lunedì 14 maggio 2012

14°tappa: Eremo Montegiove

Prima di trascrivervi l'articolo vi voglio lasciare il link ufficiale di riferimento http://www.eremomontegiove.it/
Dopo l’articolo dedicato ad Arezzo vi voglio proporre questo a Montegiove nelle campagne interne di Fano nella nostra provincia. E’ un luogo tranquillo,spirituale e per gli amanti del clima fresco e naturale è l’ideale. Qui,si trova un monastero di frate Camaldolesi dove si può trovare al suo interno un negozietto di farmacia dove i frati vendono i loro prodotti naturali per la salute. Oltre a dedicarsi alla salute realizzano anche arazzi di varia fantasia.
Attualmente la comunità è formata da 8 monaci ed una monaca,appartengono come già detto alla Congregazione Camaldolese dell?Ordine di San Benedetto. Qui applicano il classico schema benedettino dell’”Ora et Labora” (preghiera e lavoro),orienta i giorni dei monaci e scandisce gli orari,determinando gli spazi logici della comunità.
Si hanno notizie della comunità nella prima metà del 1500 dove alcuni eremiti appartenenti alla Congregazione di Monte Corona giungono in città per amministrare i beni ricevuti dal loro confratello Galeazzo Gabrielli,nobile patrizio e con l’appoggio della comunità fanese dal 1600 al 1631 venne costruito tutto il complesso monastico.
Per l’instabilità del terreno nel 1700 la chiesa primitiva venne demolita e posta nella posizione  che oggi conosciamo. L’eremo fu al centro delle varie e tumultuose vicende della nostra storia; i suoi padri fondatori furono cacciati prima con la dominazione napoleonica e poi con le leggi di soppressione di alcuni ordini religiosi nel 1860. In quest’ultima situazione in diversi si rifugiarono presso alcune località limitrofe dal monastero. Ritorneranno a Montegiove nel 1870 non come proprietari ma solo come custodi e più tardi ne divennero affittuari. Il declino del monastero fu evidente e con la chiusura nel 1902 dopo che già aveva perso il suo carattere di luogo sacro. Finalmente nel 1924 da proprietà comunale passa definitivamente nelle mani di Camaldoli che provvide ad interventi di restauro.
Durante il secondo conflitto mondiale,l’eremo divenne rifugio per la popolazione e custodi di preziosi calici malatestiani e i libri più rari della biblioteca Fediriciana di Fano.
Fino al 1972 la vita dei monaci non avveniva in comune,vi erano orari stabiliti per poter dialogare uno con l’altro. Una volta al mese c’era completa autonomia,altrimenti  la loro vita prevalentemente di contemplazioni e penitenza si svolgeva all’interno delle celle come luogo del rientro in se stessi e spazio,con la presenza dell’orto e di un pozzo,per esercitare la propria laboriosità ritrovando così una unità indistruttibile tra la vita attiva e la vita contemplativa. 
Questo luogo è magico come tutti i monasteri dove c'è silenzio e tanta spiritualità.
Se avete bisogno di rilassarvi questo è un buon posto.
A presto con un nuovo articolo!

Ingresso al cortile davanti alla chiesa
Paesaggio visto dal monastero

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