Noi stessi siamo testimoni d'Arte: inserirò mostre,eventi,luoghi da visitare d'Italia e del Mondo per rendere tutto pù vicino a noi. Links,foto,video e notizie varie,viaggi,ecc.
giovedì 16 agosto 2012
CHIUSURA PER FERIE DEL BLOG
Il blog rimarrà chiuso dal 18 agosto al 4 settembre 2012.
Mi scuso con tutti i fan del blog se non sono riuscita a terminare la descrizione del Museo degli Uffizi che verrà rimandato nel mese di settembre.
Spero che in questo mio viaggio in Spagna raccolga più notizie possibili e vi pubblicherò appena possibile le foto delle vacanze nella pagina facebook.
Un abbraccio grande e buone vacanze a tutti!
martedì 14 agosto 2012
Gli Uffizi - VII parte Sala 10 alla 14
SALA
10 – 14 del Botticelli
In questa sala vi è una vasta raccolta,la migliore collezione del mondo delle opere del maestro Sandro Botticelli,compreso il suo capolavoro, la PRIMAVERA e la celeberrima NASCITA DI VENERE,due opere emblematiche della sofisticata cultura neoplatonica sviluppatasi a Firenze nella seconda metà del Quattrocento. Queste opere furono realizzate negli anni ottanta del Quattrocento e sono le prime opere di grandi dimensioni a soggetto profano del Rinascimento italiano. Furono dipinte per Lorenzo de’Medici ma non Lorenzo il Magnifico,era un suo cugino che viveva nella Villa di Careggi con il quale fra l’altro non scorreva buon sangue.
Quando vi trovate di fronte queste opere non potete non ammirare la magnificenza e soprattutto i gruppi di persone che ammirano le opere maestose e quando sei di fronte a queste opere non si può rimanere impassibili.
Ammetto che spesso mi sono ritrovata a bocca aperta e vederle troppo da vicino spesso non riesci ad ammirarla in pieno perché si è costretti a soffermarsi con una visuale troppo piatta,vedi solo una parte del dipinto.
Secondo me,bisognerebbe mettere un limite di distanza per poter ammirare al meglio le opere.
In questa sala si può ripercorrere l’intera evoluzione pittorica del maestro con la opera MADONNA IN GLORIA DI SERAFINI e la MADONNA DEL ROSETO quest’ultime opere più giovanili legate ancora allo stile di Filippo Lippi e del Verrocchio al RETRATTO D’UOMO CON MEDAGLIA DI COSIMO IL VECCHIO ( 1475) dove già si assiste ad una mutazione dello stile legata probabilmente allo studio del realismo di opere fiamminghe,alle opere mitologiche come la commovente PALLADE E IL CENTAURO,allegoria degli istinti umani tra ragione e impulsività,ma guidati dalla sapienza divina.
Con l’avvicinarsi del XVI secolo,l’ondata reazionaria ultra – religiosa di Girolomo Savonarola iniziò a farsi sempre più pressante nella società fiorentina e questo si manifesta gradualmente in tutti gli artisti dell’epoca. Anche Botticelli,dop un’opera fastosa come la MADONNA DEL MAGNIFICAT iniziò ad adottare uno stile più libero,sciolto dalla lucidità artistica geometrica della prospettiva del primo Quattrocento (MADONNA DELLA MELOGRANA, PALA DI SAN BARNABA),con qualche esperimento arcaicista come l’INCORONAZIONE DELLA VERGINE dove il maestro torna allo sfondo oro in una scena pare ispirata dalla lettura di Dante Alighieri. Il periodo più cupo della predicazione savonaroliana porta una definitiva ventata di constatazione della bassezza umana e la relegazione della verità.
In questa sala contiene anche altri numerosi capolavori: TRITTICO PORTINARO opera fiamminga di Hugo Van der Goes del 1475 circa portata da una banchiere della ditta Medici e Bruges nel 1483,che con la sua estranietà formale verso le opere circostanti ben rende l’effetto di fulgida meteora che questa opera ebbe nei circoli artistici fiorentini della seconda metà del Quattrocento. A un esame più accurato si iniziano a cogliere le affinità con le opere realizzate successivamente,la maggior cura dei dettagli,la migliore resa luministica dovuta alla pittura ad olio che i pittori fiorentini cercarono di imitare,arrivando anche a copiare alcuni elementi delle opere fiamminghe,come gli omaggi chiari di Domenico Ghirlandaio nella sua analoga ADORAZIONE DEI PASTORI nella basilica di Santa Trinità.
Un’altra opera fiamminga è la DEPOSIZIONE NEL SEPOLCRO di Rogier van del Weyden (1450 circa) con la composizione ripresa da un PANNELLO di Beato Angelico che testimonia i reciproci scambi tra i maestri fiamminghi e fiorentini.
E’ un peccato che quest’ultima parte della sala viene considerata da pochi visto che la maggior parte dell’afflusso dei turisti ovviamente è più interessato alle opere del Botticelli.
In questa sala vi è una vasta raccolta,la migliore collezione del mondo delle opere del maestro Sandro Botticelli,compreso il suo capolavoro, la PRIMAVERA e la celeberrima NASCITA DI VENERE,due opere emblematiche della sofisticata cultura neoplatonica sviluppatasi a Firenze nella seconda metà del Quattrocento. Queste opere furono realizzate negli anni ottanta del Quattrocento e sono le prime opere di grandi dimensioni a soggetto profano del Rinascimento italiano. Furono dipinte per Lorenzo de’Medici ma non Lorenzo il Magnifico,era un suo cugino che viveva nella Villa di Careggi con il quale fra l’altro non scorreva buon sangue.
Quando vi trovate di fronte queste opere non potete non ammirare la magnificenza e soprattutto i gruppi di persone che ammirano le opere maestose e quando sei di fronte a queste opere non si può rimanere impassibili.
Ammetto che spesso mi sono ritrovata a bocca aperta e vederle troppo da vicino spesso non riesci ad ammirarla in pieno perché si è costretti a soffermarsi con una visuale troppo piatta,vedi solo una parte del dipinto.
Secondo me,bisognerebbe mettere un limite di distanza per poter ammirare al meglio le opere.
In questa sala si può ripercorrere l’intera evoluzione pittorica del maestro con la opera MADONNA IN GLORIA DI SERAFINI e la MADONNA DEL ROSETO quest’ultime opere più giovanili legate ancora allo stile di Filippo Lippi e del Verrocchio al RETRATTO D’UOMO CON MEDAGLIA DI COSIMO IL VECCHIO ( 1475) dove già si assiste ad una mutazione dello stile legata probabilmente allo studio del realismo di opere fiamminghe,alle opere mitologiche come la commovente PALLADE E IL CENTAURO,allegoria degli istinti umani tra ragione e impulsività,ma guidati dalla sapienza divina.
Con l’avvicinarsi del XVI secolo,l’ondata reazionaria ultra – religiosa di Girolomo Savonarola iniziò a farsi sempre più pressante nella società fiorentina e questo si manifesta gradualmente in tutti gli artisti dell’epoca. Anche Botticelli,dop un’opera fastosa come la MADONNA DEL MAGNIFICAT iniziò ad adottare uno stile più libero,sciolto dalla lucidità artistica geometrica della prospettiva del primo Quattrocento (MADONNA DELLA MELOGRANA, PALA DI SAN BARNABA),con qualche esperimento arcaicista come l’INCORONAZIONE DELLA VERGINE dove il maestro torna allo sfondo oro in una scena pare ispirata dalla lettura di Dante Alighieri. Il periodo più cupo della predicazione savonaroliana porta una definitiva ventata di constatazione della bassezza umana e la relegazione della verità.
In questa sala contiene anche altri numerosi capolavori: TRITTICO PORTINARO opera fiamminga di Hugo Van der Goes del 1475 circa portata da una banchiere della ditta Medici e Bruges nel 1483,che con la sua estranietà formale verso le opere circostanti ben rende l’effetto di fulgida meteora che questa opera ebbe nei circoli artistici fiorentini della seconda metà del Quattrocento. A un esame più accurato si iniziano a cogliere le affinità con le opere realizzate successivamente,la maggior cura dei dettagli,la migliore resa luministica dovuta alla pittura ad olio che i pittori fiorentini cercarono di imitare,arrivando anche a copiare alcuni elementi delle opere fiamminghe,come gli omaggi chiari di Domenico Ghirlandaio nella sua analoga ADORAZIONE DEI PASTORI nella basilica di Santa Trinità.
Un’altra opera fiamminga è la DEPOSIZIONE NEL SEPOLCRO di Rogier van del Weyden (1450 circa) con la composizione ripresa da un PANNELLO di Beato Angelico che testimonia i reciproci scambi tra i maestri fiamminghi e fiorentini.
E’ un peccato che quest’ultima parte della sala viene considerata da pochi visto che la maggior parte dell’afflusso dei turisti ovviamente è più interessato alle opere del Botticelli.
La nascita di Venere - Botticelli |
La Primavera |
Madonna in gloria di Serafini - Botticelli |
Madonna del Roseto - Botticelli |
lunedì 13 agosto 2012
Gli Uffizi - VI parte dalla SALA 8 alla 9
SALA
8 dei Lippi
Filippo Lippi,uno dei grandi maestri del primo Rinascimento,ossia il Rinascimento fiorentino,secondo per la bravura solo a Masaccio,e precursore di Sandro Botticelli. In questa sala si può notare l’evoluzione del suo stile verso soluzioni sempre di maggior raffinatezza,come l’INCORONAZIONE DELLA VERGINE (1441 – 1447),che dimostra un attento studio dello stile del Masaccio (Lippi fu monaco nella chiesa del Carmine dove si trova la Cappella Brancacci),soprattutto nel solida e corposa figura della Madonna,oppure le due ADORAZIONI DEL BAMBINO,influenzate dai corpi scolpiti dal contemporaneo Donatello e Luca della Robbia,per arrivare al capolavoro indiscutibile della MADONNA CON BAMBINO E ANGELI (La Lippina,1465 circa),di commovente dolcezza e con un uso sottile ed elegante del calore,maturato forse attraverso lo studio di opere fiamminghe.
Vi sono anche opere più tarde del figlio di Filippo,Filippino Lippi,con la pala DEGLI OTTO (1486) e l’ADORAZIONE DEI MAGI (1496).
Come accennato prima i RITRATTI DEI DUCHI D’URBINO di Piero della Francesca del 1465 circa,sono molto famosi,esemplare via di mezzo fra il realismo (soprattutto dei dettagli come gioielli,le acconciature,le rughe della pelle) e l’idealizzazione delle effigi dei duchi,con una grande attenzione anche ai paesaggi e alla prospettiva. L’uomo viene esaltato nella sua dignità e diventa soggetto pittorico. Sul retro delle due piccole tavole i duchi sono raffigurati ciascuno sul cocchio di rappresentanza.
Sul retro delle due piccole tavole i duchi sono raffigurati ciascuno sul cocchio di rappresentanza. Anche i delicati traguardi nell’uso del colore di Alessio Baldovenetti sono qui testimoniati da alcune sue opere (ANNUNCIAZIONE e pala di CAFAGGIOLO).
Filippo Lippi,uno dei grandi maestri del primo Rinascimento,ossia il Rinascimento fiorentino,secondo per la bravura solo a Masaccio,e precursore di Sandro Botticelli. In questa sala si può notare l’evoluzione del suo stile verso soluzioni sempre di maggior raffinatezza,come l’INCORONAZIONE DELLA VERGINE (1441 – 1447),che dimostra un attento studio dello stile del Masaccio (Lippi fu monaco nella chiesa del Carmine dove si trova la Cappella Brancacci),soprattutto nel solida e corposa figura della Madonna,oppure le due ADORAZIONI DEL BAMBINO,influenzate dai corpi scolpiti dal contemporaneo Donatello e Luca della Robbia,per arrivare al capolavoro indiscutibile della MADONNA CON BAMBINO E ANGELI (La Lippina,1465 circa),di commovente dolcezza e con un uso sottile ed elegante del calore,maturato forse attraverso lo studio di opere fiamminghe.
Vi sono anche opere più tarde del figlio di Filippo,Filippino Lippi,con la pala DEGLI OTTO (1486) e l’ADORAZIONE DEI MAGI (1496).
Come accennato prima i RITRATTI DEI DUCHI D’URBINO di Piero della Francesca del 1465 circa,sono molto famosi,esemplare via di mezzo fra il realismo (soprattutto dei dettagli come gioielli,le acconciature,le rughe della pelle) e l’idealizzazione delle effigi dei duchi,con una grande attenzione anche ai paesaggi e alla prospettiva. L’uomo viene esaltato nella sua dignità e diventa soggetto pittorico. Sul retro delle due piccole tavole i duchi sono raffigurati ciascuno sul cocchio di rappresentanza.
Sul retro delle due piccole tavole i duchi sono raffigurati ciascuno sul cocchio di rappresentanza. Anche i delicati traguardi nell’uso del colore di Alessio Baldovenetti sono qui testimoniati da alcune sue opere (ANNUNCIAZIONE e pala di CAFAGGIOLO).
SALA
9 dei Pallaiolo
Questa sale è dedicata ai fratelli Antonio e Pietro del Pollaiolo,presenti nella seconda metà del Quattrocento e interpreti di una pittura dal forte risalto lineare,attenti anche alla novità provenienti dal mondo fiammingo (resa naturale della luce,attenzione ai dettagli,ecc.). Antonio del Pollaiolo,è rappresentato da alcune delle sue opere più famose,incentrate sul movimento delle figure,come nel piccolo ma poderoso dipinto a due facce delle FATICHE DI ERCOLE (ERCOLE E ANTEO ed ERCOLE E L’IDRA),oppure dai ritratti (RITRATTO FEMMINILE, da alcuni attribuito invece a Piero).
La pala con I SANTI GIACOMO,VINCENZO ED EUSTACHIO è forse un lavoro di collaborazione tra i due fratelli.
Piero è rappresentato anche delle sei grandi tavole delle Virtù realizzate per il Tribunale della Mercanzia: la settima (FORTEZZA,1470),è la prima opera documentata del giovanissimo Sandro Botticelli.
Questa sale è dedicata ai fratelli Antonio e Pietro del Pollaiolo,presenti nella seconda metà del Quattrocento e interpreti di una pittura dal forte risalto lineare,attenti anche alla novità provenienti dal mondo fiammingo (resa naturale della luce,attenzione ai dettagli,ecc.). Antonio del Pollaiolo,è rappresentato da alcune delle sue opere più famose,incentrate sul movimento delle figure,come nel piccolo ma poderoso dipinto a due facce delle FATICHE DI ERCOLE (ERCOLE E ANTEO ed ERCOLE E L’IDRA),oppure dai ritratti (RITRATTO FEMMINILE, da alcuni attribuito invece a Piero).
La pala con I SANTI GIACOMO,VINCENZO ED EUSTACHIO è forse un lavoro di collaborazione tra i due fratelli.
Piero è rappresentato anche delle sei grandi tavole delle Virtù realizzate per il Tribunale della Mercanzia: la settima (FORTEZZA,1470),è la prima opera documentata del giovanissimo Sandro Botticelli.
Le fatiche di Ercole di Antonio Pallaiolo |
mercoledì 8 agosto 2012
Gli Uffizi - V parte dalla SALA 5 alla SALA 7
SALA
5 – 6 del Gotico Internazionale
La sala cosiddetta gotico internazionale,fu ristrutturata negli anni cinquanta,è dominata dall’ADORAZIONE DEI MAGI (1423) di Gentile da Fabriano,eseguita per il mercante fiorentino Palla Strozzi,e dalla monumentale INCORONAZIONE DELLA VERGINE (1414) di Lorenzo Monaco,opera di grande eleganza per la chiesa di Santa Maria degli Angeli;dello stesso autore c’è anche un’ADORAZIONE DEL MAGI (1422) dai colori forti e brillanti,da confrontare con la tavola di Gentile da Fabriano,nella quale si fondono elementi più profani e naturalistici,segno del gusto più cortese. Lorenzo Monaco enfatizza la lunghezza e la linea sinuosa delle figure,con cappelli dalle fogge originali e colori freddi e cangianti,molto raffinati.
Attribuita al Beato Angelico è la TABAIDE,una tavola sulla vita eremita. La MADONNA DELL’UMILTà,attribuita a Masolino è un’opera di grande dolcezza e perizia tecnica.
Oltre agli esponenti fiorentini ed a Gentile sono qui collocate opere di altre provenienze,che documentano l’uniformità del linguaggio pittorico cortese a cavallo tra il Trecento ed il Quattrocento,come una tavola del senese Giovanni di Paolo,una del veneziano Jacopo Bellini e una del fiorentino trapiantato in Spagna Gherardo Stamina.
Le ultime tavole che chiudono la sala sono i QUATTRO SANTI provenieti dal POLITTICO QUARATESI sempre di Gentile da Fabriano,che nella loro isolata monumentalità rivelano l’influenza del nascente Rinascimento fiorentino (in particolare del Masaccio) sul grande pittore marchigiano,che accantona la complessa composizione e i preziosissimi materiali d’uso del suo stile più conosciuto.
La sala cosiddetta gotico internazionale,fu ristrutturata negli anni cinquanta,è dominata dall’ADORAZIONE DEI MAGI (1423) di Gentile da Fabriano,eseguita per il mercante fiorentino Palla Strozzi,e dalla monumentale INCORONAZIONE DELLA VERGINE (1414) di Lorenzo Monaco,opera di grande eleganza per la chiesa di Santa Maria degli Angeli;dello stesso autore c’è anche un’ADORAZIONE DEL MAGI (1422) dai colori forti e brillanti,da confrontare con la tavola di Gentile da Fabriano,nella quale si fondono elementi più profani e naturalistici,segno del gusto più cortese. Lorenzo Monaco enfatizza la lunghezza e la linea sinuosa delle figure,con cappelli dalle fogge originali e colori freddi e cangianti,molto raffinati.
Attribuita al Beato Angelico è la TABAIDE,una tavola sulla vita eremita. La MADONNA DELL’UMILTà,attribuita a Masolino è un’opera di grande dolcezza e perizia tecnica.
Oltre agli esponenti fiorentini ed a Gentile sono qui collocate opere di altre provenienze,che documentano l’uniformità del linguaggio pittorico cortese a cavallo tra il Trecento ed il Quattrocento,come una tavola del senese Giovanni di Paolo,una del veneziano Jacopo Bellini e una del fiorentino trapiantato in Spagna Gherardo Stamina.
Le ultime tavole che chiudono la sala sono i QUATTRO SANTI provenieti dal POLITTICO QUARATESI sempre di Gentile da Fabriano,che nella loro isolata monumentalità rivelano l’influenza del nascente Rinascimento fiorentino (in particolare del Masaccio) sul grande pittore marchigiano,che accantona la complessa composizione e i preziosissimi materiali d’uso del suo stile più conosciuto.
L'Adorazione dei Magi di Gentile da Fabriano |
Incoronazione della Vergina di Lorenzo Monaco |
La Madonna dell'Umiltà di Masolino |
Polittico Quaratesi di Gentile da Fabriano |
SALA
7 il primo Rinascimento
Questa
sala dedicata ai primi artisti rinascimentali è piena di capolavori,a partire
dal capostipite del rinnovamento in pittura,Masaccio,a cominciare dalla prima
opera nella quale si intravedono i segni della rottura, la SANT’ANNA METTERZA
del 1424 realizzata con il suo maestro di bottega Masolino da Panicate. Di
Masaccio sono le scultore BAMBINO E LA VERGINE,dipinta con una solenne
corporatura così austera e realistica da non potersi più definire “gotica”.
Questo rinnovamento fu espressione della cultura dell’Umanesimo,con la
riscoperta dell’antico e della ricerca di uno spazio prospetticamente definito.
Di Masaccio si trova qui anche la MADONNA DEL SOLLETICO.
La
BATTAGLIA DI SAN ROMANO fa parte di un trittico dipinto da Paolo Uccello su incarico di Cosimo il
Vecchio che decorava a camera di Lorenzo il Magnifico nel Palazzo Medici,oggi
diviso tra la National Gallery di Londra,il Louvre di Parigi e gli Uffizi.
In
questa raffigurazione apparentemente caotica della battaglia,tutto è
razionalizzato e inquadrato dalla prospettiva che guida il pittore nella
disposizione razionale di tutti gli elementi,dai cavalli ai soldati,alle lance
degli stessi,che cadute in terra formano figure geometriche.
Questo
pittore era “ossessionato” dalla prospettiva e ciò si nota nelle sue opere.
L’INCORONAZIONE
DELLA VERGINE del 1435 circa del Beato Angelico fu uno dei primi artisti a
concepire una nuova sensibilità. Questa opera è ancora circondata dallo sfondo
oro tipicamente medioevale,trasmette una sensazione di prospettiva ragionata
nel dispiegarsi dei cori degli angeli.
Importante
opere di Domenico Veneziano è la pala di SANTA LUCIA DE’MAGNOLI,del 1445
circa,una sacra concertazione che si svolge in un ambiente dalla prospettiva
realistica,con una luce naturale,mattiniera e cristallina,dà corpo alle
figure,tipica di questo autore. Si tratta di uno dei primi esempi di nuovo
formato rettangolare per le pale d’altare,privo del fondo oro.
Dopo il riordino degli anni
novanta è stato spostato nella sala successiva il DOPPIO RITRATTO DEI DUCHI
D’URBINO di Piero della Francesca.La Madonna del Solletico di Masaccio |
L'incoronazione della Vergine del Beato Angelico |
Il doppio ritratto dei Duchi d'Urbino di Piero della Francesca |
giovedì 2 agosto 2012
Gli Uffizi IV parte - dalla sala 4
SALA
4 del Trecento fiorentino
La
sala è dedicata alla pittura fiorentina del Trecento,la scuola influenzata
dall’opera preponderante di Giotto e della sua bottega. Vi si trovano sia
polittici,spesso incompleti e privi delle elaborazioni cornici lignee originali,usati
per la devozione domestica.
La
tavola di SANTA CECILIA E STORIE DELLA SUA VITA dipinto da Maestro della Santa
Cecilia,un anonimo collaboratore di Giotto,dove delle scenografie architetture fanno da sfondo alle
figure,come negli affreschi della Basilica superiore di Assisi (in provincia di
Perugia).
I
primi giotteschi sono rappresentati da Pacino di Buonaguida,Jacopo del
Casentino e Bernardo Daddi. Di Taddeo Gaddi,attivo nella bottega di Giotto per
ventiquattro anni,è la MADONNA IN TRONO COL BAMBINO,ANGELI E SANTE. Sempre di
ispirazione giottesca è il trittico con
SAN MATTEO E STORIE DELLA SUA VITA di
Andrea Orcagna.
In
queste opere si nota una certa stagnazione dei temi e delle tecniche
usate,sempre fedeli al maestro,con progressi minimi nonostante il trascorrere
di circa mezzo secolo.
L’unico
che si allontana dalla pittura di Giotto è il cosiddetto Grottino,qui
rappresentato con la PIETà DI SAN REMIGIO,accentuando l’espressione delle
figure e utilizzando un colo cromaticamente variato.
Di Giovanni da Milano,un
artista lombardo attivo a Firenze,appartiene il frammentario POLITTICO DI
OGNISSANTI,dove la preziosità dei dettagli annuncia il gotico internazionale.San Matteo e storie della sua vita di Andrea Orcagna |
La vita di Santa Caterina e le storie della sua vita di Giotto |
Polittico di Ognissanti di Giovanni da Milano |
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