Premetto che quando sono andata agli
Uffizi mi ero prenotata con la speranza di saltare le lunghe file ma la mia
delusione è stata tragica dopo aver fatto la breve fila dei prenotati sono
entrata dopo la fila dei non prenotati,poco dopo dei gruppi di Americani &
co.
In questi posti ci si sente al centro
del mondo e soprattutto è bello vedere che gli stranieri apprezzano a volte
molto più di noi i nostri Patrimoni Artistici.
Ammetto un’altra cosa non avevo con
me una guida e mi aspettavo che il museo a suo tempo fosse organizzato meglio
indicando frecce varie ma lo trovo piuttosto confusionario,insomma un “museo
all’italiana”! Alla fine mi sono comprata una bella guida del museo,peccato che
ora hanno aperto delle nuove sezioni e quindi non è aggiornato.
Spero presto di visitare le nuove
sezioni.
Le foto che inserisco in questo
articolo sono presi dal web perché è severamente vietato fotografare
all’interno del museo e sembra che gli stranieri rispettino molto il
divieto,ciò che spesso noi italiani non facciamo sia a casa nostra che
all’estero. In certi casi apprezzo molto gli stranieri che sono molto più
educati di noi,forse perché sono spesso ligia.
La Galleria degli Uffizi è un
importante museo italiano situato nel centro di Firenze ed è uno dei più
conosciuti e rilevanti al mondo.
L’edificio ospita una superba
raccolta di opere d’arte inestimabili,derivanti,come nucleo fondamentale,dalle
collezioni dei Medici,arricchite nei secoli da lasciti,scambi e donazioni,tra
cui spicca un fondamentale gruppo di opere religiose derivate dalle
soppressioni di monasteri e conventi tra i XVIII e il XIX secolo.
Divisa in varie sale allestite per
scuole e stili in ordine cronologico,l’esposizione mostra opera del XII al
XVIII secolo,con la migliore collezione al mondo di opere della scuola
toscana,e fiorentina in particolare,che permette di apprezzare lo sviluppo del
gotico al Rinascimento fino al manierismo fa Cimabue e Michelangelo passando
per Giotto,Leonardo da Vinci e Raffaello. Senza pari è la raccolta di opere di
Sandro Botticelli. Autentici capolavori anche da altre scuole italiane ed
europee
(Mantenga,Tiziano,Parmigianino,Durer,Rubens,Rembrandt,Caravaggio,Cataletto,ecc.).
Di grande prestigio sono anche le collezioni di statue antiche e disegni.
Pensate che nel 2008 è stata visitato
da 1.533.951 persone rendendolo il museo d’arte italiano più visitato.
I lavori vennero affidati a Giorgio
Vasari che si occupava dell’adiacente cantiere nel Palazzo Vecchio.
Il progetto prevedeva un edificio a
forma di “U”,costruito da un braccio lungo a levante,da incorporarsi con
l’antica chiesa romanica di San Pier Scheraggio,da un tratto breve affiancato
sul fiume Arno e da un braccio corto a ponente inglobando la Zecca Vecchia.
Nel nuovo edificio vennero collocati
gli uffici di tredici importanti Magistrature che regolavano l’amministrazione
dello Stato mediceo:sul lato di Palazzo Vecchio dell’antica chiesa di San Pier
Scheraggio si successero: i Nove Conservatore del Dominio e della Giurisdizione
fiorentina,l’Arte dei Mercanti,l’Arte del Cambio,l’Arte della Seta,l’Arte dei
Medici e Speziali. L’università dei Fabbricanti e il Tribunale della Mercanzia:
dalla parte opposta gli Ufficiali dell’Onestà,le Decime e Vendite,gli Ufficiali
della Grascia,il Magistrato dei Pupilli, i Conservatori di Leggi e i Commissari
delle Bande.
Per il matrimonio del figlio
Francesco con Giovanna d’Austria nel 1565,il Duca decretò di aprire una via
soprelevata e segreta tra il Palazzo Vecchio e Palazzo Pitti,la nuova residenza
della dinastia Medici e collegata direttamente alla cerchia bastionata di
Firenze. Il Vasari in soli sei mesi costruì il cosiddetto Corridoio
Vasariano,che da Palazzo Vecchio superata via della Ninna con un ponte
coperto,percorre parte della galleria superando l’Arno sopra al Ponte Vecchio,sbuca
nel quartiere d’Oltrarno arrivando nel giardino dei Boboli e da lì in Palazzo
Pitti: da questo luogo venne in seguito predisposto un raccordo per raggiungere
in sicurezza il Forte Belvedere.
Nell’agosto 1572 tutte le
magistrature dalla parte di San Pier Scheraggio sono già insediate nei nuovi
uffici anche se l’edificio non è completato.
Nel 1574 con il Duca Francesco I
de’Medici la direzione dei lavori venne affidata a Bernardo Buontalenti che
completò la fabbrica insieme ad Alfonso Parigi il vecchio. Nell’ottobre 1580
l’edificio venne ultimato con il congiungimento dalla parte della Zecca. Tra il
1579 e il 1581 le volte della Galleria furono affrescate con motivi a
“grottesca” da Antonio Tempesta e successivamente da Alessandro Allori,con cui
collaborarono Ludovico Buti,Gionmaria Butteri,Giovanni Bozzelli e Alessandro
Pieroni.
Nel 1581 Francesco I,figlio di
Cosimo,decise di chiudere ed adibire la loggia dell’ultimo piano a galleria
personale dove raccogliere la sua magnifica collezione di dipinti quattrocenteschi,contemporanei
di cammei,medaglie,pietre dure,statue antiche e moderne,di
oreficeria,bronzetti,armature,miniature,strumenti scientifici e rarità
naturalistiche,ma anche ritratti della famiglia Medici e di uomini illustri. Si
tratta del primo nucle della futura Galleria degli Uffizi.
Per meglio allestire la collezione,a
partire da quello stesso anno,il Buontalenti edificò la Tribuna nel braccio
lungo degli Uffizi,ispirandosi alla Torre dei Venti di Atene descritta da
Vitrusio nel primo libro dell’Architettura,nucleo centrale della Galleria
medicea.
Nel 1583 Francesco I fece trasformare
la terrazza sopra la Loggia dei lanzi in un giardino pensile che ora è
scomparso dove la corte si riuniva per ascoltare esibizioni musicali ed altri
intrattenimenti.
Nello stesso periodo,Buontalenti fece
costruire il Teatro mediceo in corrispondenza del primo e del secondo piano
attuali dell’ala orientale del museo. Si tratta di un grande vano rettangolare
circondato da gradinate su tre laticon nel mezzo il palco dei principi. Nel XIX
secolo il teatro sarà suddiviso in due piani:nel primo ora ha sede il Gabinetto
Disegni e Stampe,nel secondo alcune sale della Galleria. Del teatro nel suo
complesso resta soltato il Vestibolo dove a sinistra p sistemato quello che un
tempo costituiva il portale d’ingresso al teatro,oggi ingresso del Gabinetto
Disegni e Stampe; di fronte,le tre porte del Recetto su quella centrale,con le
ante lignee intagliate con stemmi medicei,vi è il busto di Francesco I.
Nel 1587 con il Duca Ferdinando I de’Medici
la collezione venne arricchita con la cosiddetta “Serie Gioviana”,una raccolta
di ritratti di uomini illustri intrapresa dal Vescovo di Como Paolo Giovio che
oggi è esposta in alto tra le travature delle gallerie delle statue. Per
volontà ducale venne realizzata,chiudendo un terrazzo vicino alla tribuna,la
sala detta “delle Stato di Siena” e
“dell’Isola d’Elba” e nel soffitto furono posizionate alcune tele dipinte da
Jacopo Zucchi con rappresentate favole mitologiche. Al centro della stanza
stava un mappamondo e una sfera armillare (oggi al Museo di Storia della
Scienza): inoltre venne compiuto lo “Stanzino delle matematiche” destinato a
raccogliere strumenti scientifici,con una volta decorata da una bella
donna,personificazione della Matematica,affiancata alle pareti delle Scene con
le invenzioni di Archimede. Su iniziativa di Ferdinando I,agli Uffizi furono
trasferiti i laboratori granducali e nel 1588 l’Opificio delle Pietre Dure,una
manifattura di Stato esperta nella lavorazione di oggetti preziosissimi mentre
vennero sistemati i laboratori di
orafi,gioiellieri,miniatori,giardinieri,artefici di porcellane,scultori e
pittori nell’ala a ponente della galleria e per consentire l’accesso venne
collocata lo scalone detto del Buontalenti.
Vicino alle manifatture,sette sale
della Galleria furono destinate ad accogliere la collezione di armi e
armature,ed inoltre venne allestita una sala con le pietre preziose intagliate
portate in dote da Cristina di Lorena. In quell’epoca risale la ripittura di
alcuni soffitti affrescati da Ludovico Buti nel 1588.
Nel 1591 si decretò l’apertura al
pubblico della Galleria su richiesta.
Con la morte di Ferdinando I nel 1609
la Galleria rimase inalterata per lungo tempo.
Tra il 1658 e il 1679 al tempo di
Ferdinando II de’Medici si interpellarono Cosimo Ulivelli,Angelo Gori e Jacopo
Chiavistelli per affrescare i soffitti,la cui opera fu purtroppo distruttiva
nel 1762 e sostituita da nuove decorazioni di Giuseppe del Moro,Giuliano
Traballesi e Giuseppe Terreni. La consorte di Ferdinando,Vittoria della
Rovere,ultima discendente dei Duchi di
Urbino,portl a Firenze la vasta eredità d’Urbino:un raffinatissimo nucleo di
opere del Tiziano,Piero della Francesca,Raffaello,Federico Barocci ed altri.
Altre opre di scuola veneta giunsero
per opera del cardinale Leopoldo de’Medici,fratello del Granduca,che cominciò
con grande passione a raccogliere in collezione disegni,miniature ed
autoritratti.
Tra il 1696 e il 1699 sotto il regno
di Cosimo III de’Medici,i geni di Giuseppe Nicola Nasini e Giuseppe Tonelli
decorarono con grande maestria le volte del braccio che guarda l’Arno,e poco
dopo si ampliò il braccio di ponente della Galleria adibendo i nuovi locali ad
ospitare una deliziosa collezione di autoritratti,raffinatissima porcellana,medaglie,disegni
e bronzetti.
Nella Fonderia cioè la farmacia,si
andò raccogliendo ciò stimolava soprattutto la curiosità naturalistica
rinascimanetale: alcune mummie,numerosi animali imbalsamati,uova di struzzo e
corni di rinoceronte. Riguardo alle raccolte,il Duca Cosimo III acquistò
numerosi quadri fiamminghi (molti di Rubens) ed alcune preziose statue romane
come la celebre Venere Medici,un rarissimo originale greco che divenne a buon
diritto fra le più conosciute sculture della galleria.
Ormai spentasi la dinastia dei Medici
nel 1737 dopo la morte di Gian Gastone,la sorella di quest’ultimo,Anna Maria
Ludovica con la Convenzione del medesimo anno,cedette le raccolte medicee alla
dinastia dei Lorena a patto che le intatta delle vaste e sublimi collezioni fino
ai nostri giorni,senza disperdersi o prendere la via fuori dall’Italia come
purtroppo accadde alle altrettanto eccezionali di Mantova o di Urbino.
Tra il 1748 e il 1765 venne
realizzato un vasto rilevamento grafico coordinato da Benedetto Vincenzo De
Grevss. Nel 1762 un incendio distrusse una parte del corridoio orientale
prontamente ricostruita e ridecorata.
Pietro
Leopoldo di Lorena aprendo la Galleria al pubblico nel 1769 e provvedendo alla
costruzione di un nuovo ingresso su progetto di Zanobi del Rosso,promosse una
radicale trasformazione della Galleria,affidandone la direzione a Giuseppe
Pelli Bencivenni e il riordino,completato negli anni 1780 – 82 a Luigi Lanzi
che seguì i criteri razionalistici e pedagogici propri dell’Illuminismo con “un
suo proprio genere di cose o al più di due” in ogni sala. Nella Galleria venne
rimossa l’armeria,venduta la collezione di maioliche e spostati nel la Specola
gli strumenti scientifici; questo fatto è risolvibile in una visione
razionalistica di quell’Illuminismo che distingueva la scienza dall’arte e
volle concentrare negli Uffizi la pittura,separata da scultura antica e le arti
minori,in opposizione all’eclettismo dei rinascimentali.
Dal 1793
alcuni scambi con la Galleria Imperiale di Vienna facilitato dai legami di
parentela tra le rispettive case regnanti vide l’arrivo di numerosi capolavori
di Tiziano,Giovanni Bellini,Giorgine,Durer ed altri,in cambio di opere
fiorentine dei secoli XVI e XVII,tra cui Fra Bartolomeo: col sennò di poi fu
soprattutto Firenze a guadagnarci.
Nel 1779
venne realizzata da Gaspare Maria Paletti la Sala della Niobe,dove vennero
allestite un complesso di sculture antiche raffiguranti Niobe e i suoi
figli,provenienti dalla Villa Medici a Roma.
Tra il 1842
e il 1856 vennero inserite 28 statue marmoree nelle nicchie dei pilastri
all’esterno della Galleria con i toscani illustri del Medioevo all’Ottocento.
Tra le più pregiate della serie ci sono statue di Giotto di Giovanni Duprè a
sinistra sul terzo pilastro,il Macchiavelli di Lorenzo Bartolini,all’undicesimo,la
statua di Sant’Antonino del Duprè,a destra nel quarto pilastro e il
Michelangelo di Emilio Santarelli.
In età risorgimentale,quando Firenze fu eletta
Capitale d’Italia (1865 – 1871) ,il Senato italiano con Manzoni si riunì nel
Teatro mediceo.
Durante la
seconda metà del XIX secolo gli Uffizi si avviarono a diventare una raccolta di
quadri ,vennero rimosse alcune statue rinascimentali e trasferite al Museo del
Bargello e alcune statue etrusche che furono trasferite al Museo Archeologico.
Dal 1866
nel braccio corto a ponente ebbero sede le Regie Poste (adattamento di Mariano
Falcini) e oggi,dopo un restauro del 1988,vi si tengono alcune esplosioni di
materiale proveniente soprattutto dai deposito.
Nel 1889 il
teatro mediceo divenne diviso in due piani e smantellato.
Nel 1900
venne acquistata la quadreria dell’arcispedale di Santo Maria Nuova tra cui il
Trittico Portinari proveniente dalla chiesa di Sant’Egidio e da inizio
Novecento si potenziarono con acquisti e trasferimenti da varie chiese e
istituti religiosi,aree come il Trecento e il primo Quattrocento,estranee al
nucleo storico del museo.
Separando
il teatro mediceo in due piani e ricavandone sei sale vennero ristrutturate le
prime nel 1956 su progetto di Giovanni Michelacci,Carlo Scarpa,Ignazio
Gardella.
Nel 1969
venne acquistata la Collezione Contini Bonocossi.
Il 27
maggio 1993 a seguito di un attentato mafioso che ha provocato la morte di
cinque persone e danneggiato alcuni ambienti della Gallerie e del Corridoio
Vasariano,molti pezzi della collezione vennero sistemati nei depositi e gradualmente con i restauri e la messa in
sicurezza dell’ala occidentale sono tornati nell’allestimento mussale.
Nel 1998 il
concorso internazionale per la nuova uscita degli Uffizi è stato vinto da Arata
Isozaki ma il progetto molto criticato è stato definitivamente accantonato nel
2005. Un altro progetto a lungo termine è stato la realizzazione dei Grandi
Uffizi,raddoppiando la superficie espositiva grazie allo spostamento
dell’Archivio di Stato dal primo piano,attingendo opere dai depositi (che sono
situati all’ultimo piano) e ampliando così sezioni un po’ penalizzate dagli
spazi come quella relativa al Seicento:
oggi il primo piano conserva le opre del Seicento (come la sala di Caravaggio e
dei caravaggeschi) ed è la sede delle esposizioni temporanee più prestigiose.
Le
costruzione fu iniziata nel 1560 e realizzata adottando l’ordine dorico secondi
il Vasari,nel 1565 presentava già completati i cosiddetti Uffizi Lunghi e il
tratto che si affacciava sull’Arno.
Il palazzo
degli Uffizi p composta da 2 corpi di
fabbrica longitudinali principali,collegati verso sud da un lato più breve del
tutto analogo dando origine così ad un complesso a “U” che abbraccia un
piazzale e sfonda prospettivamente verso piazza della Signoria con una perfetta
inquadratura di Palazzo Vecchio e della sua torre.
I 3 corpi
di fabbrica presentano lo stesso
modulo; a pianterreno un loggiato architravato coperto con una volta a
botte,costituito da campate delimitate da pilastri con nicchia e suddivise in 3
intercolunni da 2 colonne interposte tra i pilastri; tale modulo corrisponde 3
aperture nel soprastante fini mezzanino che servono ad illuminare il portico e
tre finestre al primo piano che presentano
l’alternanza tra timpano triangolare e timpano curvilineo e sono comprese tra
lesene: infine all’ultimo piano un loggiato riprendeva il modulo tripartito ed
avrebbe in seguito ospitato l’originario “Galleria” degli Uffizi.
Al pian terreno corre un porticato per tutta la
lunghezza dei lati ovest e sud,e per il lato est fino a via Lambertesca:sopraelevato su un podio di
alcuni gradini,il portico è costituito da colonne doriche e pilastri con le
nicchie per le statue che sorreggono un architrave,ma è coperto da lunghe volte
a botte,decorate da cornici rettangolari a rilievo che sono collegate tra loro
da fasce disegnanti un motivo geometrico spezzato.
Il portico
architravato rappresenta una grande novità della storia dell’architettura,in
quanto i portici medioevali,e poi quelli rinascimentali,erano costituiti da una
serie di archi e mai di architravi,sia a Firenze,dia altrove,a parte il Palazzo
Senatorio di Michelangelo che infatti è uno dei modelli del progetto vasariano.
Ai piani superiori si ripete un modulo di tre riquadri,tre finestre con
balconcini e timpari rispettivamente triangolari,circolare e di nuovo
triangolare e tre aperture sulla
soggetta superiore (oggi la galleria del piano secondo),divisa in due
colonnine. I piani sono divisi da maestosi cornici marcapiano. Gli elementi architettonici
sono sottolineati dall’uso della pietra serena che risalta l’intonaco bianco
secondo lo stile più tipicamente fiorentino iniziato da Brunelleschi.
Il lato
breve è caratterizzato da un grande
arco componente una serliana che inquadra scenograficamente l’affaccio
sull’Arno,sormontata da una loggia,aperta sai sul piazzale antecedente che
sull’Arno. Al piano primo le grandi finestre hanno uno coronamento ad arco e
davanti a quella centrale,corrispondente al Verone dove si trovano tre statue:
Cosimo I in piedi di Giambologna (1585) affiancato dalle personificazioni
sdraiate dell’Equità e del Rigore entrambe di Vincenzo Danti (1566). Nelle
nicchie dei pilastri del loggiato fu progettata di inserire una serie di statue
di fiorentini famosi; la realizzazione si iniziò solo a partire dal 1835.
Molto
originale è il portale costruito da Bernardo Buontalenti su via Lambertesca,è
coronato da timpano spezzato,ma per maggiore originalità Buontalenti invertì le
due metà,ottendo una sorta di timpano “ad ali” che ricorda gli spunti
animalistici e organici della sua architettura.
Le raccolte
degli Uffizi comprono l’arte figurativa fino alla metà del Seicento circa,con
una sovrapposizione a partire dal periodo del tardo Quattrocento con le opere
conservate nella Galleria Palatina di Palazzo Pitti dove sono però sistemate
secondo il criterio della quadreria. Agli Uffizi si trovano anche le migliori
sculture classiche di Firenze,mentre il resto dell’arte antica si trova al
Museo archeologico nazionale di Firenze.
Le sculture
rinascimentali e manierista si trova al Museo Nazionale del Bargello. Dal
periodo neoclassico alla prima metà del Novecento l’arte a Firenze è
documentata alla Galleria d’arte moderna,sempre a Palazzo Pitti,mentre il
Novecento è documentato da alcuni musei comunali come il Museo Marino Marini o
la collezione di Alberto della Ragione. Per trovare un’importante raccolta di
arte contemporanea nelle vicinanze, ci si deve spostare a Prato al Centro per
l’arte contemporanea Luigi Pecci.
Questa che
vi ho descritto è la prima parte e un po’ di storia di uno dei musei più belli
d’Italia.
Nella
seconda parte mi limiterò a descrivervi tutte le sale del museo.
A presto!
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