mercoledì 23 gennaio 2013

Gli appartamenti monumentali - Palazzo Pitti


LE SALE
Sala Bianca:
Le decorazione degli stucchi è bianca per questo la stanza è denominata così,la stanza e gli stucchi di decorazione sono stati realizzati dai fratelli Albertolli e che oggi è aperta solo in occasioni speciali per esibizione temporanea o iniziative culturali. Qui fu per esempio esposta la DAMA CON L’ERMELLINO di Leonardo alla fine del 1998 quando fu prestata dal Museo Czartorisky di Cracovia per un gran tour che toccò le più importanti città italiane.

Sala di Bona:
è l’unico ambiente settecentesco rimasto intatto e possiede dei pregevoli affreschi di Bernardino Poccetti e aiuti.

Sala dei Pappagalli:
per la curiosa decorazione delle pareti,si arriva agli appartamenti reali di Margherita di Savoia,ricchi di sfarzosi tappezzerie,tappeti ed arredi di fattura soprattutto risalente al periodo lorenese (XVIII secolo). Fra il mobilio più pregiato spicca lo stipo in ebano e pietre dure appartenute a Vittoria della Rovere.

La Cappella:
era originariamente l’alcova del Gran Principe Ferdinando de’Medici con una ricca decorazione tardo barocca a stucchi e intagli dorati disegnati da Giovan Battista Foggini: la MADONNA SULL’ALTARE di Carlo Dolci e conserva la preziosa cornice dorata e intagliata originale.
I soffitti decorati a stucchi in stile neoclassico risalgono ai gusti della famiglia Lorena e la graziosa stanza ovale detta Toilette della Regina decorata con pannelli in seta a tinte chiare ricamata a mano su disegni di Ignazio Pellegrini nel tipico stile rococò della seconda metà del Settecento.

Sala Celeste – Del Trono – Verde:
Sono tappezzate da sentuose stoffe pregiate e con mobilio dei Lorena e Sabaudo.

Sala Delle Nicchie:
è in stile neoclassico.

La foto l'ho presa dal web visto che le uniche foto che ho fatto sono  solo quelle dall'entrata  dopo lungo Arno che pubblicherò in seguito con i video che avevo realizzato in quel periodo. Mentre gli appartamenti monumentali mi limito solo a descriverli.

venerdì 18 gennaio 2013

STORIA DEL MUSEO (Palazzo Pitti)


L’insieme di queste 14 stanze è stato usato dalla famiglia Medici e dai loro successori durante i secoli nei quali qui risiedeva il Granduca della Toscana. In particolare queste sale al primo piano nell’ala destra erano destinate al principe ereditario,mentre nell’ala sinistra (dove è ospitata la Galleria Palatina)viveva il Granduca in carica. La consorte del principe viveva invece nella corrispondente ala laterale confinante con gli appartamenti del Principe.
Le decorazioni e gli arredi sono molto cambiati dall'epoca dei Medici,spesso con abbellimenti e scelte stilistiche propri delle famiglie che vi risedettero  in seguito come gli Asburgo – Lorena ed i Savoia (dopo l’Unità d’Italia durante il periodo di Firenze Capitale).
L’aspetto che predomina è infatti oggi quello risalente a Umberto I e Margherita di Savoia,grazie a un restauro terminato nel 1993,i quali vi abitarono dal 1865. Nel 1912 una parte del palazzo quella che già era aperta come museo dal tempo dei Lorena passò allo Stato e i Savoia tennero solo la serie delle stanze dove oggi è ospitata la Galleria d’arte moderna per le loro occasioni visite in città fino agli anni venti.
Contrariamente ai sontuosi saloni di rappresentanza della Galleria Palatina,queste stanze sono più piccole ed hanno un’atmosfera per certi versi più raccolta e familiare pur mantenendo una forte sontuosità.
Fra gli arredi di quell’epoca vi sono i letti a baldacchino e gli arredi da camera,che non compaiono in nessuna altra sala del palazzo. Il corredo di oggetti,arazzi e mobilio fu in parte portato dai Savoia riunendo qui gli oggetti provenienti dalle varie regge italiane che avevano “ereditato” dalle altre case regnanti d’Italia,soprattutto da Lucca e da Parma.
Mentre i dipinti conservati sono particolarmente interessanti i ritratti medicei opera per lo più del pittore Giusto Suttermans.
Oggi si visita il museo come proseguimento della Galleria Palatina con lo stesso biglietto.

giovedì 10 gennaio 2013

Palazzo Pitti - Firenze


Dopo tanto tempo vi propongo una nuova serie di articoli dedicati ad un’altra attrazione turistica della meravigliosa Firenze e che solo noi italiani sappiamo apprezzare visto che i numerosi turisti stranieri si interessano di altri siti della città snobbando enormemente Palazzo Pitti,i giardini dei Boboli e l’oltre Arno.
Palazzo Pitti è la reggia del Granducato di Toscana,già abitata dai Medici,dei Lorena e dei Savoia. Si trova in piazza Pitti al numero civico 1,nella zona di Oltrearno.
Al suo interno sono ospitati diversi musei di diversa natura: una galleria d’arte (la Galleria Palatina con capolavori di Raffaello,Tiziano,ecc.) sistemata secondo il criterio della quadreria settecentesca,gli appartamenti monumentali, la Galleria d’arte moderna (con le opere dei macchiaioli) e altri musei specializzati: il Museo degli argenti (non l’ho visitato ma mi sono ripromessa che la prossima volta lo farò) dedicato all’arte applicata,la Galleria del costume (anche questa non l’ho visitata ma mi sono ripromessa per la prossima lo farò),il maggiore museo italiano dedicato alla moda,il Museo delle porcellane e il Museo delle carrozze (idem come i precedenti).
I giardini monumentali dei Boboli sono dei migliori esempi nel mondo di giardino all’italiana (con mio rammarico non sono riuscita a vederlo perché quel giorno c’era un temporale ma ci ritornerò).
All’epoca in cui venne costruito era la residenza più grande di Firenze ed anche la più sfarzosa.
Introduciamo un po’ di storia…Luca Pitti era rivale della famiglia dei Medici e desiderava una residenza più sfarzosa di quella appena eretta da Michelozzo per Cosimo il Vecchio. La tradizione tramandata da Giorgio Vasari  vuole che i Pitti si rivogessero,intorno al 1440 a Filippo Brunelleschi scegliendo il progetto accantonato da Cosimo de’ Medici per il palazzo Medici purchè giudicato troppo grandioso e suscettibile di invidie,preferendogli quello più dosato di Michelozzo.
Una delle leggende più conosciute racconta che Luca Pitti esigesse che le finestre del nuovo palazzo fossero più grandi della porta principale di quelle di Cosimo (in effetti se ci fate caso al piano terra vi era una loggia) e che il cortile potesse contenere l’intero palazzo Strozzi (sebbene palazzo Pitti abbia solo 3 lati invece di 4).
L’effettiva realizzazione,che poco ha che spartire con la sobrietà di Brunelleschi (fra l’altro morto 12 anni prima) e sembra più simile alle indicazioni del De re aedificatoria di Leon Battista Alberti si rifà più alla solennità romana classica. Ufficialmente l’architetto fu Luca Fancelli,allievo e collaborazione di Brunelleschi.
In origine il palazzo aveva sette finestre sia al primo che al secondo piano e consentiva l’entrata non da uno ma da tre portoni (tra i quali quelli laterali furono convertiti in finestre “inginocchiate” durante la ristrutturazione di Ammannati). La facciata è composta secondo un modulo fisso,che ricorre nell’ampiezza della aperture e nella distanza fra esse; moltiplicato per due dà l’altezza delle aperture e per quattro l’altezza dei piani.
Questo non dipende dal fatto che c’è una piazza antistante all’edificio,la prima costruita davanti ad un palazzo privato a Firenze,che permetteva una visuale frontale e centrata dal basso,secondo il punto di vista privilegiato definito anche da Leon Battista Alberti.
Punto di contatto con il modello brunelleschiano/michelozziano di Palazzo Medici Riccardi è il fronte a bugnato a sporgenza digradante,sviluppo in larghezza di sette finestre,con un portone centrale che dopo un andito oscuro conduce in un ampio cortile da cui si accende alle scale monumentali per i piani superiori.
Per problemi di progettazione i lavori a palazzo vennero momentaneamente interrotti e forse complice la sfavorevole sorte politica di Luca Pitti.
La famigla risedette nel palazzo dal 1469 anche dopo la morte di Luca Pitti (1472).
In seguito la situazione finanziaria della famiglia non si sollevarono così nel 1550 Buonaccorso Pitti vendette il palazzo a Eleonora di Toledo moglie di Cosimo I de’Medici e figlia del viceré di Napoli.
Il palazzo divenne la principale residenza dei Medici senza cambiare il nome e dando origine alla straordinaria rinascita del quartiere di Oltrearno.
Nel 1560 fu realizzato il primo ampliamento del palazzo ad opera di Bartolomeo Ammannati che edificò l’imponente cortile a più piani con l’originale e senza precedenti motivi del gradoni alternati lungo tutte le superfici (questo motivo di ampliamento fu ripreso in altri palazzi europei come il Luxembourg di Parigi). Il cortile fece talvolta da scenografia a straordinari eventi,come una battaglia navale tra venti navi turche e cristiane (per il quale il cortile venne allargato fino a raggiungere quasi 2 metri di profondità) o i festeggiamenti per le nozze tra Ferdinando I de’Medici e Cristina di Lorena nel 1589.
Nel 1551 iniziarono la sistemazione dei giardini da Niccolò Tribolo. Il disegno originale dei giardini era incentrato su anfiteatro centrale,che venne realizzato sfruttando la conformazione naturale della collina,dove frequentemente vennero rappresentate commedie e tragedie di ispirazioni classiche,come alcune scritte da Giovan Battisti Clini mentre le scenografie erano curate dall’architetto di corte Baldassarre Lanci.
Nel 1565 Giorgio Vasari costruì un corridoio poi denominato il “Corridoio Vasariano” che attraversava Ponte Vecchio per collegare Palazzo Pitti con Palazzo Vecchio passando per la chiesa di Santa Felicita,il Ponte Vecchio e gli Uffizi,sull’altra sponda dell’Arno.
Nel frattempo tra il 1558 e il 1570 Ammannati creò uno scalone monumentale per il primo nobile e l’ampliò le ali posteriori del palazzo,verso il giardino,abbracciando così e chiudendoli sul lato ovest da un corpo sovrastato da una terrazza alla quale si accedeva dagli appartamenti nobiliare del primo piano.
In questo modo si fronteggiava la collina dei Boboli a pari altezza,dominando il declino. Sulla terrazza fu posta anche una grande fontana che inseguito  fu chiamata fontana del Carciofo (1641) disegnata dall’assistente di Giambologna Francesco Susini.
Nel cortile interno in seguito fu realizzata una stravagante grotta con concrezioni calcaree e statue di putti che nuotano nella vasca chiamata Grotta di Mosè.
Nel giardino venne realizzato la celebre grotta che prende il suo nome,composta da tre ambienti con decorazioni fantastiche che legano la pittura la scultura e l’architettura della sala con effetti illusionistici e giochi d’acqua.
Dal 1616 fu lanciato un concorso per ampliare la parte del palazzo sulla piazza vinto da Giulio Parigi,nipote dell’Ammannati che condusse i lavori di allungamento del corpo della facciata del 1618 terminati da Alfonso Parigi,suo figlio,nel 1631.
Nel Settecento Giuseppe Ruggeri aggiunse le due ali laterali che abbracciano la piazza,un prototipo di corte d’onore copiata in Francia. Sporadiche aggiunte e modifiche vennero spesso operate dai vari occupanti del palazzo ad opera di altri architetti. Nel 1696 Cosimo III fece aggiungere sulla facciata la Fonte del Leone,ornata dalla corona granducale medicea.
Francesco Stefano di Lorena snobbò Firenze e non prese mai residenza nella città mentre suo figlio Pietro Leopoldo fu il primo Granduca che si dedicò al governo della Toscana.
Nei primi dell’Ottocento il palazzo fu usato anche da Napoleone Bonaparte come residenza per il suo passaggio in città durante il suo governo dell’Italia. Successivamente con il ritorno dei Lorena furono eseguiti diversi ampliamenti tra i quali la sistemazione del rondò di testata e la realizzazione di una scala interna ad opera dell’architetto Pasquale Poccianti. Nel 1833 sotto Leopoldo II alcune parti del palazzo furono aperte al pubblico come museo.
I Lorena si ritirarono dopo la votazione che decise l’annessione della Toscane al Piemonte nel processo di unificazione italiana,con il palazzo che passò così ad uso alla Casa Savoia. Il re vi risedette effettivamente dal 1865 quandoo Firenze divenne Capitale d’Italia fino al 1871 quando si spostò al Palazzo del Quirinale a Roma,nuova capitale.
Di quell’epoca sabauda rimane la Sala del Trono,il dipinto Il Genio di casa Savoia presenta l’Italia al consesso delle altre nazioni di Annibale Gatti.
Ora dopo numerosi restauri siamo giunti alla sistemazione odierna con 5 musei articolati per diverse tematiche espositive,
I musei sono gestiti dalla Soprintendenza per il Polo Mussale Fiorentino mentre al piano terreno con l’entrata da Piazza Pitti è ospitata l’altra soprintendenza fiorentina quella per i Beni Architettonici,Paesaggistici e Demo – etno – antropologici (una terza soprintendenza è quella Archeologica della Toscana che ha sede altrove). Sempre al piano terreno affacciato sul cortile centrale,si trova l’ufficio prenotazione che gestisce tutte le biglietterie dei musei statali a Firenze. Palazzo Pitti è anche sede di importanti manifestazioni culturali dal luglio 2010 Vinum Nostrum.


Museo Uffizi XXX parte ed ultima -VESTIBOLO D’USCITA E SALA 41 (DEPOSITO) queste informazioni le trascrivo semplicemente perché sono descritte nel libro – guida che ho comprato nel 2008,credo che facciano parte della nuova area espositiva

Tra la sala 36 e la 41 si trova  il vestibolo d’uscita,un tempo accesso del museo nel quale erano sistemate altre piccole sale,al piano primo,le altre sale dalla 27 alla 40,che sono oggi usate per le esposizioni temporanee (io in quell'occasione ho visto la mostra temporanea su Giotto e opere religiose) e,in parte la collezione del Seicento. Vi sono esposti oggi alcuni reperti antichi come un TORSO DI SATIRO e un CINGHIALE,opere antiche attribuite ad originali di Lisippo.
Altre opere famose,ma in attesa di collocazione adeguata sono l’enorme TESTA DI GIGANTE MORENTE oppure il celebre SPINARIO,cioè il fanciullo seduto che si cava una spina da un piede,forse la prima opera antica ad essere omaggiata da un’artista occidentale moderno,Brunelleschi che la inserì nella sua formella per il concorso per la porta del Battistero,che però fu vinto da Lorenzo Ghiberti.
Si trova qui anche la cosiddetta FANCIULLA SEDUTA PRONTA ALLA DANZA e un’ara con il SACRIFICIO DI IFIGENIA.
Nella sala successiva (41) si trovano numerose opere di Rubens ma nel riallestimento è stata chiusa e adibita a deposito mentre le grandi tele del maestro fiammingo sono state in parte collocate temporaneamente negli Appartamenti monumentali di Palazzo Pitti.
PURTROPPO NON SO DIRVI ALTRO PERCHé IL LIBRO TERMINA CON LA DESCRIZIONE DI QUESTE SALE IN BREVE. CONCLUDO QUI LA DESCRIZIONE DEGLI UFFIZI E VI COMUNICO CHE INIZIERò PRESTO NELLA DESCRIZIONE DI PALAZZO PITTI,ALTRO MUSEO CHE MI SONO CONCESSA DI AMMIRARE NELL’OTTOBRE 2008.
IL VIAGGIO A FIRENZE NON è TERMINATO CON GLI UFFIZI...

venerdì 4 gennaio 2013

Museo Uffizi XXIX parte - SALA 35 del Barocci e della Controriforma Toscana

Questa sala è dedicata al pittore urbinate Federico Barocci caposcuola dei pittori “riformati” toscani,con numerosi esempi dei principali esponenti dell’epoca. Le opere chiave sono le grandi pale d’altare,impostate secondo un linguaggio  più eloquente e facilmente comprensibile rispetto ai maestri precedenti. Si trova qui esposta la MADONNA DEL POPOLO,esempio di messaggio immediato comprensibile ai fedeli,che è vicina ad altra opere di artisti quali Santi di Tito,Alessandro Allori,Bernardino Poccetti oltre i successivi Cigoli,Empoli,Ludovico Buti e Passignano.
Madonna del Popolo di Federico Barocci

Museo Uffizi - XXVIII parte - SALA 34 dei Lombardi del Cinquecento

Questa sala ospita opere di numerosi maestri attivi in tutto l’arco del XVI secolo. Vi spiccano Lorenzo Lotto,anello di congiunzioni tra la cultura veneta e lombarda (RITRATTO DI GIOVINETTO SUSANNA E I VECCHIONI,SACRA FAMIGLIA E SANTI).
La Trasfigurazione del bresciano Giovanni Girolamo Savoldo è dominata dai mirabili effetti di luce,mentre il RITRATTO DI IGNOTO CON LIBRO O IL RITRATTO DEL CAVALIERE PIETRO SECCO SUARDO sono alcuni degli esempi di opere del grande pittore bergamasco Giovanni Battista Moroni.
Legata ai valori della Controriforma è la grande pala d’altare della MADONNA COL BAMBINO TRA LE SANTE MARGHERITA E MADDALENA di Girolamo Figino.
Sagra Famiglia e Santi di Lorenzo Lotto

mercoledì 2 gennaio 2013

Museo Uffizi XXVII parte - SALA 33 Corridoio del Cinquecento

Questo corridoio molto stretto è  stato allestito,dopo il riordino degli anni novanta,con varie opere di piccolo formato di varie scuole,italiane ed estere,in larga parte risalenti alla seconda metà del Cinquecento. Tra gli artisti di scuola spagnola spicca il dipinto dei SANTI GIOVANNI EVANGELISTA E FRANCESCO di El Greco: francese è il dipinto delle DUE DONNE AL BAGNO della scuola di Fontainebleau:SUSANNA E I VECCHIONI è un’opera del fiammingo Franns Floris.
Tra i maestri toscani sono rappresentati Alessandro Allori,Agnolo Bronzino,Giorgio Vasari e Jacopo Zucco tutti loro parteciparono al più grande progetto dell’epoca a Firenze,la ridecorazione di Palazzo Vecchio voluta da Cosimo I e da Francesco I de’ Medici,culminata nei capolavori  dell Studiolo.
L’ultima parte del corridoio ospita opera dove è possibile vedere i mutamenti voluti dalla Controriforma che dettò nuove regole per la committenza e quindi per l’arte generale: pittori come Jacopo Ligozzi,l’Empoli,Andrea Buscoli e Santi di Tito furono i capi scuola toscani che dovettero semplificare i propri soggetti per avere una comunicazione dei temi sacri più diretta e meno filosofica,scevra delle implicazioni letterarie,simboliche ed erudite tipiche dei due secoli precedenti.
 SANTI GIOVANNI EVANGELISTA E FRANCESCO di El Greco

:SUSANNA E I VECCHIONI è un’opera del fiammingo Franns Floris.

Museo Uffizi XXVI parte - SALA 32 dal Bassano e del Tintoretto

Le sale 32 alla 35 sono dedicate al Cinquecento Veneto. In particolare in questa sala sono stati scelti due autori ben rappresentativi di tale scuola Jacopo Bassano presente con opere come i DUE CANI di soggetto quotidiano e il Tintoretto.
Del grande maestro veneto del secondo Cinquecento spicca la LEDA E IL CIGNO,soggetto mitologico di grande sensualità,e alcuni importanti ritratti dal tono aulico del RITRATTO DI AMIRAGLIO VENEZIANO alle opere più intime e dotate di spessore psicologico come il  RITRATTO DI JACOPO SANSOVINO.
Sono presenti anche alcuni ritratti di Paris Bordon di notevole enfasi.
I due cani di Jacopo Bassano

Museo Uffizi XXV parte - SALA 31 del Veronese

In questa sala furono collocate le opere dell’importante maestro veneto Veronese,attivo nella seconda metà del Cinquecento.
Esemplare del suo stile è la SACRA FAMIGLIA CON SANTI caratterizzata sia dell’intimità della scena che dalla ricchezza cromatica tipica veneta (si noti ad esempio la veste della santa Barbara).
L’ANNUNCIAZIONE è una grande tela,formato che ha reso famoso l’artista e che fu molto richiesto a Venezia dove era impossibile coprire le parete di affreschi a causa dell’umidità. In questa opera lo spazio si dilata fino all'ultimo orizzonte come nei grandi cicli della maturità del pittore.
La Sacra Famiglia con i Santi di Paolo Veronese

L'Annunciazione di Paolo Veronese

Museo Uffizi XXIV parte - SALA 30 Gabinetto degli Emiliani del Cinquecento

Questa sala come la precedente è dedicata ad artisti emiliani del Cinquecento,rappresentati da opere di piccolo formato. I due artisti qui rappresentati sono Ludovico Mazzolino con opere quali la MADONNA COL BAMBINO E SANTIdel 1522 – 23 o la STRAGE DEGLI INNOCENTI e Benvenuto Tisi detto il Garofano autore di tre tele esposte L’ADORAZIONE DEI PASTORI,L’ANNUNCIAZIONE e un SAN GIROLAMO.
Madonna col Bambino e Santi di Ludovico Mazzolino

San Girolamo penitente di Benvenuto Tisi