giovedì 10 gennaio 2013

Palazzo Pitti - Firenze


Dopo tanto tempo vi propongo una nuova serie di articoli dedicati ad un’altra attrazione turistica della meravigliosa Firenze e che solo noi italiani sappiamo apprezzare visto che i numerosi turisti stranieri si interessano di altri siti della città snobbando enormemente Palazzo Pitti,i giardini dei Boboli e l’oltre Arno.
Palazzo Pitti è la reggia del Granducato di Toscana,già abitata dai Medici,dei Lorena e dei Savoia. Si trova in piazza Pitti al numero civico 1,nella zona di Oltrearno.
Al suo interno sono ospitati diversi musei di diversa natura: una galleria d’arte (la Galleria Palatina con capolavori di Raffaello,Tiziano,ecc.) sistemata secondo il criterio della quadreria settecentesca,gli appartamenti monumentali, la Galleria d’arte moderna (con le opere dei macchiaioli) e altri musei specializzati: il Museo degli argenti (non l’ho visitato ma mi sono ripromessa che la prossima volta lo farò) dedicato all’arte applicata,la Galleria del costume (anche questa non l’ho visitata ma mi sono ripromessa per la prossima lo farò),il maggiore museo italiano dedicato alla moda,il Museo delle porcellane e il Museo delle carrozze (idem come i precedenti).
I giardini monumentali dei Boboli sono dei migliori esempi nel mondo di giardino all’italiana (con mio rammarico non sono riuscita a vederlo perché quel giorno c’era un temporale ma ci ritornerò).
All’epoca in cui venne costruito era la residenza più grande di Firenze ed anche la più sfarzosa.
Introduciamo un po’ di storia…Luca Pitti era rivale della famiglia dei Medici e desiderava una residenza più sfarzosa di quella appena eretta da Michelozzo per Cosimo il Vecchio. La tradizione tramandata da Giorgio Vasari  vuole che i Pitti si rivogessero,intorno al 1440 a Filippo Brunelleschi scegliendo il progetto accantonato da Cosimo de’ Medici per il palazzo Medici purchè giudicato troppo grandioso e suscettibile di invidie,preferendogli quello più dosato di Michelozzo.
Una delle leggende più conosciute racconta che Luca Pitti esigesse che le finestre del nuovo palazzo fossero più grandi della porta principale di quelle di Cosimo (in effetti se ci fate caso al piano terra vi era una loggia) e che il cortile potesse contenere l’intero palazzo Strozzi (sebbene palazzo Pitti abbia solo 3 lati invece di 4).
L’effettiva realizzazione,che poco ha che spartire con la sobrietà di Brunelleschi (fra l’altro morto 12 anni prima) e sembra più simile alle indicazioni del De re aedificatoria di Leon Battista Alberti si rifà più alla solennità romana classica. Ufficialmente l’architetto fu Luca Fancelli,allievo e collaborazione di Brunelleschi.
In origine il palazzo aveva sette finestre sia al primo che al secondo piano e consentiva l’entrata non da uno ma da tre portoni (tra i quali quelli laterali furono convertiti in finestre “inginocchiate” durante la ristrutturazione di Ammannati). La facciata è composta secondo un modulo fisso,che ricorre nell’ampiezza della aperture e nella distanza fra esse; moltiplicato per due dà l’altezza delle aperture e per quattro l’altezza dei piani.
Questo non dipende dal fatto che c’è una piazza antistante all’edificio,la prima costruita davanti ad un palazzo privato a Firenze,che permetteva una visuale frontale e centrata dal basso,secondo il punto di vista privilegiato definito anche da Leon Battista Alberti.
Punto di contatto con il modello brunelleschiano/michelozziano di Palazzo Medici Riccardi è il fronte a bugnato a sporgenza digradante,sviluppo in larghezza di sette finestre,con un portone centrale che dopo un andito oscuro conduce in un ampio cortile da cui si accende alle scale monumentali per i piani superiori.
Per problemi di progettazione i lavori a palazzo vennero momentaneamente interrotti e forse complice la sfavorevole sorte politica di Luca Pitti.
La famigla risedette nel palazzo dal 1469 anche dopo la morte di Luca Pitti (1472).
In seguito la situazione finanziaria della famiglia non si sollevarono così nel 1550 Buonaccorso Pitti vendette il palazzo a Eleonora di Toledo moglie di Cosimo I de’Medici e figlia del viceré di Napoli.
Il palazzo divenne la principale residenza dei Medici senza cambiare il nome e dando origine alla straordinaria rinascita del quartiere di Oltrearno.
Nel 1560 fu realizzato il primo ampliamento del palazzo ad opera di Bartolomeo Ammannati che edificò l’imponente cortile a più piani con l’originale e senza precedenti motivi del gradoni alternati lungo tutte le superfici (questo motivo di ampliamento fu ripreso in altri palazzi europei come il Luxembourg di Parigi). Il cortile fece talvolta da scenografia a straordinari eventi,come una battaglia navale tra venti navi turche e cristiane (per il quale il cortile venne allargato fino a raggiungere quasi 2 metri di profondità) o i festeggiamenti per le nozze tra Ferdinando I de’Medici e Cristina di Lorena nel 1589.
Nel 1551 iniziarono la sistemazione dei giardini da Niccolò Tribolo. Il disegno originale dei giardini era incentrato su anfiteatro centrale,che venne realizzato sfruttando la conformazione naturale della collina,dove frequentemente vennero rappresentate commedie e tragedie di ispirazioni classiche,come alcune scritte da Giovan Battisti Clini mentre le scenografie erano curate dall’architetto di corte Baldassarre Lanci.
Nel 1565 Giorgio Vasari costruì un corridoio poi denominato il “Corridoio Vasariano” che attraversava Ponte Vecchio per collegare Palazzo Pitti con Palazzo Vecchio passando per la chiesa di Santa Felicita,il Ponte Vecchio e gli Uffizi,sull’altra sponda dell’Arno.
Nel frattempo tra il 1558 e il 1570 Ammannati creò uno scalone monumentale per il primo nobile e l’ampliò le ali posteriori del palazzo,verso il giardino,abbracciando così e chiudendoli sul lato ovest da un corpo sovrastato da una terrazza alla quale si accedeva dagli appartamenti nobiliare del primo piano.
In questo modo si fronteggiava la collina dei Boboli a pari altezza,dominando il declino. Sulla terrazza fu posta anche una grande fontana che inseguito  fu chiamata fontana del Carciofo (1641) disegnata dall’assistente di Giambologna Francesco Susini.
Nel cortile interno in seguito fu realizzata una stravagante grotta con concrezioni calcaree e statue di putti che nuotano nella vasca chiamata Grotta di Mosè.
Nel giardino venne realizzato la celebre grotta che prende il suo nome,composta da tre ambienti con decorazioni fantastiche che legano la pittura la scultura e l’architettura della sala con effetti illusionistici e giochi d’acqua.
Dal 1616 fu lanciato un concorso per ampliare la parte del palazzo sulla piazza vinto da Giulio Parigi,nipote dell’Ammannati che condusse i lavori di allungamento del corpo della facciata del 1618 terminati da Alfonso Parigi,suo figlio,nel 1631.
Nel Settecento Giuseppe Ruggeri aggiunse le due ali laterali che abbracciano la piazza,un prototipo di corte d’onore copiata in Francia. Sporadiche aggiunte e modifiche vennero spesso operate dai vari occupanti del palazzo ad opera di altri architetti. Nel 1696 Cosimo III fece aggiungere sulla facciata la Fonte del Leone,ornata dalla corona granducale medicea.
Francesco Stefano di Lorena snobbò Firenze e non prese mai residenza nella città mentre suo figlio Pietro Leopoldo fu il primo Granduca che si dedicò al governo della Toscana.
Nei primi dell’Ottocento il palazzo fu usato anche da Napoleone Bonaparte come residenza per il suo passaggio in città durante il suo governo dell’Italia. Successivamente con il ritorno dei Lorena furono eseguiti diversi ampliamenti tra i quali la sistemazione del rondò di testata e la realizzazione di una scala interna ad opera dell’architetto Pasquale Poccianti. Nel 1833 sotto Leopoldo II alcune parti del palazzo furono aperte al pubblico come museo.
I Lorena si ritirarono dopo la votazione che decise l’annessione della Toscane al Piemonte nel processo di unificazione italiana,con il palazzo che passò così ad uso alla Casa Savoia. Il re vi risedette effettivamente dal 1865 quandoo Firenze divenne Capitale d’Italia fino al 1871 quando si spostò al Palazzo del Quirinale a Roma,nuova capitale.
Di quell’epoca sabauda rimane la Sala del Trono,il dipinto Il Genio di casa Savoia presenta l’Italia al consesso delle altre nazioni di Annibale Gatti.
Ora dopo numerosi restauri siamo giunti alla sistemazione odierna con 5 musei articolati per diverse tematiche espositive,
I musei sono gestiti dalla Soprintendenza per il Polo Mussale Fiorentino mentre al piano terreno con l’entrata da Piazza Pitti è ospitata l’altra soprintendenza fiorentina quella per i Beni Architettonici,Paesaggistici e Demo – etno – antropologici (una terza soprintendenza è quella Archeologica della Toscana che ha sede altrove). Sempre al piano terreno affacciato sul cortile centrale,si trova l’ufficio prenotazione che gestisce tutte le biglietterie dei musei statali a Firenze. Palazzo Pitti è anche sede di importanti manifestazioni culturali dal luglio 2010 Vinum Nostrum.


Nessun commento:

Posta un commento