatro,le terme ed un anfiteatro di notevoli dimensioni che è giunto fino ai nostri giorni.

Con il crollo dell’impero,Arezzo nonostante subì il declino dell’impero romano e le numerose invasioni barbariche ottenne il prestigio secolare e la posizione favorevole della Via Cassia mantenendo così una forte importanza anche durante i secoli più bui del Medioevo.

Terra di confine con i Goti e l’esarcato bizantino di Ravenna fu testimone di aspri scontri fra le due fazioni e fu uno dei primi centri occupati dai Longobardi. I Goti ed i Longobardi incisero molto sulla composizione etnica e sulla lingua degli aretini. I Longobardi costruirono castelli e pievi medioevali.

Con l’arrivo dei Franchi di Carlo Magno che privilegiarono i rapporti con quello che ritenevano il più alto potere locale,il vescovado,la diffusione del Cristianesimo,infatti,era dovuta alla sede di episcopato.  Si tratta di una delle poche città di cui sono noti tutti i vescovi che si sono succeduti fino ad oggi.

La rievocazione storica più famosa  del centro Italia è la Giostra del Saracino. Ripristinato in rievocazione storica nel 1931,la Giostra del Saracino si corre ad Arezzo nella Piazza Grande il penultimo sabato di giugno in notturna e la prima domenica di settembre in edizione diurna. Nella giostra si sfidano i  4 quartieri della città:Quartiere di Porta del Foro,Porta Crocifera,Porta S. Andrea e Porta S. Spirito. Ogni cavaliere corre la lizza in base all’ordine stabilito dell’estrazione delle carriere,un rito che si svolge nella piazza del Comune una settimana prima della Giostra. Il cavaliere porta una lancia con la quale deve colpire il tabellone sostenuto dal buratto,una statua lignea rappresentate il Saraceno (da cui il nome). Il punteggio è compreso tra uno e cinque punti,ogni quartiere corre due volte finché ricorrendo talvolta lo spareggio,un quartiere non predomina sull’altro.

Luoghi d’interesse sono numerosi:

-          la CATTEDRALE,il duomo stile gotico contente il sepolcro di Papa Gregorio X del XV secolo ed al suo interno vi è l’affresco della Maddalena di Piero della  Francesca;

-          la CHIESA DI SAN FRANCESCO fondata nel 1275 e terminata all’inizio del Trecento. Vi è esposto il Crocefisso ligneo di Cimabue;

-          BASILICA DI SAN FRANCESCO,la Cappella Bacci contiene l’affresco “La Leggenda  della Vera Croce” di Piero della Francesca;

-          SANTA MARIA DELLA PIEVE (la Pieve) con una torre alta 59 metri detta anche il campanile delle cento buche. Nell’archivolto del portale principale si ammira il complesso scultoreo lapideo policromo del XII secolo raffigurante Ciclo dei mesi e all’interno il polittico di Pietro Lorenzetti ed il busto reliquaro di San Donato;

-          CHIESA DI SANTA MARIA IN GRADI progettata dall’Ammananni;

-          CHIESA DELLA SS.ANNUNZIATA  detta della Madonna delle Lacrime con opere del Vasari e Pietro da Cortona;

-          CHIESA DI SAN MICHELE;

-          CHIESA DI SANT’IGNAZIO annessa all’ex collegio dei Gesuiti;

-          CHIESA DI SANT’AGOSTINO;

-          BADIA DELLE SANTE FLORA E LUCIA (la Badia) con la croce dipinta di Segna di Bonaventura,l’altare maggiore di Giorgio Vasari e la Finta cupola di Andrea Pozzo;

-          SANTA MARIA DELLE GRAZIE: santuario quattrocentesco tardo gotico con portico rinascimentale di Benedetto da Maiano,altare maggiore in marmo e terracotta smaltato opera inconsueta di Andrea Della Robbia che raffigura nel timpano la Madonna con Bambino tra due angeli;

-          ANFITEATRO ROMANO;

-          CASA DEL PETRARCA;

-          CASA DEL VASARI;

-          CASA – MUSEO IVAN BRUSCHI;

-          FORTEZZA MEDICEA;

-          LOGGE DEL VASARI;

-          PALAZZO DELLA FRATERNITA’ DEI LAICI;

-          PALAZZO DEI PRIORI;

-          PALAZZO ALBERGOTTI detto delle Statue;

-          PALAZZO PRETORIO;

-          PIAZZA GRANDE;

-          TEATRO PETRARCA;

-          CASERMA ITALIA;

-          PALAZZO DEL GENIO CIVILE;

-          PALAZZO DEL GOVERNO;

-          PALAZZO DELLA PROVINCIA;

-          PALAZZO DELLE POSTE;

-          POLITEAMA UNIVERSALE;

-          TEATRINO DI VIA DELLA BICCHIERAIA;

-          NUOVO PALAZZO DI GIUSTIZIA;

-          MUSEO ARCHEOLOGICO STATALE GAIO CLINIO MECENATE;

-          MUSEO CIVICO D’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA;

-          MUSEO DIOCESANO D’ARTE SACRA;

-          MUSEO STATALE D’ARTE MEDIOEVALE E MODERNA.

Molti di questi monumenti non gli ho visti,mi sono ripromessa visto che Arezzo non è troppo lontana da dove abito di tornarci e riuscire a completarla. Questa città così bella vale la pena almeno una volta che si è in visita in Toscana di farci visita.
A presto con un nuovo articolo dedicato ad uno delle mie tante escursioni!