lunedì 23 luglio 2012

Gli UFFIZI prima parte


Premetto che quando sono andata agli Uffizi mi ero prenotata con la speranza di saltare le lunghe file ma la mia delusione è stata tragica dopo aver fatto la breve fila dei prenotati sono entrata dopo la fila dei non prenotati,poco dopo dei gruppi di Americani & co.
In questi posti ci si sente al centro del mondo e soprattutto è bello vedere che gli stranieri apprezzano a volte molto più di noi i nostri Patrimoni Artistici.
Ammetto un’altra cosa non avevo con me una guida e mi aspettavo che il museo a suo tempo fosse organizzato meglio indicando frecce varie ma lo trovo piuttosto confusionario,insomma un “museo all’italiana”! Alla fine mi sono comprata una bella guida del museo,peccato che ora hanno aperto delle nuove sezioni e quindi non è aggiornato.
Spero presto di visitare le nuove sezioni.
Le foto che inserisco in questo articolo sono presi dal web perché è severamente vietato fotografare all’interno del museo e sembra che gli stranieri rispettino molto il divieto,ciò che spesso noi italiani non facciamo sia a casa nostra che all’estero. In certi casi apprezzo molto gli stranieri che sono molto più educati di noi,forse perché sono spesso ligia.
La Galleria degli Uffizi è un importante museo italiano situato nel centro di Firenze ed è uno dei più conosciuti e rilevanti al mondo.
L’edificio ospita una superba raccolta di opere d’arte inestimabili,derivanti,come nucleo fondamentale,dalle collezioni dei Medici,arricchite nei secoli da lasciti,scambi e donazioni,tra cui spicca un fondamentale gruppo di opere religiose derivate dalle soppressioni di monasteri e conventi tra i XVIII e il XIX secolo.
Divisa in varie sale allestite per scuole e stili in ordine cronologico,l’esposizione mostra opera del XII al XVIII secolo,con la migliore collezione al mondo di opere della scuola toscana,e fiorentina in particolare,che permette di apprezzare lo sviluppo del gotico al Rinascimento fino al manierismo fa Cimabue e Michelangelo passando per Giotto,Leonardo da Vinci e Raffaello. Senza pari è la raccolta di opere di Sandro Botticelli. Autentici capolavori anche da altre scuole italiane ed europee (Mantenga,Tiziano,Parmigianino,Durer,Rubens,Rembrandt,Caravaggio,Cataletto,ecc.). Di grande prestigio sono anche le collezioni di statue antiche e disegni.
Pensate che nel 2008 è stata visitato da 1.533.951 persone rendendolo il museo d’arte italiano più visitato.
I lavori vennero affidati a Giorgio Vasari che si occupava dell’adiacente cantiere nel Palazzo Vecchio.
Il progetto prevedeva un edificio a forma di “U”,costruito da un braccio lungo a levante,da incorporarsi con l’antica chiesa romanica di San Pier Scheraggio,da un tratto breve affiancato sul fiume Arno e da un braccio corto a ponente inglobando la Zecca Vecchia.
Nel nuovo edificio vennero collocati gli uffici di tredici importanti Magistrature che regolavano l’amministrazione dello Stato mediceo:sul lato di Palazzo Vecchio dell’antica chiesa di San Pier Scheraggio si successero: i Nove Conservatore del Dominio e della Giurisdizione fiorentina,l’Arte dei Mercanti,l’Arte del Cambio,l’Arte della Seta,l’Arte dei Medici e Speziali. L’università dei Fabbricanti e il Tribunale della Mercanzia: dalla parte opposta gli Ufficiali dell’Onestà,le Decime e Vendite,gli Ufficiali della Grascia,il Magistrato dei Pupilli, i Conservatori di Leggi e i Commissari delle Bande.
Per il matrimonio del figlio Francesco con Giovanna d’Austria nel 1565,il Duca decretò di aprire una via soprelevata e segreta tra il Palazzo Vecchio e Palazzo Pitti,la nuova residenza della dinastia Medici e collegata direttamente alla cerchia bastionata di Firenze. Il Vasari in soli sei mesi costruì il cosiddetto Corridoio Vasariano,che da Palazzo Vecchio superata via della Ninna con un ponte coperto,percorre parte della galleria superando l’Arno sopra al Ponte Vecchio,sbuca nel quartiere d’Oltrarno arrivando nel giardino dei Boboli e da lì in Palazzo Pitti: da questo luogo venne in seguito predisposto un raccordo per raggiungere in sicurezza il Forte Belvedere.
Nell’agosto 1572 tutte le magistrature dalla parte di San Pier Scheraggio sono già insediate nei nuovi uffici anche se l’edificio non è completato.
Nel 1574 con il Duca Francesco I de’Medici la direzione dei lavori venne affidata a Bernardo Buontalenti che completò la fabbrica insieme ad Alfonso Parigi il vecchio. Nell’ottobre 1580 l’edificio venne ultimato con il congiungimento dalla parte della Zecca. Tra il 1579 e il 1581 le volte della Galleria furono affrescate con motivi a “grottesca” da Antonio Tempesta e successivamente da Alessandro Allori,con cui collaborarono Ludovico Buti,Gionmaria Butteri,Giovanni Bozzelli e Alessandro Pieroni.
Nel 1581 Francesco I,figlio di Cosimo,decise di chiudere ed adibire la loggia dell’ultimo piano a galleria personale dove raccogliere la sua magnifica collezione di dipinti quattrocenteschi,contemporanei di cammei,medaglie,pietre dure,statue antiche e moderne,di oreficeria,bronzetti,armature,miniature,strumenti scientifici e rarità naturalistiche,ma anche ritratti della famiglia Medici e di uomini illustri. Si tratta del primo nucle della futura Galleria degli Uffizi.
Per meglio allestire la collezione,a partire da quello stesso anno,il Buontalenti edificò la Tribuna nel braccio lungo degli Uffizi,ispirandosi alla Torre dei Venti di Atene descritta da Vitrusio nel primo libro dell’Architettura,nucleo centrale della Galleria medicea.
Nel 1583 Francesco I fece trasformare la terrazza sopra la Loggia dei lanzi in un giardino pensile che ora è scomparso dove la corte si riuniva per ascoltare esibizioni musicali ed altri intrattenimenti.
Nello stesso periodo,Buontalenti fece costruire il Teatro mediceo in corrispondenza del primo e del secondo piano attuali dell’ala orientale del museo. Si tratta di un grande vano rettangolare circondato da gradinate su tre laticon nel mezzo il palco dei principi. Nel XIX secolo il teatro sarà suddiviso in due piani:nel primo ora ha sede il Gabinetto Disegni e Stampe,nel secondo alcune sale della Galleria. Del teatro nel suo complesso resta soltato il Vestibolo dove a sinistra p sistemato quello che un tempo costituiva il portale d’ingresso al teatro,oggi ingresso del Gabinetto Disegni e Stampe; di fronte,le tre porte del Recetto su quella centrale,con le ante lignee intagliate con stemmi medicei,vi è il busto di Francesco I.
Nel 1587 con il Duca Ferdinando I de’Medici la collezione venne arricchita con la cosiddetta “Serie Gioviana”,una raccolta di ritratti di uomini illustri intrapresa dal Vescovo di Como Paolo Giovio che oggi è esposta in alto tra le travature delle gallerie delle statue. Per volontà ducale venne realizzata,chiudendo un terrazzo vicino alla tribuna,la sala detta “delle  Stato di Siena” e “dell’Isola d’Elba” e nel soffitto furono posizionate alcune tele dipinte da Jacopo Zucchi con rappresentate favole mitologiche. Al centro della stanza stava un mappamondo e una sfera armillare (oggi al Museo di Storia della Scienza): inoltre venne compiuto lo “Stanzino delle matematiche” destinato a raccogliere strumenti scientifici,con una volta decorata da una bella donna,personificazione della Matematica,affiancata alle pareti delle Scene con le invenzioni di Archimede. Su iniziativa di Ferdinando I,agli Uffizi furono trasferiti i laboratori granducali e nel 1588 l’Opificio delle Pietre Dure,una manifattura di Stato esperta nella lavorazione di oggetti preziosissimi mentre vennero sistemati i laboratori di orafi,gioiellieri,miniatori,giardinieri,artefici di porcellane,scultori e pittori nell’ala a ponente della galleria e per consentire l’accesso venne collocata lo scalone detto del Buontalenti.
Vicino alle manifatture,sette sale della Galleria furono destinate ad accogliere la collezione di armi e armature,ed inoltre venne allestita una sala con le pietre preziose intagliate portate in dote da Cristina di Lorena. In quell’epoca risale la ripittura di alcuni soffitti affrescati da Ludovico Buti nel 1588.
Nel 1591 si decretò l’apertura al pubblico della Galleria su richiesta.
Con la morte di Ferdinando I nel 1609 la Galleria rimase inalterata per lungo tempo.
Tra il 1658 e il 1679 al tempo di Ferdinando II de’Medici si interpellarono Cosimo Ulivelli,Angelo Gori e Jacopo Chiavistelli per affrescare i soffitti,la cui opera fu purtroppo distruttiva nel 1762 e sostituita da nuove decorazioni di Giuseppe del Moro,Giuliano Traballesi e Giuseppe Terreni. La consorte di Ferdinando,Vittoria della Rovere,ultima discendente  dei Duchi di Urbino,portl a Firenze la vasta eredità d’Urbino:un raffinatissimo nucleo di opere del Tiziano,Piero della Francesca,Raffaello,Federico Barocci ed altri.
Altre opre di scuola veneta giunsero per opera del cardinale Leopoldo de’Medici,fratello del Granduca,che cominciò con grande passione a raccogliere in collezione disegni,miniature ed autoritratti.
Tra il 1696 e il 1699 sotto il regno di Cosimo III de’Medici,i geni di Giuseppe Nicola Nasini e Giuseppe Tonelli decorarono con grande maestria le volte del braccio che guarda l’Arno,e poco dopo si ampliò il braccio di ponente della Galleria adibendo i nuovi locali ad ospitare una deliziosa collezione di autoritratti,raffinatissima porcellana,medaglie,disegni e bronzetti.
Nella Fonderia cioè la farmacia,si andò raccogliendo ciò stimolava soprattutto la curiosità naturalistica rinascimanetale: alcune mummie,numerosi animali imbalsamati,uova di struzzo e corni di rinoceronte. Riguardo alle raccolte,il Duca Cosimo III acquistò numerosi quadri fiamminghi (molti di Rubens) ed alcune preziose statue romane come la celebre Venere Medici,un rarissimo originale greco che divenne a buon diritto fra le più conosciute sculture della galleria.
Ormai spentasi la dinastia dei Medici nel 1737 dopo la morte di Gian Gastone,la sorella di quest’ultimo,Anna Maria Ludovica con la Convenzione del medesimo anno,cedette le raccolte medicee alla dinastia dei Lorena a patto che le intatta delle vaste e sublimi collezioni fino ai nostri giorni,senza disperdersi o prendere la via fuori dall’Italia come purtroppo accadde alle altrettanto eccezionali di Mantova o di Urbino.
Tra il 1748 e il 1765 venne realizzato un vasto rilevamento grafico coordinato da Benedetto Vincenzo De Grevss. Nel 1762 un incendio distrusse una parte del corridoio orientale prontamente ricostruita e ridecorata.
Pietro Leopoldo di Lorena aprendo la Galleria al pubblico nel 1769 e provvedendo alla costruzione di un nuovo ingresso su progetto di Zanobi del Rosso,promosse una radicale trasformazione della Galleria,affidandone la direzione a Giuseppe Pelli Bencivenni e il riordino,completato negli anni 1780 – 82 a Luigi Lanzi che seguì i criteri razionalistici e pedagogici propri dell’Illuminismo con “un suo proprio genere di cose o al più di due” in ogni sala. Nella Galleria venne rimossa l’armeria,venduta la collezione di maioliche e spostati nel la Specola gli strumenti scientifici; questo fatto è risolvibile in una visione razionalistica di quell’Illuminismo che distingueva la scienza dall’arte e volle concentrare negli Uffizi la pittura,separata da scultura antica e le arti minori,in opposizione all’eclettismo dei rinascimentali.
Dal 1793 alcuni scambi con la Galleria Imperiale di Vienna facilitato dai legami di parentela tra le rispettive case regnanti vide l’arrivo di numerosi capolavori di Tiziano,Giovanni Bellini,Giorgine,Durer ed altri,in cambio di opere fiorentine dei secoli XVI e XVII,tra cui Fra Bartolomeo: col sennò di poi fu soprattutto Firenze a guadagnarci.
Nel 1779 venne realizzata da Gaspare Maria Paletti la Sala della Niobe,dove vennero allestite un complesso di sculture antiche raffiguranti Niobe e i suoi figli,provenienti dalla Villa Medici a Roma.
Tra il 1842 e il 1856 vennero inserite 28 statue marmoree nelle nicchie dei pilastri all’esterno della Galleria con i toscani illustri del Medioevo all’Ottocento. Tra le più pregiate della serie ci sono statue di Giotto di Giovanni Duprè a sinistra sul terzo pilastro,il Macchiavelli di Lorenzo Bartolini,all’undicesimo,la statua di Sant’Antonino del Duprè,a destra nel quarto pilastro e il Michelangelo di Emilio Santarelli.
In età  risorgimentale,quando Firenze fu eletta Capitale d’Italia (1865 – 1871) ,il Senato italiano con Manzoni si riunì nel Teatro mediceo.
Durante la seconda metà del XIX secolo gli Uffizi si avviarono a diventare una raccolta di quadri ,vennero rimosse alcune statue rinascimentali e trasferite al Museo del Bargello e alcune statue etrusche che furono trasferite al Museo Archeologico.
Dal 1866 nel braccio corto a ponente ebbero sede le Regie Poste (adattamento di Mariano Falcini) e oggi,dopo un restauro del 1988,vi si tengono alcune esplosioni di materiale proveniente soprattutto dai deposito.
Nel 1889 il teatro mediceo divenne diviso in due piani e smantellato.
Nel 1900 venne acquistata la quadreria dell’arcispedale di Santo Maria Nuova tra cui il Trittico Portinari proveniente dalla chiesa di Sant’Egidio e da inizio Novecento si potenziarono con acquisti e trasferimenti da varie chiese e istituti religiosi,aree come il Trecento e il primo Quattrocento,estranee al nucleo storico del museo.
Separando il teatro mediceo in due piani e ricavandone sei sale vennero ristrutturate le prime nel 1956 su progetto di Giovanni Michelacci,Carlo Scarpa,Ignazio Gardella.
Nel 1969 venne acquistata la Collezione Contini Bonocossi.
Il 27 maggio 1993 a seguito di un attentato mafioso che ha provocato la morte di cinque persone e danneggiato alcuni ambienti della Gallerie e del Corridoio Vasariano,molti pezzi della collezione vennero sistemati nei depositi e  gradualmente con i restauri e la messa in sicurezza dell’ala occidentale sono tornati nell’allestimento mussale.
Nel 1998 il concorso internazionale per la nuova uscita degli Uffizi è stato vinto da Arata Isozaki ma il progetto molto criticato è stato definitivamente accantonato nel 2005. Un altro progetto a lungo termine è stato la realizzazione dei Grandi Uffizi,raddoppiando la superficie espositiva grazie allo spostamento dell’Archivio di Stato dal primo piano,attingendo opere dai depositi (che sono situati all’ultimo piano) e ampliando così sezioni un po’ penalizzate dagli spazi come quella relativa al  Seicento: oggi il primo piano conserva le opre del Seicento (come la sala di Caravaggio e dei caravaggeschi) ed è la sede delle esposizioni temporanee più prestigiose.
Le costruzione fu iniziata nel 1560 e realizzata adottando l’ordine dorico secondi il Vasari,nel 1565 presentava già completati i cosiddetti Uffizi Lunghi e il tratto che si affacciava sull’Arno.
Il palazzo degli Uffizi p composta da  2 corpi di fabbrica longitudinali principali,collegati verso sud da un lato più breve del tutto analogo dando origine così ad un complesso a “U” che abbraccia un piazzale e sfonda prospettivamente verso piazza della Signoria con una perfetta inquadratura di Palazzo Vecchio e della sua torre.
I 3 corpi di fabbrica  presentano lo stesso modulo; a pianterreno un loggiato architravato coperto con una volta a botte,costituito da campate delimitate da pilastri con nicchia e suddivise in 3 intercolunni da 2 colonne interposte tra i pilastri; tale modulo corrisponde 3 aperture nel soprastante fini mezzanino che servono ad illuminare il portico e tre finestre  al primo piano che presentano l’alternanza tra timpano triangolare e timpano curvilineo e sono comprese tra lesene: infine all’ultimo piano un loggiato riprendeva il modulo tripartito ed avrebbe in seguito ospitato l’originario “Galleria” degli Uffizi.
Al  pian terreno corre un porticato per tutta la lunghezza dei lati ovest e sud,e per il lato est fino a via  Lambertesca:sopraelevato su un podio di alcuni gradini,il portico è costituito da colonne doriche e pilastri con le nicchie per le statue che sorreggono un architrave,ma è coperto da lunghe volte a botte,decorate da cornici rettangolari a rilievo che sono collegate tra loro da fasce disegnanti un motivo geometrico spezzato.
Il portico architravato rappresenta una grande novità della storia dell’architettura,in quanto i portici medioevali,e poi quelli rinascimentali,erano costituiti da una serie di archi e mai di architravi,sia a Firenze,dia altrove,a parte il Palazzo Senatorio di Michelangelo che infatti è uno dei modelli del progetto vasariano. Ai piani superiori si ripete un modulo di tre riquadri,tre finestre con balconcini e timpari rispettivamente triangolari,circolare e di nuovo triangolare  e tre aperture sulla soggetta superiore (oggi la galleria del piano secondo),divisa in due colonnine. I piani sono divisi da maestosi cornici marcapiano. Gli elementi architettonici sono sottolineati dall’uso della pietra serena che risalta l’intonaco bianco secondo lo stile più tipicamente fiorentino iniziato da Brunelleschi.
Il lato breve  è caratterizzato da un grande arco componente una serliana che inquadra scenograficamente l’affaccio sull’Arno,sormontata da una loggia,aperta sai sul piazzale antecedente che sull’Arno. Al piano primo le grandi finestre hanno uno coronamento ad arco e davanti a quella centrale,corrispondente al Verone dove si trovano tre statue: Cosimo I in piedi di Giambologna (1585) affiancato dalle personificazioni sdraiate dell’Equità e del Rigore entrambe di Vincenzo Danti (1566). Nelle nicchie dei pilastri del loggiato fu progettata di inserire una serie di statue di fiorentini famosi; la realizzazione si iniziò solo a partire dal 1835.
Molto originale è il portale costruito da Bernardo Buontalenti su via Lambertesca,è coronato da timpano spezzato,ma per maggiore originalità Buontalenti invertì le due metà,ottendo una sorta di timpano “ad ali” che ricorda gli spunti animalistici e organici della sua architettura.
Le raccolte degli Uffizi comprono l’arte figurativa fino alla metà del Seicento circa,con una sovrapposizione a partire dal periodo del tardo Quattrocento con le opere conservate nella Galleria Palatina di Palazzo Pitti dove sono però sistemate secondo il criterio della quadreria. Agli Uffizi si trovano anche le migliori sculture classiche di Firenze,mentre il resto dell’arte antica si trova al Museo archeologico nazionale di Firenze.
Le sculture rinascimentali e manierista si trova al Museo Nazionale del Bargello. Dal periodo neoclassico alla prima metà del Novecento l’arte a Firenze è documentata alla Galleria d’arte moderna,sempre a Palazzo Pitti,mentre il Novecento è documentato da alcuni musei comunali come il Museo Marino Marini o la collezione di Alberto della Ragione. Per trovare un’importante raccolta di arte contemporanea nelle vicinanze, ci si deve spostare a Prato al Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci.
Questa che vi ho descritto è la prima parte e un po’ di storia di uno dei musei più belli d’Italia.
Nella seconda parte mi limiterò a descrivervi tutte le sale del museo.
A presto!

Nessun commento:

Posta un commento