Buongiorno,
vi avevo accennato
nella pagina di Testimoni d’Arte su facebook che avrei aggiornato il blog con
due nuove tappe nella mia bella provincia Carpegna e Cavallino di Urbino.
Intanto mi limito a
descrivervi la prima poi se riesco entro domani l’altra tappa altrimenti
rimandiamo tutto a settembre.
Carpegna,la visito
spesso poiché i miei hanno un piccolo appartamento.
E’ un comune italiano
di 1682 abitanti nelle Marche in provincia di Pesaro – Urbino. Il territorio
del comune è interessato dal Parco Naturale Regionale del Sasso Simone e
Simoncello di cui è la sede capoluogo. Una fitta rete di sentieri ben segnalati permette delle escursioni sempre interessanti.
Il paese si stende in longitudine lungo le pendici meridionali
dell'omonimo monte, a 748 m s.l.m.,
ed è una "stazione climatica". Accoglie numerosi turisti in estate nella maggioranza anziani e famiglie con
bambini grazie al suo clima particolarmente mite e asciutto. In inverno è possibile praticare a livello locale
lo sci e lo snowboard nelle rinnovate pista da sci del Monte
Carpegna.
Il territorio
comunale include anche ben due exclave,
una identificabile nella località Palazzaccio, compresa tra i comuni di Borgo Pace (PU) e Sestino (AR) e l'altra, identificabile nella
località Torre Fossati, compresa tra i comuni di Belforte all'Isauro (PU),Mercatello sul Metauro (PU), Sant'Angelo in Vado (PU) e Sestino (AR).
STORIA DELLA CITTA’:
Nel 962 un
conte Ulderico di Carpegna, suo presunto discendente, riceve dall'imperatore Ottone I la conferma sulle terre di dominio e
di altri feudi in Montefeltro e Romagna che ne legittima il titolo di feudo imperiale (documento poi
rivelatosi falso).
Le giurisdizioni dei conti di
Carpegna, situate tra il Montefeltro, la Massa
Trabaria e l'alta Valtiberina, a cavallo della dorsale
appenninica tra Umbria, Toscana, Marche e Romagna,
arrivarono nel Medioevo a comprendere alcune decine di castelli. In età moderna
erano costituite da otto castelli, di cui quattro erano compresi nella contea
di Carpegna e altri quattro nel principato di Scavolino. Si trattava di Feudi Imperiali, territori
praticamente indipendenti, autonomi dagli stati confinanti (lo Stato Pontificio, il Ducato di Urbino - a vantaggio del quale erano andati
diversi castelli prima dipendenti dai Carpegna e in cui i suoi Signori, i
Montefeltro, rivendicheranno sempre anche il feudo di Carpegna come proprio - e
il Granducato di Toscana).
Questi feudi
imperiali di Carpegna rimasero in vita fino al 1819, quando furono devoluti al Papa.
Nel 1463 alla
morte del conte Francesco, gli eredi si dividono i possessi della contea,
originando le due linee dei conti di Carpegna di Castellaccia e di Carpegna di
Scavolino Gattara. Nel 1670 il cardinale Gaspare, divenuto molto
influente nella corte romana, riesce a vedersi riconoscere per la contea a vita
notevole autonomia. Erige come sua sede oltre il palazzo a Roma, una imponente residenza nel
paese. La contea ha così un mulino per la produzione di polvere da sparo che le incrementa notevoli entrate,
riceve il privilegio papale di commerciare il sale acquistato a Rimini allo stesso prezzo di ogni altro stato
sovrano, incrementando così il commercio del sale e di altre mercanzie tra la
costa del riminese e la Toscana. I conti si accordano con la vicina Repubblica di San Marino che, a grazie ai loro privilegi presso
la corte papale, riesce a mantenere una propria effettiva indipendenza anche se
mai rivendicata espressamente.
Il nipote Francesco X
Maria è tuttavia, privo di discendenza maschile e nomina suo erede il nipote
Antonio, nato dal matrimonio della figlia Maria Laura con il marchese Mario Gabrielli. Ma l'imperatore Francesco I di Lorena, indispettito in
qualità di granduca di Toscana, vuole far rispettare l'accordo del 1490 con
Firenze, ove si sanciva il trasferimento della sovranità sulla contea alla
Repubblica fiorentina in caso di estinzione maschile della famiglia. Così il 10
giugno 1749 108 soldati toscani invadono Carpegna.
Ma presto la Francia prende le parti della Chiesa che
protesta contro l'aggressione verso i territori da lei rivendicati a cui si
affiancano anche il regno di
Sardegna e la Spagna per sostenere l'autonomia del feudo.
L'imperatore, trovatosi diplomaticamente isolato, dopo qualche anno di
incertezze, ritira le sue truppe nel 1754 e il conte Antonio di Carpegna
Gabrielli diviene l'effettivo possessore della contea fino all'espropriazione
napoleonica del 1807.
Temporaneamente
riacquistata nel 1814, la contea
è definitivamente ceduta alla Chiesa dopo notevoli pressioni e minacce da parte
della corte pontificia.
Il mistero delle campane
di San Nicolò
Carpegna ebbe un suo
momento di celebrità nel 1970 per il misterioso fenomeno delle
campane della chiesa di San Nicolò (XVII secolo) che inspiegabilmente suonavano
pur rimanendo immobili. Lo strano fenomeno, che attirò curiosi e studiosi,
cessò nel 1971 e non si ripeté più. Il suono delle
campane è rimasto piuttosto oscuro nel suo svolgersi poiché ogni testimone
riferiva il fenomeno in maniera differente, impedendo di chiarire lo
svolgimento dei fatti. La Chiesa ha rifiutato fin dall'inizio il riconoscimento
di "miracolo" nel fenomeno, visto che non ha prodotto guarigioni
inspiegabili o episodi simili. La scienza, d'altra parte, non ha fornito alcuna
spiegazione plausibile, né che si trattasse di uno scherzo, né che fosse un
fenomeno acustico altrimenti spiegabile, visto che la possibile polarizzazione
del suono è una scoperta recentissima.
MONUMENTI E LUOGHI
D’INTERESSE:
Palazzo dei Principi
(la foto che ho realizzato non mostra il palazzo in tutta
la sua bellezza ma si limita a mostrare un personaggio pubblico Chef Rubio
invitato alla festa che si tiene ogni anno nel mese di luglio dedicato al
prodotto enogastronomico per eccellenza,il prosciutto di Carpegna)
Al centro del paese
si erge imponente il Palazzo dei Principi di Carpegna Falconieri, progettato
dall'architetto romano Giovanni Antonio De' Rossi per il cardinale Gaspare di
Carpegna. Il palazzo, iniziato nel 1675 e terminato dopo oltre venti anni, è
ispirato alle ville fortificate di matrice fiorentina e alle grandi residenze
signorili della Campagna romana. È tuttora abitato dai discendenti della
millenaria famiglia ed è rimasto pressoché intatto dopo oltre 300 anni, un
incendio e qualche forte scossa di terremoto (1781).
Costituito di quattro
livelli, al piano terra si trovano le stalle, le scuderie e le cucine, opera di
alta ingegneria per il mantenimento e la cottura dei cibi. Salendo l'ampia
scalinata si accede all'atrio con gli ingressi principali e la piccola ma
suggestiva Cappella di Famiglia. Salendo ancora si accede al "cuore"
del Palazzo, il piano Nobile, in cui troviamo la Sala del Trono, la sala verde
e la sala gialla - così chiamate per via del colore degli ornamenti che le
addobbano - e la preziosa biblioteca, contenente tra i tanti volumi anche manoscritti
medievali di inestimabile valore. Al quarto e ultimo piano troviamo
infine le camere, nonché la dimora attuale dei discendenti. In questa sede e
presso la Rocca di Sassocorvaro,
durante la seconda guerra
mondiale, l'allora Soprintendente alle Gallerie e alle Opere d'Arte delle
Marche Pasquale Rotondi,
trasportò e custodi al riparo dai bombardamenti degli alleati e dalle razzie
dell'esercito tedesco in ritirata oltre 10.000 opere d'arte. A ricordo della
rischiosa operazione di salvataggio (che per poco non si risolse in un
disastro, perché il comando militare tedesco s'installò nel
Palazzo), è stato istituito il "Premio Pasquale Rotondi", attribuito
ogni anno a chi, anche a livello internazionale, si sia distinto per
"esemplari azioni di salvataggio del patrimonio artistico".Il Palazzo
dei Principi è aperto al pubblico, esclusivamente su prenotazione, dall'estate
del 2010 e la sua apertura ha avuto un notevole successo in termini di
visitatori, anche e soprattutto per le numerose opere e i tanti arredi
originali ancora presenti (purtroppo mi posso solo descrivere quello trovato
sul web perché non ho trovato ancora occasione per visitarlo,ma quando lo farò
coglierò l’occasione se concesso per fare qualche foto e ve le pubblicherò).
Pieve di San Giovanni
Battista
A poco più di due chilometri
dal centro del paese e al confine con il comune di Frontino troviamo la Pieve Romanica di San
Giovanni Battista.
Risalente al XII
secolo, la chiesa conserva dello stile
romanico la forma anche se le
ristrutturazioni eseguite nel corso dei secoli hanno modificato profondamente
l'aspetto originario. Ricordo che quando ero bambina spesso quando passavo
qualche giorno a Carpegna ci venivo a messa.
Tradizioni e folclore
Detti popolari
Un curioso detto
popolare recita: "Carpegna
antico / Vivrai cent'anni / Non avrai un amico". È spesso citato dagli
stessi abitanti di Carpegna a mo' di scherzosa autocritica riguardo ai loro
rapporti interpersonali.
Di fatti posso confermarvi che
la gente è gentile ma ha dei modi distaccati forse li rende timidi verso i
forestieri ma non penso che sia una critica ma un dato di fatto. A mio avviso
per quello che sono amo un certo distacco visto le brutte esperienze di gente
appiccicosa che davanti si mostrava amica e dietro sparlava preferisco gente
distaccata ma sincera.
Cucina
La località è famosa
anche per il suo tipico Prosciutto
di Carpegna DOP, uno dei cinque
prosciutti a denominazione di origine protetta d'Italia. La posizione di
confine tra Emilia-Romagna, Umbria e Toscana ha fatto sì che le tradizioni
gastronomiche nel tempo si mescolassero, creando piccole varianti dei piatti
tipici di questa zona.
Le foto che vi mostro
sono solo 2 per me significative e poco artistiche.
non si vede bene ma quello è il palazzo del Principe,quello attorniato da gente vestito di rosso al centro molto piccolo è il personaggio pubblico invitato alla festa del Prosciutto nel luglio scorso |
le ginestre del mese di maggio su un colle |
Vi aspetto numerosi
alla prossima tappa!!
Laura – Testimoni d’Arte
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