SALA
2 del Duecento e di Giotto
Questa
sala venne ricavata alla fine dell’Ottocento dall’antico teatro mediceo.
L’allestimento
venne completato nel 1956 dagli architetti Michelacci,Scarpa e Gardella,che
coprirono la sala con un soffitto a capriate,imitando le chiese medioevali.
Le
opere esposte sono databili dalla prima metà del XIII secolo agli inizi del XIV
secolo (entrate agli Uffizi a partire dalla fine del Settecento,con la scoperta
dei pittori detti “primitivi”).
Tra
le tante tavole che illustrano gli inizi della pittura toscana,sono due
CROCEFISSI: uno col CRISTO TRIONFANTE,di iconografia ancora bizantina
dall’altro, l’iconografia del CRISTO SOFFERENTE,un nuovo tipo,che diverrà
vincente che si ricollega alla coeva predicazione francescana.
Importanti
esempi della scuola pittorica duecentesca sono anche un raro DOSSALE di Meliore
e un DITTICO di Bonaventura Berlinghieri. Nel 2007 si è aggiunta la MADONNA COL
BAMBINO IN TRONO E DUE ANGELI del Maestro del Bigello (1230 circa).
Nell’allestimento
sono esposti tre grandi pale cuspidate da Cimabue,Duccio di Buoninsegna e
Giotto.dipinte a pochi anni di distanza e con lo stesso soggetto. In questo
modo lo spettatore è costretto a farne dei confronti.
L’opera
in questione è LA MADONNA IN TRONO o “MAESTA’”.
Nella
MAESTA’ DI SANTA TRINITA del 1285 – 1300 realizzata da Cimabue è un primo
tentativo di emancipazione dagli stilemi bizantini,dove prevale la ricerca di
maggior volume e rilievo plastico,con un’inedita dolcezza di sfumato; di fronte
è la pala di Duccio,detta MADONNA RUCELLAI (1285 circa) ,costruita con una
struttura ritmica e con figure aggraziate,maggiormente influenzata dalla coeva
esperienza pittorica del gotico francese;infine,al centro della sala,la m
MAESTA’ DI OGNISSANTI di Giotto (1310 circa) di impianto monumentale e
costruita molto più plasticamente accentuando il chiaroscuro e la volumetria
dei corpi. In poche parole in questo quadro si dimostra che nelle sue opere
nasce la prospettiva.
Di Giotto è anche il POLITTICO
DI BADIA del 1300 circa (anche se restano molti dubbi su una datazione così
precoce.Maestà di Santa Trinità - Cimabue |
Madonna Ruccelai - Duccio |
Maestà di Ognissanti - Giotto |
Polittico di Badia - Giotto |
La Madonna col bambino in trono e 2 angeli - Maestro del Bigello |
SALA
3 del Trecento senese
Anche
questa sala è stata ricavata alla fine dell’Ottocento e ristrutturata neglia
nni cinquanta del Novecento,è è allestita una selezione di opere senesi del
Trecento,in questa si fronteggiano L’ANNUNCIAZIONE di Simone Martini e Lippo
Memmi (1333) e la PRESENTAZIONE AL TEMPIO di Ambrogio Lorenzetti
(1342),entrambe provenienti dal Duomo di Siena.
L’ANNUNCIAZIONE
è costruita con uno stile lineare,elegante e raffinato tipico della coeva
cultura cortese che sfociò nel gotico internazionale;ambientata in un’atmosfera
irreale,quasi di astratta misticità,con quale concessione al vero (il
fiore,l’ombra del libro,la ritrosia della Vergine),presenta tutte le
raffinatezze lineari e cromatiche della scuola gotica senese (si guardi per
esempio alla resa del tessuto nella veste angelica).
La
PRESENTAZIONE AL TEMPIO di Ambrogio invece la profonda resa prospettica e
l’attenzione alla resa fegli affetti delle figure,elementi tipici della peotica
grottesca,già ripresa da suo fratello Pietro,viene da Ambrogio conciliate con
il gusto per il colore e la grazia della tradizione senese.
Queste
due pale d’altare sono tra i più antichi esempi conosciuti di soggetti da
altare con episodi evangelici,anziché con un’icona da venerare,poiché la
cattedrale senese era già presente una grandiose immagine mariana,protettrice
della città,nella grande pala della MAESTA’ DI SIENA di Duccio di
Buoninsegna,sull’altare maggiore.
Dei
fratelli Lorenzetti sono anche esposte altre opere: le STORIE DI SAN NICOLA
(1330 circa),la MADONNA CON I SANTI NICOLE E PROCOLO (1332) di Ambrogio e la
MADONNA IN TRONO COL BAMBINO TRA OTTO ANGELI e la PALA DELLA BEATA
UMILTA’,entrambe del 1340, di Pietro. Nella pala della Beata Umiltà sono
raffigurati numerosi interessanti episodi di vita quotidiana nel Medioevo.
Di Simone dei
Crocefissi,pittore bolognese che si rifà ad un gotico più vivace e popolaresco
rispetto al gotico aulico senese,è la tavola con la NATIVITA’.L'Annunciazione - Simone Martino e Lippo Memmi |
La presentazione al Tempio - Ambrogio Lorenzetti |
Nessun commento:
Posta un commento