Prima di trascrivervi l'articolo vi voglio lasciare il link ufficiale di riferimento http://www.eremomontegiove.it/
Dopo l’articolo dedicato ad Arezzo vi voglio proporre questo
a Montegiove nelle campagne interne di Fano nella nostra provincia. E’ un luogo
tranquillo,spirituale e per gli amanti del clima fresco e naturale è l’ideale.
Qui,si trova un monastero di frate Camaldolesi dove si può trovare al suo
interno un negozietto di farmacia dove i frati vendono i loro prodotti naturali
per la salute. Oltre a dedicarsi alla salute realizzano anche arazzi di varia
fantasia.
Attualmente la comunità è formata da 8 monaci ed una
monaca,appartengono come già detto alla Congregazione Camaldolese dell?Ordine
di San Benedetto. Qui applicano il classico schema benedettino dell’”Ora et
Labora” (preghiera e lavoro),orienta i giorni dei monaci e scandisce gli
orari,determinando gli spazi logici della comunità.
Si hanno notizie della comunità nella prima metà del 1500
dove alcuni eremiti appartenenti alla Congregazione di Monte Corona giungono in
città per amministrare i beni ricevuti dal loro confratello Galeazzo
Gabrielli,nobile patrizio e con l’appoggio della comunità fanese dal 1600 al
1631 venne costruito tutto il complesso monastico.
Per l’instabilità del terreno nel 1700 la chiesa primitiva
venne demolita e posta nella posizione
che oggi conosciamo. L’eremo fu al centro delle varie e tumultuose
vicende della nostra storia; i suoi padri fondatori furono cacciati prima con
la dominazione napoleonica e poi con le leggi di soppressione di alcuni ordini
religiosi nel 1860. In quest’ultima situazione in diversi si rifugiarono presso
alcune località limitrofe dal monastero. Ritorneranno a Montegiove nel 1870 non
come proprietari ma solo come custodi e più tardi ne divennero affittuari. Il
declino del monastero fu evidente e con la chiusura nel 1902 dopo che già aveva
perso il suo carattere di luogo sacro. Finalmente nel 1924 da proprietà
comunale passa definitivamente nelle mani di Camaldoli che provvide ad
interventi di restauro.
Durante il secondo conflitto mondiale,l’eremo divenne
rifugio per la popolazione e custodi di preziosi calici malatestiani e i libri
più rari della biblioteca Fediriciana di Fano.
Fino al 1972 la vita dei monaci non avveniva in comune,vi
erano orari stabiliti per poter dialogare uno con l’altro. Una volta al mese
c’era completa autonomia,altrimenti la
loro vita prevalentemente di contemplazioni e penitenza si svolgeva all’interno
delle celle come luogo del rientro in se stessi e spazio,con la presenza
dell’orto e di un pozzo,per esercitare la propria laboriosità ritrovando così
una unità indistruttibile tra la vita attiva e la vita contemplativa.
Questo luogo è magico come tutti i monasteri dove c'è silenzio e tanta spiritualità.
Se avete bisogno di rilassarvi questo è un buon posto.
A presto con un nuovo articolo!
Ingresso al cortile davanti alla chiesa |
Paesaggio visto dal monastero |
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