Dopo tanto
tempo vi propongo una nuova serie di articoli dedicati ad un’altra attrazione
turistica della meravigliosa Firenze e che solo noi italiani sappiamo
apprezzare visto che i numerosi turisti stranieri si interessano di altri siti
della città snobbando enormemente Palazzo Pitti,i giardini dei Boboli e l’oltre
Arno.
Palazzo
Pitti è la reggia del Granducato di Toscana,già abitata dai Medici,dei Lorena e
dei Savoia. Si trova in piazza Pitti al numero civico 1,nella zona di
Oltrearno.
Al suo
interno sono ospitati diversi musei di diversa natura: una galleria d’arte (la
Galleria Palatina con capolavori di Raffaello,Tiziano,ecc.) sistemata secondo
il criterio della quadreria settecentesca,gli appartamenti monumentali, la
Galleria d’arte moderna (con le opere dei macchiaioli) e altri musei
specializzati: il Museo degli argenti (non l’ho visitato ma mi sono ripromessa
che la prossima volta lo farò) dedicato all’arte applicata,la Galleria del
costume (anche questa non l’ho visitata ma mi sono ripromessa per la prossima
lo farò),il maggiore museo italiano dedicato alla moda,il Museo delle
porcellane e il Museo delle carrozze (idem come i precedenti).
I giardini
monumentali dei Boboli sono dei migliori esempi nel mondo di giardino
all’italiana (con mio rammarico non sono riuscita a vederlo perché quel giorno
c’era un temporale ma ci ritornerò).
All’epoca
in cui venne costruito era la residenza più grande di Firenze ed anche la più
sfarzosa.
Introduciamo
un po’ di storia…Luca Pitti era rivale della famiglia dei Medici e desiderava
una residenza più sfarzosa di quella appena eretta da Michelozzo per Cosimo il
Vecchio. La tradizione tramandata da Giorgio Vasari vuole che i Pitti si rivogessero,intorno al 1440 a Filippo
Brunelleschi scegliendo il progetto accantonato da Cosimo de’ Medici per il
palazzo Medici purchè giudicato troppo grandioso e suscettibile di
invidie,preferendogli quello più dosato di Michelozzo.
Una delle
leggende più conosciute racconta che Luca Pitti esigesse che le finestre del
nuovo palazzo fossero più grandi della porta principale di quelle di Cosimo (in
effetti se ci fate caso al piano terra vi era una loggia) e che il cortile
potesse contenere l’intero palazzo Strozzi (sebbene palazzo Pitti abbia solo 3
lati invece di 4).
L’effettiva
realizzazione,che poco ha che spartire con la sobrietà di Brunelleschi (fra
l’altro morto 12 anni prima) e sembra più simile alle indicazioni del De re
aedificatoria di Leon Battista Alberti si rifà più alla solennità romana
classica. Ufficialmente l’architetto fu Luca Fancelli,allievo e collaborazione
di Brunelleschi.
In origine
il palazzo aveva sette finestre sia al primo che al secondo piano e consentiva
l’entrata non da uno ma da tre portoni (tra i quali quelli laterali furono
convertiti in finestre “inginocchiate” durante la ristrutturazione di
Ammannati). La facciata è composta secondo un modulo fisso,che ricorre
nell’ampiezza della aperture e nella distanza fra esse; moltiplicato per due dà
l’altezza delle aperture e per quattro l’altezza dei piani.
Questo non
dipende dal fatto che c’è una piazza antistante all’edificio,la prima costruita
davanti ad un palazzo privato a Firenze,che permetteva una visuale frontale e
centrata dal basso,secondo il punto di vista privilegiato definito anche da
Leon Battista Alberti.
Punto di
contatto con il modello brunelleschiano/michelozziano di Palazzo Medici
Riccardi è il fronte a bugnato a sporgenza digradante,sviluppo in larghezza di
sette finestre,con un portone centrale che dopo un andito oscuro conduce in un
ampio cortile da cui si accende alle scale monumentali per i piani superiori.
Per
problemi di progettazione i lavori a palazzo vennero momentaneamente interrotti
e forse complice la sfavorevole sorte politica di Luca Pitti.
La famigla
risedette nel palazzo dal 1469 anche dopo la morte di Luca Pitti (1472).
In seguito
la situazione finanziaria della famiglia non si sollevarono così nel 1550
Buonaccorso Pitti vendette il palazzo a Eleonora di Toledo moglie di Cosimo I
de’Medici e figlia del viceré di Napoli.
Il palazzo
divenne la principale residenza dei Medici senza cambiare il nome e dando
origine alla straordinaria rinascita del quartiere di Oltrearno.
Nel 1560 fu
realizzato il primo ampliamento del palazzo ad opera di Bartolomeo Ammannati
che edificò l’imponente cortile a più piani con l’originale e senza precedenti
motivi del gradoni alternati lungo tutte le superfici (questo motivo di
ampliamento fu ripreso in altri palazzi europei come il Luxembourg di Parigi).
Il cortile fece talvolta da scenografia a straordinari eventi,come una
battaglia navale tra venti navi turche e cristiane (per il quale il cortile
venne allargato fino a raggiungere quasi 2 metri di profondità) o i
festeggiamenti per le nozze tra Ferdinando I de’Medici e Cristina di Lorena nel
1589.
Nel 1551
iniziarono la sistemazione dei giardini da Niccolò Tribolo. Il disegno
originale dei giardini era incentrato su anfiteatro centrale,che venne
realizzato sfruttando la conformazione naturale della collina,dove
frequentemente vennero rappresentate commedie e tragedie di ispirazioni
classiche,come alcune scritte da Giovan Battisti Clini mentre le scenografie
erano curate dall’architetto di corte Baldassarre Lanci.
Nel 1565
Giorgio Vasari costruì un corridoio poi denominato il “Corridoio Vasariano” che
attraversava Ponte Vecchio per collegare Palazzo Pitti con Palazzo Vecchio
passando per la chiesa di Santa Felicita,il Ponte Vecchio e gli
Uffizi,sull’altra sponda dell’Arno.
Nel
frattempo tra il 1558 e il 1570 Ammannati creò uno scalone monumentale per il
primo nobile e l’ampliò le ali posteriori del palazzo,verso il
giardino,abbracciando così e chiudendoli sul lato ovest da un corpo sovrastato
da una terrazza alla quale si accedeva dagli appartamenti nobiliare del primo
piano.
In questo
modo si fronteggiava la collina dei Boboli a pari altezza,dominando il declino.
Sulla terrazza fu posta anche una grande fontana che inseguito fu chiamata fontana del Carciofo (1641)
disegnata dall’assistente di Giambologna Francesco Susini.
Nel cortile
interno in seguito fu realizzata una stravagante grotta con concrezioni
calcaree e statue di putti che nuotano nella vasca chiamata Grotta di Mosè.
Nel
giardino venne realizzato la celebre grotta che prende il suo nome,composta da
tre ambienti con decorazioni fantastiche che legano la pittura la scultura e
l’architettura della sala con effetti illusionistici e giochi d’acqua.
Dal 1616 fu
lanciato un concorso per ampliare la parte del palazzo sulla piazza vinto da
Giulio Parigi,nipote dell’Ammannati che condusse i lavori di allungamento del
corpo della facciata del 1618 terminati da Alfonso Parigi,suo figlio,nel 1631.
Nel
Settecento Giuseppe Ruggeri aggiunse le due ali laterali che abbracciano la
piazza,un prototipo di corte d’onore copiata in Francia. Sporadiche aggiunte e
modifiche vennero spesso operate dai vari occupanti del palazzo ad opera di
altri architetti. Nel 1696 Cosimo III fece aggiungere sulla facciata la Fonte
del Leone,ornata dalla corona granducale medicea.
Francesco
Stefano di Lorena snobbò Firenze e non prese mai residenza nella città mentre
suo figlio Pietro Leopoldo fu il primo Granduca che si dedicò al governo della
Toscana.
Nei primi
dell’Ottocento il palazzo fu usato anche da Napoleone Bonaparte come residenza
per il suo passaggio in città durante il suo governo dell’Italia.
Successivamente con il ritorno dei Lorena furono eseguiti diversi ampliamenti
tra i quali la sistemazione del rondò di testata e la realizzazione di una
scala interna ad opera dell’architetto Pasquale Poccianti. Nel 1833 sotto
Leopoldo II alcune parti del palazzo furono aperte al pubblico come museo.
I Lorena si
ritirarono dopo la votazione che decise l’annessione della Toscane al Piemonte
nel processo di unificazione italiana,con il palazzo che passò così ad uso alla
Casa Savoia. Il re vi risedette effettivamente dal 1865 quandoo Firenze divenne
Capitale d’Italia fino al 1871 quando si spostò al Palazzo del Quirinale a
Roma,nuova capitale.
Di
quell’epoca sabauda rimane la Sala del Trono,il dipinto Il Genio di casa Savoia
presenta l’Italia al consesso delle altre nazioni di Annibale Gatti.
Ora dopo
numerosi restauri siamo giunti alla sistemazione odierna con 5 musei articolati
per diverse tematiche espositive,
I musei sono gestiti dalla Soprintendenza per il
Polo Mussale Fiorentino mentre al piano terreno con l’entrata da Piazza Pitti è
ospitata l’altra soprintendenza fiorentina quella per i Beni
Architettonici,Paesaggistici e Demo – etno – antropologici (una terza
soprintendenza è quella Archeologica della Toscana che ha sede altrove). Sempre
al piano terreno affacciato sul cortile centrale,si trova l’ufficio
prenotazione che gestisce tutte le biglietterie dei musei statali a Firenze.
Palazzo Pitti è anche sede di importanti manifestazioni culturali dal luglio
2010 Vinum Nostrum.