SALA
8 dei Lippi
Filippo Lippi,uno dei grandi maestri del primo Rinascimento,ossia il Rinascimento fiorentino,secondo per la bravura solo a Masaccio,e precursore di Sandro Botticelli. In questa sala si può notare l’evoluzione del suo stile verso soluzioni sempre di maggior raffinatezza,come l’INCORONAZIONE DELLA VERGINE (1441 – 1447),che dimostra un attento studio dello stile del Masaccio (Lippi fu monaco nella chiesa del Carmine dove si trova la Cappella Brancacci),soprattutto nel solida e corposa figura della Madonna,oppure le due ADORAZIONI DEL BAMBINO,influenzate dai corpi scolpiti dal contemporaneo Donatello e Luca della Robbia,per arrivare al capolavoro indiscutibile della MADONNA CON BAMBINO E ANGELI (La Lippina,1465 circa),di commovente dolcezza e con un uso sottile ed elegante del calore,maturato forse attraverso lo studio di opere fiamminghe.
Vi sono anche opere più tarde del figlio di Filippo,Filippino Lippi,con la pala DEGLI OTTO (1486) e l’ADORAZIONE DEI MAGI (1496).
Come accennato prima i RITRATTI DEI DUCHI D’URBINO di Piero della Francesca del 1465 circa,sono molto famosi,esemplare via di mezzo fra il realismo (soprattutto dei dettagli come gioielli,le acconciature,le rughe della pelle) e l’idealizzazione delle effigi dei duchi,con una grande attenzione anche ai paesaggi e alla prospettiva. L’uomo viene esaltato nella sua dignità e diventa soggetto pittorico. Sul retro delle due piccole tavole i duchi sono raffigurati ciascuno sul cocchio di rappresentanza.
Sul retro delle due piccole tavole i duchi sono raffigurati ciascuno sul cocchio di rappresentanza. Anche i delicati traguardi nell’uso del colore di Alessio Baldovenetti sono qui testimoniati da alcune sue opere (ANNUNCIAZIONE e pala di CAFAGGIOLO).
Filippo Lippi,uno dei grandi maestri del primo Rinascimento,ossia il Rinascimento fiorentino,secondo per la bravura solo a Masaccio,e precursore di Sandro Botticelli. In questa sala si può notare l’evoluzione del suo stile verso soluzioni sempre di maggior raffinatezza,come l’INCORONAZIONE DELLA VERGINE (1441 – 1447),che dimostra un attento studio dello stile del Masaccio (Lippi fu monaco nella chiesa del Carmine dove si trova la Cappella Brancacci),soprattutto nel solida e corposa figura della Madonna,oppure le due ADORAZIONI DEL BAMBINO,influenzate dai corpi scolpiti dal contemporaneo Donatello e Luca della Robbia,per arrivare al capolavoro indiscutibile della MADONNA CON BAMBINO E ANGELI (La Lippina,1465 circa),di commovente dolcezza e con un uso sottile ed elegante del calore,maturato forse attraverso lo studio di opere fiamminghe.
Vi sono anche opere più tarde del figlio di Filippo,Filippino Lippi,con la pala DEGLI OTTO (1486) e l’ADORAZIONE DEI MAGI (1496).
Come accennato prima i RITRATTI DEI DUCHI D’URBINO di Piero della Francesca del 1465 circa,sono molto famosi,esemplare via di mezzo fra il realismo (soprattutto dei dettagli come gioielli,le acconciature,le rughe della pelle) e l’idealizzazione delle effigi dei duchi,con una grande attenzione anche ai paesaggi e alla prospettiva. L’uomo viene esaltato nella sua dignità e diventa soggetto pittorico. Sul retro delle due piccole tavole i duchi sono raffigurati ciascuno sul cocchio di rappresentanza.
Sul retro delle due piccole tavole i duchi sono raffigurati ciascuno sul cocchio di rappresentanza. Anche i delicati traguardi nell’uso del colore di Alessio Baldovenetti sono qui testimoniati da alcune sue opere (ANNUNCIAZIONE e pala di CAFAGGIOLO).
SALA
9 dei Pallaiolo
Questa sale è dedicata ai fratelli Antonio e Pietro del Pollaiolo,presenti nella seconda metà del Quattrocento e interpreti di una pittura dal forte risalto lineare,attenti anche alla novità provenienti dal mondo fiammingo (resa naturale della luce,attenzione ai dettagli,ecc.). Antonio del Pollaiolo,è rappresentato da alcune delle sue opere più famose,incentrate sul movimento delle figure,come nel piccolo ma poderoso dipinto a due facce delle FATICHE DI ERCOLE (ERCOLE E ANTEO ed ERCOLE E L’IDRA),oppure dai ritratti (RITRATTO FEMMINILE, da alcuni attribuito invece a Piero).
La pala con I SANTI GIACOMO,VINCENZO ED EUSTACHIO è forse un lavoro di collaborazione tra i due fratelli.
Piero è rappresentato anche delle sei grandi tavole delle Virtù realizzate per il Tribunale della Mercanzia: la settima (FORTEZZA,1470),è la prima opera documentata del giovanissimo Sandro Botticelli.
Questa sale è dedicata ai fratelli Antonio e Pietro del Pollaiolo,presenti nella seconda metà del Quattrocento e interpreti di una pittura dal forte risalto lineare,attenti anche alla novità provenienti dal mondo fiammingo (resa naturale della luce,attenzione ai dettagli,ecc.). Antonio del Pollaiolo,è rappresentato da alcune delle sue opere più famose,incentrate sul movimento delle figure,come nel piccolo ma poderoso dipinto a due facce delle FATICHE DI ERCOLE (ERCOLE E ANTEO ed ERCOLE E L’IDRA),oppure dai ritratti (RITRATTO FEMMINILE, da alcuni attribuito invece a Piero).
La pala con I SANTI GIACOMO,VINCENZO ED EUSTACHIO è forse un lavoro di collaborazione tra i due fratelli.
Piero è rappresentato anche delle sei grandi tavole delle Virtù realizzate per il Tribunale della Mercanzia: la settima (FORTEZZA,1470),è la prima opera documentata del giovanissimo Sandro Botticelli.
Le fatiche di Ercole di Antonio Pallaiolo |
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