martedì 14 agosto 2012

Gli Uffizi - VII parte Sala 10 alla 14


SALA 10 – 14  del Botticelli
In questa sala vi è una vasta raccolta,la migliore collezione del mondo delle opere del maestro Sandro Botticelli,compreso il suo capolavoro, la PRIMAVERA e la celeberrima NASCITA DI VENERE,due opere emblematiche della sofisticata cultura neoplatonica sviluppatasi a Firenze nella seconda metà del Quattrocento. Queste opere furono realizzate negli anni ottanta del Quattrocento e sono le prime opere di grandi dimensioni a soggetto profano del Rinascimento italiano. Furono dipinte per Lorenzo de’Medici ma non Lorenzo il Magnifico,era un suo cugino che viveva nella Villa di Careggi con il quale fra l’altro non scorreva buon sangue.
Quando vi trovate di fronte queste opere non potete non ammirare la magnificenza e soprattutto i gruppi di persone che ammirano le opere maestose e quando sei di fronte a queste opere non si può rimanere impassibili.
Ammetto che spesso mi sono ritrovata a bocca aperta e vederle troppo da vicino spesso non riesci ad ammirarla in pieno perché si è costretti a soffermarsi con una visuale troppo piatta,vedi solo una parte del dipinto.
Secondo me,bisognerebbe mettere un limite di distanza per poter ammirare al meglio le opere.
In questa sala si può ripercorrere l’intera evoluzione pittorica del maestro con la  opera MADONNA IN GLORIA DI SERAFINI e la MADONNA DEL ROSETO quest’ultime opere più giovanili legate ancora allo stile di Filippo Lippi e del Verrocchio al  RETRATTO D’UOMO CON MEDAGLIA DI COSIMO IL VECCHIO ( 1475) dove già si assiste ad una mutazione dello stile legata probabilmente allo studio del realismo di opere fiamminghe,alle opere mitologiche come la commovente PALLADE E IL CENTAURO,allegoria degli istinti umani tra ragione e impulsività,ma guidati dalla sapienza divina.
Con l’avvicinarsi del XVI secolo,l’ondata reazionaria ultra – religiosa di Girolomo Savonarola iniziò a farsi sempre più pressante nella società fiorentina e questo si manifesta gradualmente in tutti gli artisti dell’epoca. Anche Botticelli,dop un’opera fastosa come la MADONNA DEL MAGNIFICAT iniziò ad adottare uno stile più libero,sciolto dalla lucidità artistica geometrica della prospettiva del primo Quattrocento (MADONNA DELLA MELOGRANA, PALA DI SAN BARNABA),con qualche esperimento arcaicista come l’INCORONAZIONE DELLA VERGINE dove il maestro torna allo sfondo oro in una scena pare ispirata dalla lettura di Dante Alighieri. Il periodo più cupo della predicazione savonaroliana porta una definitiva ventata di constatazione della bassezza umana e la relegazione della verità.
In questa sala contiene anche altri numerosi capolavori: TRITTICO PORTINARO opera fiamminga di Hugo Van der Goes del 1475 circa portata da una banchiere della ditta Medici e Bruges nel 1483,che con la sua estranietà  formale verso le opere circostanti ben rende l’effetto di fulgida  meteora che questa opera ebbe nei circoli artistici fiorentini della seconda metà del Quattrocento. A un esame più accurato si iniziano a cogliere le affinità con  le opere realizzate successivamente,la maggior cura dei dettagli,la migliore resa luministica dovuta alla pittura ad olio che i pittori fiorentini cercarono di imitare,arrivando anche a copiare alcuni elementi delle opere fiamminghe,come gli omaggi chiari di Domenico Ghirlandaio nella sua analoga ADORAZIONE DEI PASTORI nella basilica di Santa Trinità.
Un’altra opera fiamminga è la DEPOSIZIONE NEL SEPOLCRO di Rogier van del Weyden (1450 circa) con la composizione ripresa da un PANNELLO di Beato Angelico che testimonia i reciproci scambi tra i maestri fiamminghi e fiorentini.
E’ un peccato che quest’ultima parte della sala viene considerata da pochi visto che la maggior parte dell’afflusso dei turisti ovviamente è più interessato alle opere del Botticelli.
La nascita di Venere - Botticelli

La Primavera

Madonna in gloria di Serafini - Botticelli

Madonna del Roseto - Botticelli

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