Da qui inizia la
seconda parte dell’articolo dedicato a Bolzano in particolare al Museo
Archeologico dell’Alto Adige (il sito del museo è www.archaeologi.emuseum.it ).
Qui si trova la
“casa” di Otzi, “l’uomo venuto dal ghiaccio”. In Italia è più noto come “mummia
del Similaun”. Citato già dal precedente articolo,il museo accoglie in ogni
stagione numerosi visitatori ed è uno dei primi in Italia nel suo genere.
Oltre alla
mummia del Similaun, vi sono importanti raccolte dall'area regionale.
L'esposizione parte dal
Paleolitico, per terminare, ordinata cronologicamente, con l'Alto Medioevo ( età
carolingia ).
Modelli, ricostruzioni, immagini stereoscopiche, video e stazioni
multimediali interattive permettono di dare uno sguardo al passato del versante
meridionale della catena alpina.
Accanto alla mostra permanente si susseguono negli spazi museali
anche mostre temporanee, convegni e conferenze. Vi sono anche numerose
ricostruzioni di insediamenti romani nel bacino della Valle dell'Adige e
reperti rinvenuti in quest'area, che testimoniano la vita degli abitanti altoatesini
in epoca romana.
LA MUMMIA
La Mummia
del Similaun, anche nota come Uomo
del Similaun (nonché Uomo venuto dal ghiaccio e, informalmente, Ötzi o Oetzi)] è
un reperto antropologico ritrovato il 19 settembre 1991 sulle Alpi Venoste, ai piedi del monte omonimo (ghiacciaio del Similaun, 3.213 m s.l.m.) al confine fra l'Italia (la Val
Senales in Alto Adige) e l'Austria (la Ötztal nel Tirolo).
E’ un corpo di un essere umano di sesso
maschile, risalente a un'epoca compresa tra il 3300 e il 3100 a.C. ( nell’età
del rame), conservatosi grazie alle particolari condizioni climatiche
all'interno del ghiacciaio.
Da studi effettuati,l'uomo potesse essere
originario della zona di Bressanone. In
seguito ad analisi sul DNA del
corpo mummificato, è risultato che il ceppo genetico dell'uomo di Similaun
risulta non più presente a livello mondiale.
Il corpo di Ötzi,
inizialmente conteso tra l’Italia e l’Austria, è attualmente conservato al Museo Archeologico dell'Alto Adige di Bolzano.
Nella valle del rinvenimento è invece situato l'Archeoparc-Museum Val Senales,
un museo interattivo che illustra le numerose scoperte ottenute grazie al
ritrovamento e ricostruisce l'ambiente di vita di Ötzi.
Dal 2007 è attivo all'Eurac di Bolzano l'Institute for Mummies
and the Iceman (Istituto per
le Mummie e l'Iceman) che promuove la ricerca internazionale specializzata
esclusivamente in studi sulle mummie.Uno studio del 2011 dell'Istituto per le
mummie e l'Iceman di Bolzano, per mezzo di un'analisi al microscopio effettuata
dal microbiologo Frank Maixner ha stabilito che Ötzi prima di morire aveva mangiato carne
di stambecco.
Una mappa
genetica, ottenuta da un gruppo internazionale dell'Accademia Europea di Bolzano,
ha rilevato la presenza, nel DNA, di tratti genetici comuni a quelli dei sardi e dei corsi. La mappatura ha rivelato
l'appartenenza al gruppo
sanguigno 0, la predisposizione a malattie cardiovascolari, l'intolleranza al
lattosio, la presenza della malattia
di Lyme.
In occasione del ventesimo anniversario della
scoperta, a fine febbraio 2011 viene presentata al pubblico un'accurata
ricostruzione dell'Uomo di Similaun.
IL RITROVAMENTO
La mummia fu ritrovata dai coniugi tedeschi Erika e Helmut Simon di Norimberga durante un'escursione, compiuta tra il
19 settembre e il 22 settembre1991 presso il confine italo-austriaco, sullo Hauslabjoch. L'attribuzione del
nome Uomo del Similaun o anche Uomo del Hauslabjoch, deriva
dal toponimo registrato più vicino al luogo di ritrovamento, appunto il Similaun.
Inizialmente si pensò che si potesse trattare di
un alpinista scomparso in età recente, tanto che venne attivata la gendarmeria
austriaca. Durante il recupero, avviato senza particolari accorgimenti
conservativi, furono danneggiate parti del corpo (tessuti esterni, femore
sinistro seriamente danneggiato, genitali).
Il corpo fu inizialmente portato in Austria (Innsbruck) dove fu esaminato da
esperti e attribuito a un antico abitante di queste zone, soprannominato in
seguito da un giornalista Ötzi - o, con altra grafia, Oetzi - vezzeggiativo derivato dal luogo del ritrovamento
(Ötztal nel Tirolo del Nord). In seguito alla
determinazione che il luogo di ritrovamento si trovava di pochi metri in territorio italiano, in base a un
accordo con la Provincia autonoma
di Bolzano e il governo
austriaco, la mummia è stata trasferita in Italia.
La mummia del Similaun è conservata a Bolzano, al Museo Archeologico dell'Alto Adige, in
un'apposita struttura che la mantiene le condizioni di conservazione pur
permettendone l'osservazione. Il corpo viene conservato in una stanza con circa
il 99,6% di umidità e -6 °C. Ogni
due mesi un medico specializzato spruzza sulla mummia dell'acqua distillata,
che congelandosi forma una patina protettiva e restituisce lo 0,4~0,5% di
umidità mancante. La mummia è visibile solamente tramite una finestra di circa
30 × 40 cm.
Solo nell'estate del 2010 si
è definitivamente concluso il processo per il ritrovamento della mummia.
Infatti, dopo una azione legale durata quasi 20 anni, il presidente
della provincia di Bolzano Luis Durnwalder ha
consegnato ai coniugi Simon una cifra di 175 mila euro tramite
il legale Georg Rudolph.
La mummia ancora contesa dai due Paesi,in realtà
è un Patrimonio di tutti.
La glaciazione ci ha permesso di ritrovare un
corpo conservato migliaia di anni fa,rimasto quasi integro,sia per la sua
storia,per la ricerca scientifica ma lo stesso tramandare la sua storia ci
porta a considerarlo un patrimonio comune.
STORIA DELLA MUMMIA
Nel 2008 venne effettuata la datazione al radiocarbonio che gli attribuisce un'età compresa
tra il 3300 e il 3200 a.C., nell'Età del rame, momento di transizione tra il Neolitico e l'Età del bronzo. Assieme al corpo
furono ritrovati anche resti degli indumenti e oggetti personali di grande
interesse archeologico, come un
arco in legno di tasso, una faretra con due frecce pronte e altre in
lavorazione, un coltello di selce,
un "correttore" per lavorare la selce, un'ascia in rame, una perla in
marmo, esche e acciarino e uno zaino per contenere questi oggetti.
Proprio l'ascia in rame costituisce un punto di
collegamento con la cultura di
Remedello nel Bresciano, nelle tombe della quale
sono state ritrovate asce della stessa fattura (al momento non le ho
visitate,mi limito solamente a citarle).
Recenti analisi hanno evidenziato la presenza di
una punta di freccia in selce all'interno della spalla sinistra
(penetrata a fondo in direzione del cuore) e alcune ferite e abrasioni (tra cui
un taglio in particolare sul palmo della mano destra) che portano a ipotizzare
una morte violenta piuttosto che per cause naturali, come era stato ipotizzato
in un primo momento. La postura innaturale del corpo parrebbe risalire a un
tentativo di estrarre una freccia dalla schiena; ulteriori elementi fanno
pensare a un gruppo - di cui faceva parte - scampato a un agguato, con
probabilmente un compagno che avrebbe trasportato il corpo a spalla fino al
luogo della morte.
Grazie alle moderne nanotecnologie, si è potuto verificare
che i globuli rossi prelevati dalle ferite sulla schiena e
sulla mano destra di Ötzi risalgono a 5.300 anni fa. In primis,
analizzando le superfici lese si sono trovate tracce dei globuli grazie a
un'attenta analisi al microscopio. In seguito, grazie alla spettroscopia Raman, si è potuto
verificare che questi tessuti erano proprio globuli rossi e non pollini o
batteri. Inoltre l'analisi ha discriminato anche la presenza di fibrina, una proteina specifica per la
coagulazione del sangue umano, che andrebbe a sostenere la tesi che la morte di Ötzi sarebbe avvenuta per la ferita
riportata dalla freccia.
Il 21 agosto 2008 è stato reso noto che Hollemeyer e
altri suoi colleghi dell'Università del Saarland hanno condotto un'analisi su alcuni
pezzi dei vestiti e delle scarpe della mummia utilizzando uno spettrometro di massa, che permette di determinare
la composizione chimica dei campioni, che a parere dei ricercatori può dare
risultati più affidabili del test del DNA nell'analisi di pelli lavorate. I
ricercatori hanno pubblicato i risultati delle loro ricerche su Rapid
Communications in Mass Spectrometry e
hanno osservato che i peptidi delle proteine presenti nei peli antichi sono del
tutto simili a quelli di varie specie di animali allevati ancora oggi, fatto
che induce a pensare che Ötzi sia stato un pastore che a volte
portava la mandria al pascolo durante gli spostamenti stagionali.
Secondo lo studio del DNA, Ötzi appartiene a un sottogruppo che, in
base alle conoscenze attuali, non ha lasciato eredi.
L'antropologo Franco Rollo ritiene che
probabilmente Ötzi possa rappresentare il capolinea di un
gruppo di esseri umani vissuti in passato e che si sono estinti, tra le varie
ragioni, per esiguità. L'archeologo e storico Paul Gleirscher invece
ritiene che Ötzi non possa essere considerato un
pastore, bensì un appartenente a una classe "nobiliare", visto il suo
ricco corredo.
TATUAGGI
Ötzi è considerato il primo essere umano tatuato di
cui si abbia conoscenza; sul suo corpo si trovano ben più di 50 tatuaggi; per questa ragione, è diventato
molto famoso tra i tatuatori di tutto il mondo.
La tecnica utilizzata nel calcolitico appare diversa da quella moderna: non
venivano usati aghi, ma erano invece praticate delle piccole incisioni della
pelle, poi ricoperte con carbone vegetale per ottenere l'immagine.
I tatuaggi dell'uomo del Similaun consistono in
semplici punti, linee e crocette: si trovano in corrispondenza della parte
bassa della colonna vertebrale, dietro il ginocchio sinistro e sulla caviglia
destra. Esami radiologici hanno individuato forme di artrite proprio in quei punti, si presume che
tali immagini avessero una funzione di tipo curativo o religioso, al fine di
alleviare i dolori.
Altri studiosi hanno proposto che i tatuaggi
fossero i punti per la pratica dell'agopuntura.
I punti di pressione dell'agopuntura moderna (che è rimasta invariata per
millenni in Cina e in Asia in generale), si discostano di poco da
quelli dei tatuaggi dell'Uomo dei Ghiacci, perciò è stato ipotizzato che i
tatuaggi siano punti di pressione per questa tecnica; in questa ipotesi il
valore dei tatuaggi sarebbe puramente di reminiscenza e mnemonico per Ötzi e non avrebbero alcun valore
"spirituale" o magico.
IL MIO GIUDIZIO: questa
è una novità assoluta per questo articolo.
Io ho visitato la
mostra nel mese di agosto ed a Bolzano c’è circa una temperatura di circa 35°C
mentre all’interno del museo c’è una temperatura media di 17°C salvo
all’interno della stanza dove riposa la mumma che non è accessibile salvo
verderlo da una finestra oblò e li la temperatura media è sotto i 10°C quindi il mio consiglio se andate nei
mesi estivi e volete non prendere una congestione come è capitato a me
portatevi via una maglia vi sarà utile.
Il museo è basato
esclusivamente sull’ambiente dove è stato ritrovato,com’era al tempo in cui
viveva,cosa aveva mangiato,cosa si mangiava,come si vestiva e ci sono
particolari i vestiti che indossava (pelli più che altro). Il museo è incentrato su di lui in modo
particolare e poi nelle sale attigue sui ritrovamenti fatti nella zona.
Non è il classico museo
dove si vedono immagini ma è entrare in quel mondo passato come semplici
osservatori.
Per me è stata una
bella esperienza e ne vale la pena visitarlo,rende speciale il soggiorno a
Bolzano.
Mi limito a scrivere
pochi articoli in questo periodo,vi prometto che almeno 3 articoli al mese
pubblicherò da oggi in avanti.
Vi aspetto numerosi e
con tanta voglia di visitare posti nuovi.
A presto
Testimoni d’Arte