mercoledì 8 agosto 2012

Gli Uffizi - V parte dalla SALA 5 alla SALA 7


SALA 5 – 6  del Gotico Internazionale
La sala cosiddetta gotico internazionale,fu ristrutturata negli anni cinquanta,è dominata dall’ADORAZIONE DEI MAGI (1423) di Gentile da Fabriano,eseguita per il mercante fiorentino Palla Strozzi,e dalla monumentale INCORONAZIONE DELLA VERGINE (1414) di Lorenzo Monaco,opera di grande eleganza per la chiesa di Santa Maria degli Angeli;dello stesso autore c’è anche un’ADORAZIONE DEL MAGI (1422) dai colori forti e brillanti,da confrontare con la tavola di Gentile da Fabriano,nella quale si fondono elementi più profani e naturalistici,segno del gusto più cortese. Lorenzo Monaco enfatizza la lunghezza e la linea sinuosa delle figure,con cappelli dalle fogge originali e colori freddi e cangianti,molto raffinati.
Attribuita al Beato Angelico è la TABAIDE,una tavola sulla vita eremita. La MADONNA DELL’UMILTà,attribuita a Masolino è un’opera di grande dolcezza e perizia tecnica.
Oltre agli esponenti fiorentini ed a Gentile sono qui collocate opere di altre provenienze,che documentano l’uniformità del linguaggio pittorico cortese a cavallo tra il Trecento ed il Quattrocento,come una tavola del senese Giovanni di Paolo,una del veneziano Jacopo Bellini e una del fiorentino trapiantato in Spagna Gherardo Stamina.
Le ultime tavole che chiudono la sala sono i QUATTRO SANTI provenieti dal POLITTICO QUARATESI sempre di Gentile da Fabriano,che nella loro isolata monumentalità rivelano l’influenza del nascente Rinascimento fiorentino (in particolare del Masaccio) sul grande pittore marchigiano,che accantona la complessa composizione e i preziosissimi materiali d’uso del suo stile più conosciuto.

L'Adorazione dei Magi di Gentile da Fabriano

Incoronazione della Vergina di Lorenzo Monaco

La Madonna dell'Umiltà di Masolino

Polittico Quaratesi di Gentile da Fabriano

SALA 7 il primo Rinascimento
Questa sala dedicata ai primi artisti rinascimentali è piena di capolavori,a partire dal capostipite del rinnovamento in pittura,Masaccio,a cominciare dalla prima opera nella quale si intravedono i segni della rottura, la SANT’ANNA METTERZA del 1424 realizzata con il suo maestro di bottega Masolino da Panicate. Di Masaccio sono le scultore BAMBINO E LA VERGINE,dipinta con una solenne corporatura così austera e realistica da non potersi più definire “gotica”. Questo rinnovamento fu espressione della cultura dell’Umanesimo,con la riscoperta dell’antico e della ricerca di uno spazio prospetticamente definito. Di Masaccio si trova qui anche la MADONNA DEL SOLLETICO.
La BATTAGLIA DI SAN ROMANO fa parte di un trittico dipinto  da Paolo Uccello su incarico di Cosimo il Vecchio che decorava a camera di Lorenzo il Magnifico nel Palazzo Medici,oggi diviso tra la National Gallery di Londra,il Louvre di Parigi e gli Uffizi.
In questa raffigurazione apparentemente caotica della battaglia,tutto è razionalizzato e inquadrato dalla prospettiva che guida il pittore nella disposizione razionale di tutti gli elementi,dai cavalli ai soldati,alle lance degli stessi,che cadute in terra formano figure geometriche.
Questo pittore era “ossessionato” dalla prospettiva e ciò si nota nelle sue opere.
L’INCORONAZIONE DELLA VERGINE del 1435 circa del Beato Angelico fu uno dei primi artisti a concepire una nuova sensibilità. Questa opera è ancora circondata dallo sfondo oro tipicamente medioevale,trasmette una sensazione di prospettiva ragionata nel dispiegarsi dei cori degli angeli.
Importante opere di Domenico Veneziano è la pala di SANTA LUCIA DE’MAGNOLI,del 1445 circa,una sacra concertazione che si svolge in un ambiente dalla prospettiva realistica,con una luce naturale,mattiniera e cristallina,dà corpo alle figure,tipica di questo autore. Si tratta di uno dei primi esempi di nuovo formato rettangolare per le pale d’altare,privo del fondo oro.
Dopo il riordino degli anni novanta è stato spostato nella sala successiva il DOPPIO RITRATTO DEI DUCHI D’URBINO di Piero della Francesca.
La Madonna del Solletico di Masaccio

L'incoronazione della Vergine del Beato Angelico

Il doppio ritratto dei Duchi d'Urbino di Piero della Francesca

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