Sono
religiosa a mio modo,non sono una osservante delle regole e non vado tutte le
domeniche alla messa,preferisco andarci alle feste comandate o mio malgrado ai
funerali.
Negli
ultimi tredici anni mi sono avvicinata alla Chiesa Cattolica con Papa Beato Giovanni
Paolo II che tramite il suo modo di essere mi ha avvicinato soprattutto con la
malattia di mio nonno (ora non c’è più).
Grazie
a lui ed alla figura della Vergine Maria mi sono attaccata alla religione. In
un modo incredibile tanto da emozionarmi in modo profondo.
Tanto
che nel 2003 ho fatto un voto alla Madonna e si è realizzato solo nel 2009
quando ho conosciuto Riccardo.
La
mia ripromessa è stata di andare in quei luoghi dove è venerata la figura della
Vergine e così siamo andati a Loreto.
Nella
mia regione Loreto in provincia di Ancona è molto adorata perché qui si trova
secondo la leggenda e verità la Santa Casa. Uno dei più antichi luoghi di
pellegrinaggio mariano del mondo cattolico.
Secondo
il parroco che mi aveva battezzato il mio nome Laura, doveva essere festeggiato
il 10 dicembre proprio perché lui diceva che il mio nome derivava dalla Madonna
Lauretana (di Loreto) e quindi ogni anno da più di 30 anni festeggio il mio
onomastico quel giorno.
Loreto
sorge sulla sommità d’una dolce collina,con un’ampia campagna attorno
caratterizzata dalla coltivazione dell’ulivo. La cupola ed il campanile della
Basilica svetta sulla cima in cui si trova la figura della Madonna. Il panorama
che si gode spazia dal mare a Monte Conero fino all’Appennino umbro – marchigiano.
La
città si è sviluppata intorno alla nota Basilica che ospita la celebre reliquia
della Santa Casa dove secondo la tradizione,la Vergine Maria nacque e visse ,e
dove ricevette l’annuncio della nascita miracolosa di Gasù.
Fin
dai primi secoli dell’era cristiana,la tradizione affermava che a Nazaret si
trovasse la piccola dimora della Vergine,qui nacque,ebbe l’annuncio
dell’Arcangelo Gabriele e dove visse con Gesù e Giuseppe nella Sacra Faiglia.
Dopo la Resurrezione,gli Apostoli si sarebbero riuniti in questa casa e
avrebbero celebrato l’Eucarestia confermando l’insegnamento di Gesù. Agli inizi
di maggio del 1291,Nazaret e tutta la Palestina erano ormai sotto il dominio
dei Turchi allora alcuni angeli scesi dal cielo prelevarono la Santa Casa e la
portarno in volo.
Il
10 maggio 1291 gli angeli lasciarono la casa a Tersetto,nei pressi della città
di Fiume,furono dei boscaioli a trovare la piccola dimora. In quel luogo
visitato dai pellegrini spesso invece era preda di ladri e malfattori così, tre
anni e sette mesi dopo gli angeli ripresero la casa di Nazareth e che essa si
alzarono in volo. Attraversarono l’Adriatico e appena giunti nelle Marche la
portarono nei pressi di Ancona,nel luogo in cui oggi sorge la Chiesa di Santa
Maria Liberatrice di Posatora,il cui nome deriva dalla tradizione,cioè
dell’evento: posa-et-ora (fermati e prega). La Santa Casa restò in quel luogo
otto mesi,poi gli angeli la sollevarono nuovamente e la posarono nei pressi di
Porto Recanati,in località “Banderuola”. Questa volta furono i pastori a vedere
una luce abbagliante uscire dalle nubi e dietro la luce,la casa. Il luogo però
risultava essere troppo vicino al mare e dunque esposto ai nuovi pericoli delle
escursioni turche;inoltre si ripresentarono ladri e malfattori per rubare i
fedeli che andavano in pellegrinaggio. Otto mesi più tardi gli angeli
spostarono di nuovo la casa,il terreno dove la posarono era di proprietà di due
fratelli che presto iniziarono ad approfittarsi dei pellegrini e poi anche a
contendersi i guadagni. Di nuovo gli angeli sollevarono in volo la Santa Casa e
la posarono nella notte fra il 9 e il 10 dicembre 1294 al centro della strada
che da Recanati va al suo porto e dunque in un luogo pubblico che nessuno
avrebbe potuto reclamare e sfruttare. Il luogo scelto si trovava sulla cima di
una collina coperta da lauri. Dal termine latino/aurus il luogo si chiamoò
Lauretum e quindi Loreto. Questo viaggio della casa di Nazaret verso Loreto è
chiamato “traslazione della Santa Casa” e con tale nome è rappresentato nelle opere degli artisti
passati. Nella mia regione è molto viva la tradizione di accendere grandi
fuochi nella notte della Venuta e di suonare le campane delle chiese alle 3 di
notte quando per l’ultima volta la casa scese sull’ultimo luogo prescelto tra
la notte del 9 al 10 dicembre per rischiarire il cammino alla Santa Casa,si
tratta dei fuochi della notte della Venuta, intendendo per “venuta”
l’arrivo della Santa Casa. Nel 1617
grazie all’iniziativa del frate cappuccino anconetano fra Tommaso,l’usanza si
diffuse capillarmente in tutta la regione. Per questo motivo nel calendario
cattolico la festa della Madonna di Loreto cade il 10 dicembre e la giornata
delle Marche si celebra nello stesso
giorno. La Madonna di Loreto è venerata come patrona degli aviatori,infatti il
12 settembre 1920 ebbe luogo a Loreto la festa per la proclamazione delle
Madonna di Loreto quale “Patrona degli Aeronauti” decretata con breve di Papa
Benedetto XV del 24 marzo dello stesso anno.
Con
l’arrivo dell’importante reliquia contribuì immediatamente a fare dell’antica
Silva magna de laureto una delle mete più ambite di pellegrinaggio del mondo
cattolico.
Dopo
una ventina d’anni dell’arrivo della Santa Casa si era già formato un borgo
abitato. L’afflusso dei pellegrini portava generose offerte tanto che insieme
ai devoti arrivarono anche i malfattori che assaltavano pellegrini in cammino.
I rischi maggiori erano anche gli ex voto di materiali preziosi e le donazioni
che i Papi cominciarono a inviare a Loreto nel XIV secolo. Si iniziò
gradualmente a costruire le mura di protezione. Per un circa un secolo si
protrasse la costruzione di quadrilatero fortificato con quattro torri angolari
sorvegliato giorno e notte da guardie.
Dal
1468 per il volere del vescovo di Recanati si diedero inizio ai grandi lavori
della Basilica – Fortezza,protetta da ben imponenti muraglioni che le danno
ancora oggi un aspetto rocchesco. L’anno seguente,il Papa Paolo II diede forte
impulso al cantiere. Da qualche tempo gravava una forte minaccia,i Turchi che
facevano continue scorribande nell’Adriatico e quando approdavano a terra
compivano violente razzie,distruzioni e uccisioni. Si hanno notizie di vari tentativi di sbarchi nel 1456 a Porto
Recanati col pieno proposito di assaltare il Santuario,coraggiosamente respinto
dagli abitanti,un altro nel 1479 a Grottammare con gravi conseguenze; ancora
l’anno seguente con stragi in Puglia. Il 5 giugno 1518 successe un grave fatto.
Selim I detto il crudele,assaltò Porto Recanati riuscendo a penetrare nel
castello e depredarlo. Il terrore scaturito da questo gesto spinse Papa Leone X
a ordinare di costruire un nuovo forte con nuove cinte murarie in breve tempo.
Furono impiegati tre grandi architetti del tempo: Cristoforo Resse da
Imola,Andrea Sansovino e Antonio da Sangallo il giovane e messi al lavoro ben
400 operai.
Nel
1482 Loreto viene elevata a parrocchia dal sempre più crescente numero dei
residenti e da quanti operavano per e che attiravano popolazioni da altre zone.
Venne costruito un ospedale e dimore per i pellegrini che arrivavano da ogni
parte del mondo. L’indulgenza plenaria che Papa Gregorio XIII concesse ai
fedeli che avessero visitato il luogo sacro nelle “Feste principali del Signore
e della Madonna” contribuì a far lievitare il flusso dei pellegrini. Papa Sisto
V diede un forte impulso allo sviluppo urbanistico di Loreto. Col suo
promulgazione del 1586 elevò il borgo a città e così Loreto vide notevolmente
aumentare la sua popolazione e crebbe il numero di pellegrini,tanto che si
dovette pensare a un nuovo acquedotto atto a condurre l’acqua delle vigne di
Recanati alla piazza del Santuario,completato il 2 dicembre 1606. Spariti i
Turchi arrivò un nuovo nemico,le truppe napoleoniche,Napoleone Bonaparte stava
svolgendo la sua Campagna d’Italia e vittorioso,costrinse il 23 giugno 1796
Papa Pio VI a firmare l’Armistizio di Bologna in cui permetteva l’occupazione
di Ancona (assieme alla stessa Bologna e Ferrara) da parte dell’esercito
francese. Mentre le principali città delle Marche settentrionali spingevano per
la proclamazione della Repubblica Anconetana alla fine di non tornare sotto lo
Stato Pontificio. Loreto, da sempre papalina,trepidava per il saccheggio al
tesoro del Santuario. Il 9 febbraio 1797,alle sette di sera,Napoleone diretto a
Tolentino, giunse a Loreto fermatosi a Porta Romana. Qualche notabile lo
accolse offrendogli anche le chiavi della città ma su bastione vicino era
appostato un uomo armato di fucile aprì il fuoco. La carica fece cilecca e
l’attentatore fu preso e fucilato in Piazza dei Galli. Il giorno seguente i
soldati francesi portarono via tutto quanto trovarono. Nonostante il tesoro
fosse già stato stipato in tante grosse botti da vino e trasportato a Roma e nascosto a Castel Sant’Angelo per ordine
di Pio VI,sembra che i francesi requisirono 94 chili d’oro e 17 quintali
d’argento,quadri di cristalli di Boemia degli armadi. Napoleone entrò anche
nella Santa Casa e pose il suo sigillo sulla statua della Madonna ordinando di
spedirla a Parigi insieme al tesoro. Durante il periodo di esilio il culto
della Vergine Lauretana nella Santa Casa di Loreto fu affidata al simulacro in
legno di pioppo (identico all’originale) oggi conservato a Cannara (PG) e che
attualmente rimane l’unico esemplare del periodo napoleonico,dopo l’incendio
della statua originale del 1921 ad essere stato venerato nella Santa Casa. Con
il Trattato di Tolentino statua originale finì a Roma e poi rinviata con un viaggio da “Madonna pellegrina” do
otto giorni a Loreto dove giunse il 9 dicembre 1801.
Nel
1921 nel Sacello della Santa Casa divampò un furioso incendio che incenerì la
scultura della Madonna Nera. Venne subito rifatta per il volere del Papa Pio XI
utilizzando il legno di cedro del Libano proveniente dai Giardini
Vaticani,venne modellata da Enrico Quattrini ed eseguita e dipinta da Leopoldo
Celani. Nel 1922 il Papa la incoronò nella Basilica di San Pietro in Vaticano e
la fece trasportare solennemente a Loreto dove si trova ancora oggi.
Il
15 settembre 1934 Papa Pio XI con la bolla Lauretanae Basilicae soppresse la
cattedra vescovile di Loreto,ponendo il Santuario sotto la diretta autorità
della Santa Sede.
L’11
ottobre 1935 venne estesa la giurisdizione dell’Amministratore Pontificio al
territorio della città di Loreto.
Infine,il
24 giugno 1965 Papa Paolo VI con la bolla Lauretanae Almae Domus soppresse
l’Amministrazione Pontificia e creò la Delegazione Ponteficia per il Santuario
di Loreto e la Prelatura della Santa Sede,istituendo nello stesso tempo la
cattedra vescovile nella basilica.
Oggi
la cattedra arcivescovile della Prelatura territoriale di Loreto è nella
Basilica della Santa Casa.
I
luoghi maggiori d’interesse sono di carattere religioso come la Piazza della
Madonna dove si apre nell’asse
principale del borgo come un vero e proprio spazio monumentale attorno al quale
si dispongono i massimi capolavori
architettonici di Loreto. E’ tutta incentrata verso l’imponente mole del
Santuario della Santa Casa iniziata nel 1468 terminata solo verso il XVUU
secolo e completato dal suo campanile dal Vanvitelli nel 1755. Vi lavorarono i
migliori architetti del tempo:Baccio Pontelli,Bramante Andra Sansovino,Giuliano
da Sangallo e Antoni da Sangallo il Giovane. La Basilica di stile gotico –
rinascimentale a pianta croce latina,nata da una antica struttura a tre navate con
un’altra che reca al centro una croce greca. La cupola ottagonale fu eretta tra
il 1498 e il 1500 da Giuliano da Sangallo. Anche il Bramante partecipò alla
realizzazione della maestosa facciata ma non si può vedere l’opera del maestro
in quanto fu edificata da Giovanni Boccalini,l’interno è a tre navate separate
da colonne quadrate con sopra crociere a costole. Un ricco e sontuoso recinto
marmoreo riveste la Santa Casa,il rivestimento progettato dal Bramante fu
edificato da Sansovino. La Cappella dell’Annunciazione fu decorata con
affreschi di Federico Zuccai,le sagrestie di San Marco e di San Giovanni
rispettivamente da Melozzo da Forlì e da Luca Signorelli,il soffitto ed il
padiglione della sala del Tesoro dal Pomarancio. I lati nord ed est sono chiusi
dal grandioso Palazzo Apostolico progettato da Giancristoforo Romano e
costruito da Andrea Sansovino,Antonio da Sangallo e Giovanni Boccalini. Nel
progetto originario avrebbe dovuto circondare completamente la piazza ma per il
mancato esproprio del lato destro attuale occupato dell’edificio dell’ex
Collegio Il lirico venne realizzato il solo lato di fronte alla
Basilica,conforme al disegno primitivo ad opera dello stesso Vanvitelli.
Sul
lato sinistro del sagrato si scorga i monumento a Papa Sisto V opera eseguito
da Antonio Calcagni con collaborazione di Tiburzio Vergelli. Al centro della
piazza si eleva un’artistica fontana,opera di Carlo Marno e dello zio Giovanni
Fontana . Le sculture di bronzo vennero realizzata da Tarquinio e Pietro Paolo
Jacometti.
Non
ho potuto realizzare foto e video interni della chiesa perché è vietato e ci
vuole un permesso speciale,e comunque non mi piace non rispettare le regole.
E’
uno tra i più importante e visitati santuari mariani del mondo cattolico:
numerosi personaggi e santi vi hanno fatto visita, fra questi Camilla da
Varano,santa Teresa di Lisieux, santa Gianna Beretta Molla, papa Giovanni
XXIII,papa Giovanni Paolo II.
Venne
iniziata nel 1468 su probabile progetto del veneziano Marino di Marco Cedrino, in uno stile gotico ma
già di un certo sapore rinascimentale. La realizzazione e
continuazione spetta al grande architetto toscano Baccio
Pontelli. La sua superba opera, eseguita a partire dal 1487-1488, è
ben visibile nei semplici fianchi in cotto e negli imponenti volumi dei
transetti-presbiterio circondati da innumerevoli cappelle. In Questa complessa
parte "absidale", tutta giocata in un susseguirsi di innumerevoli
absidi semicircolari, risulta più evidente la struttura a fortificazione, quasi
fosse una "fuga" di torrioni di una rocca, volta a difendere il santo
luogo dalle incursioni turche. Coronata in alto da un vero e proprio cammino di
ronda su beccatelli,
è solo appena ingentilita dagli alti finestroni gotici in pietra bianca del Conero
opere di ripristino realizzati sotto la campagna di restauri del Sacconi.
Costituisce un mirabile esempio di connubio fra l’esigenze pratiche della
difesa militare e il gusto estetico rinascimentale.
Di chiaro
stile rinascimentale è la bellissima cupola che
caratterizza il panorama lauretano, visibile in un vastissimo territorio che va
dal mare alle valli collinari vicine. Il tamburo ottagonale è stato elevato,
fino al cornicione, da Giuliano da Maiano, e compiuta nella calotta da Giuliano da Sangallo. Voltata in soli nove
mesi, dal settembre 1499 "alle ore XV del 23 maggio" del 1500, come
l'architetto annota nel suo diario. Era sabato e «...io Giuliano di Francesco
di Sangallo fiorentino, con grandissima solennità e devozione e precisione,
murai l’ultima pietra». La cupola, dal diametro di ben 22 metri, all'epoca
della sua costruzione era inferiore solo a quella bruneleschiana del Duomo di Firenze,
a cui è palesemente ispirata.
Per la
facciata venne chiesto il progetto al Bramante,
ma eseguita solo molto tempo dopo, il disegno originale venne molto rielaborato
in stile tardo-rinascimentale da Francesco Boccalini, che iniziò nel
1571 la parte inferiore fino al cornicione; fu da qui continuata da Giovan Battista
Chioldi e terminata nel 1587 da Lattanzio Ventura per volere di Papa Sisto V,
il cui nome è scritto nel cornicione superiore. Si presenta in pietra bianca
d'Istria divisa, verticalmente, in tre parti da quattro coppie di pilastri a
suggerire le tre navate interne.
Vi si
aprono tre magnifiche porte bronzee frutto della prestigiosa Scuola di scultura
che fiorì a Recanati tra la fine del '500 e gli inizi del
'600. Furono volute dal cardinale Antonio Maria Gallo, rettore del santuario
fra 1587 e il 1620, per il Giubileo dell'anno 1600. Rappresentano scene
del Vecchio Testamento atte a guidare spiritualmente il pellegrino verso il
mistero dell'Incarnazione, di cui Santa Casa ne è
testimonianza. La porta centrale fu realizzata da Antonio di
Girolamo Lombardo, con la collaborazione dei fratelli Pietro, Paolo
e Giacomo. Iniziata nel 1590 fu portata a termine solo nel 1611. Al di sopra,
in una nicchia, è posta la statua bronzea della "Madonna col
Bambino", del 1583. La Porta destra, ritenuta la più bella, fu
commissionata ad Antonio
Calcagni nel 1590 che
la ideò e in gran parte la modellò. Morto nel 1593 fu completata nell'anno 1600
dal nipote Tarquinio Jacometti e da Sebastiano Sebastiani, i quali
rielaborando e integrando il progetto originale. La Porta sinistra fu
commissionata nel 1590 a Tiburzio Vergelli che in collaborazione con Giovan
Battista Vitali, la terminò nel 1596. È ritenuta un capolavoro di maestria
tecnica, di armonia composta e di
decorazione ornamentale. Precede la facciata una scalinata che ne determina il sagrato.
Sui suoi gradini del lato sinistro è collocato il monumento aPapa Sisto V,
co la statua bronzea benedicente dalla sedia
gestatoria, opera del 1587-89 dovuta ad Antonio
Calcagni con la
collaborazione di Tiburzio
Vergelli. Venne realizzata a spese della Provincia della Marca e di
otto prelati piceni creati cardinali da Sisto V. Sul lato sinistro della
Basilica svetta l'alto campanile di 75,60 m. Venne realizzato su disegno
del grande architetto italiano di origini olandesi Luigi Vanvitelli,
autore della nota Reggia di
Caserta, tra il 1750 e il 1754. Ospita un carillon di nove campane[1] che intonano le note delle
"Litanie lauretane". Nella cella campanaria ottagonale è collocata la campana maggiore, denominata affettuosamente Loreta, fusa nel 1515 da
Bernardino da Rimini, che con il suo diametro di 184 cm. e peso di 73
quintali risulta essere la più grande delle Marche ed una delle prime 10 d'Italia. Come
già evidenziato precedentemente nella sezione Architettura, la basilica è
fortificata nella parte alta con un cammino di
ronda e beccatelli in pietra, che li sostengono con
funzione anche decorativa, su incarico del cardinale Girolamo
Basso della Rovere la
costruzione fu iniziata da Giuliano da Maiano e successivamente modificata e portata
a termine da Baccio
Pontelli in stile
tipicamente rinascimentale. I camminamenti di ronda della basilica sono
corridoi coperti e sporgenti con una serie continua di finestre a volta attorno
alla parte superiore della basilica, per consentire una agevole difesa in caso
di attacco, come era avvenuto da parte dei turchi in maniera sanguinosa ad Otranto nel 1480, l’anno prima nella vicina Grottammare e nel 1518 a Porto
Recanati, attacco che provocò per ordine di papa Leone X anche una ulteriore fortificazione di
Loreto, che fortunatamente non fu mai attaccata. Dietro i camminamenti, nella
parte alta interna della basilica, si trovano le stanze che un tempo erano
adibite ad alloggio delle guardie per la difesa del santuario, oggi adibite a
museo e raccolta di oggetti antichi, cimeli sportivi dell’aeronautica e ad
altri usi religiosi e culturali, si può anche ammirare il manichino di una
guardia in abiti dell’epoca con le alabarde e altri oggetti. I camminamenti
sono stati restaurati e si possono visitare dal 2009, dall’alto si può ammirare
una bellissima vista sulle campagne circostanti e sulla costa del Conero.
Mentre
le architetture civili il Palazzo della Provincia di stile rinascimentale in
corso Boccalini arteria principale della cittadina; il Palazzo del Comune con
la torre civica leggermente inclinata eretta nel XVII secolo,la merlatura venne
aggiunta nel 1887.
L’acquedotto
degli Archi voluto da Papa Paolo V in seguito al vertiginoso sviluppo della città
e dal sempre crescente flusso di pellegrini. Venne iniziato con il Capitolato
d’appalto del 2 dicembre 1606 e terminato nel 1620.
Le
mura della città che circonda da una cinta muraria eretta a partire già dal XIV
secolo come difesa soprattutto dalle incursione turche nell’Adriatico. Il
cantiere doveva terminarsi in fretta c’erano tempi precisi e gli ordini papali
così venne impiegato il materiale da costruzione preparato per il porto di
Recanati,e furono messi al lavoro 400 operai anche di domenica. Le mura vennero
dotate di merli arcuati binati e di bastioni,muniti di 26 pezzi d’artiglieria.
Sul lato meridionale si apre la Porta Romana,edificata dall’architetto
maceratese Pompeo Floriani verso il 1590 e decorata con due statue di profeti
scolpite da Simone Cioli nel 1538 – 41,destinate in un primo momento al
rivestimento marmoreo della Santa Casa. Sul lato nordico dietro le absidi della
Basilica si apre le cosiddetta Porta Marina,aperta al tempo di Papa Clemente
VII (1523 – 1534) costruita da Giovanni Branca nel XVII secolo con l’ornamento
delle caratteristiche api barberiniane di Urbano VIII (1623 – 1644). Il
Bastione Sangallo,dal nome
dell’architetto che la progettò conserva al suo interno le antiche casematte da
cui si difendeva la città per di più una piazza d’armi. Oggi ospita una sala –
teatro polifunzionale.
Piazza
e Fontana dei Galli o Piazza Leopardi ma conosciuta in città come piazza dei
“Galli” si apre davanti alla cinquecentesca Porta Romana. Deve l’aspetto
attuale all’impianto di urbanizzazione settecentesco, in quel tempo la
costruzione del campanile del Vanvitelli,infatti sistemata inizialmente col
materiale ricavato dalla demolizione del vecchio campanile. Al lato della
piazza si apre un loggiato detto “Portico delle Transenne” eretto nella seconda
età del XVIII secolo come riparo ai pellegrini che arrivavano di notte al
santuario e che trovavano chiuse le porte della città. In seguito vi si
aprirono botteghe.
Vi
è anche il cimitero militare Polacco di Loreto (che io non ho visitato) si trova
di fronte a Porta Marina,vi sono sepolti 1080 soldati polacchi caduti nelle
Seconda guerra mondiale.
L’atmosfera
che si vive in questi luoghi è spirituale l’unica pecca che mi è capitata di
vedere sia qui a Loreto,Assisi e Lourdes è che questi posti sono diventati poco
spirituali e molto consumistici.
Però
una volta arrivati nella Basilica si viva un’atmosfera diversa e io con la mia
emozione l’ho vissuta come un misto di estasi.
Penso
che una volta nella vita che siate atei o cristiani cattolici questo luogo va
visitato tanto per non chiudere la nostra mente e soprattutto il nostro cuore.
A
presto!
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Panorama da Loreto |
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Panorama 2 da Loreto |
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Piazza ed ingresso alla Basilica |
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Ingresso dalla porta Romana di Loreto |
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Palazzo del governo |